LA FORTEZZA VISTA DALL'ALTO |
Il Secondo Impero bulgaro spostò infine il suo principale centro di difesa nella regione della Porta di Traiano, situata appunto a una dozzina di km a sud-ovest della città. La porta Traiana prende il nome dall'imperatore romano Traiano (53 - 117), per la cui volontà venne costruita dai legionari romani, che erano operai specializzati ed ottimi ingegneri oltre che combattenti, una fortezza chiamata Stipon su una collina che domina il passo a 500 metri a nord-est.
PORTA DI TRAIANO
Questa roccaforte costituiva così un confine simbolico e non tra le province di Tracia e Macedonia e il passo è conosciuto principalmente a causa del grande conflitto del 17 agosto 986 tra l'imperatore bizantino Basilio II e lo Zar di Bulgaria Samuel I, che si concluse con la vittoria dei bulgari, fermando l'avanzata della campagna bizantina in Bulgaria.
Louis Léger, uno studioso di lingua e civiltà slava, che visitò la Bulgaria intorno al 1880, scrive della Porta di Trajano: “Poco oltre Ichtiman incontriamo il piccolo borgo di Kapudjik. È qui che un tempo sorgevano le fortificazioni romane, a guardia dell'ingresso alle fertili pianure dove scorre la Maritsa. Qui si trovava l'Arco di trionfo noto come Porta di Traiano. Ci sono ancora persone anziane che hanno visto questa augusta rovina; fu rasa al suolo nel 1835 da Chozrev-Pasha, un turco che passò per civilizzato”.
Al giorno d'oggi, un tunnel, che consente all'autostrada A1 (autostrada della Tracia) di attraversare il passo, si trova vicino alle rovine della fortezza. Questo tunnel è noto come Trajan's Gate Tunnel (bulgaro: тунел "Траянови врата"). Intanto all'entrata della fortezza, o almeno a ciò che resta di essa, una potente costruzione in muro a sacco ottenuto con pietre raccolte al suolo e cemento romano, c'è una stele che ricorda l'evento della costruzione.
Il cemento reagisce con l’acqua formando un impasto, che, in un tempo variabile, indurisce fino a prendere la consistenza della pietra. Quando è con sabbia e ghiaia o pietrisco si chiama calcestruzzo. Il cemento romano (che a Roma si chiamava comunemente malta) era un composto di calce (facilmente reperita dalla pietra calcarea) ottenuta per cottura e/o pozzolana.
Al cemento erano mescolati pezzi di pietra, diversa a seconda dell’uso del cemento: le pietre venivano tenute a mollo per giorni prima di essere inserite a forza nell'impasto. La pietra calcarea invece veniva spezzata e macinata per farne calce e la sabbia si trovava sulla sponda di un fiume, il tutto reperito più o meno sul posto.
Pertanto per la fortezza venne usta la calce, la sabbia, le pietre e il pietrisco, insomma ciò che si otteneva in zona o poco distante. Infine il muro a sacco, in genere largo m 0.90 fino a 2 m se dovevano passarci i carri, veniva rivestito, almeno all'esterno, da un paramento di mattoni legati col cemento e posti a file longitudinali e sfalsate per la maggiore resistenza ai colpi.
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All'interno si potevano porre mattoni o larghe pietre che riparassero il muro a sacco. Se le mura delimitavano una città il paramento in mattoni era in genere anche interno, ma spesso, come nel caso della Fortezza di Traiano, allo strato di pietre veniva alternato uno strato di mattoni per rompere le linee di frattura, in caso si verificasse un terremoto.
Gli antichi romani costruivano per l'eternità ma gli uomini non glielo hanno permesso perchè ogni popolo di religione monoteista abbatte ogni ricordo di qualsiasi altra religione, così prima i cristiani e poi i musulmani abbatterono delle meraviglie romane quanto più poterono, anche se oggi esultano al ritrovamento di qualsiasi reperto, visto che tutto il mondo li ammira.
Pertanto, reperita l'argilla i mattoni venivano cotti al sole, erano più facili da eseguire specie quando non c'erano i boschi per la legna richiesta per i forni. Inoltre potevano essere di forma trapezoidale, cioè rastremata, per aumentare la presa tra la cortina ed il nucleo in opera cementizia, disponendoli con la parte più stretta verso l’interno del muro e colando tra le due file di mattoni il cementizio.
Da tener presente che il tutto veniva fatto in tempo di record perchè le legioni potevano venire attaccate in ogni momento e di certo mentre costruivano erano molto vulnerabili. La capacità fantastica dei romani era l'organizzazione, tutto veniva eseguito a catena senza alcuna interruzione, ogni mossa studiata e ripetuta alla massima velocità e con il tragitto minimo.
La posizione del passo era del resto molto strategica. visto che l'antica via Diagonalis, che collegava la provincia romana con l'Illyricum, passava di qui. Il passo era originariamente chiamato con il nome tracio Succi, noto ai Bizantini come il Passo Reale o Bulgaro, solo successivamente venne chiamato Porta Traiana.
PORTA TRAIANA ANTARTICA
Una curiosità: Porta Traiana è anche il nome della sella piatta di elevazione ca. 850 m che si estendono per 4,3 km sulla penisola della Trinità, nella penisola antartica, situata tra il ghiacciaio Malorad a nord e il ghiacciaio Russell West a sud. Il passo collega il monte Ignatiev e le alture di Srednogorie a ovest e l'altopiano di Louis-Philippe a est. La collina prende il suo nome dalla Porta di Traiano, in onore dell'imperatore romano, un passo di montagna nella Bulgaria occidentale.
BIBLIO
- J. Bagnell Bury - History of the Eastern Empire from the Fall of Irene to the Accession of Basil I - 1912 -
- John Julius Norwich - A Short History of Byzantium - Vintage - 1998 -- Vico Mantegazza - il mediterraneo e il suo equilibrio - Milano - Fratelli Trevis Editori - 1914 -
- D. Boteva - Lower Moesia and Thrace in the Roman Imperial System (a.d. 193-217/218) - Sofia - 1997 -