Fessonia, o probabilmente più propriamente Fessona, è una Dea romana che salva gli uomini dalla stanchezza, ma non solo, salva pure da sonnolenza e astenia. Non si sa molto di lei oltre al suo nome, che sicuramente deriva dal latino fessus, che significa "stanco", "esaurito" o "sfinito"; l'unica menzione antica di lei si trova nella Città di Dio di Agostino, del V secolo, dove egli elenca una lista di divinità minori per deridere le divinità pagane che facevano concorrenza al cristianesimo.
Fessonia venne citata anche dal cartografo fiammingo del XVI secolo Abraham Ortelius, considerato il padre dell'atlante moderno e un uomo che sembra conoscere il santo Agostino. Pare che la Dea gli sia apparsa in sogno e lo abbia ispirato a disegnare la famosa Valle di Tempe in Tessaglia, Grecia, non lontano dal Monte Olympos, ritenuta un luogo particolarmente idilliaco e tranquillo dove gli stanchi potevano trovare il vero riposo.
Fessus è un termine latino che può essere usato anche per la malattia, per significare "malato", "debole" o "infermo", quindi probabilmente Fessonia poteva essere stata invocata per favorire la guarigione in caso di malattia e per scongiurare la stanchezza che la malattia può causare, anche se la stanchezza può sia causare che essere il risultato della malattia. Solitamente le si dedicavano preghiere e libagioni di vino.
DEA PROTETTRICE DI STRADE E VIANDANTI
In ogni caso, come Dea della stanchezza, o come Dea che si occupava della stanchezza, probabilmente come Febris, si pensava che Fessonia sia causasse che curasse la stanchezza. Per questa sua facoltà la Dea era anche protettrice delle strade e dei viandanti. Era la Dea che veniva invocata dai viaggiatori stanchi, per essere aiutati sulle strade quando sentivano mancare le forze se andavano a piedi, ma anche stanchi di stare in sella sulle cavalcature o di viaggiare su carri che a quei tempi non avevano le sospensioni, per cui i loro viaggiatori erano soggetti a sobbalzi continui.
DEA PROTETTRICE DEI COMBATTENTI IN BATTAGLIA
Ma soprattutto era la Dea dei guerrieri quando erano stanchi nelle lunghe battaglie. Combattere era estenuante sia per lo sforzo fisico sia per l'attenzione spasmodica che richiedeva, per cui se lo scontro si protraeva a lungo i combattenti erano in preda alla spossatezza e magari non avevano ricambi celeri di guerrieri in campo. Allora il guerriero invocava la Dea che togliendogli la spossatezza gli salvava in un certo senso la vita.
BIBLIO
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