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AMERIOLA (Città scomparse)

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LATIUM VETUS

Ameriola fu una città del Latium vetus, una regione storico-geografica costituita dalla parte centrale dell'attuale Lazio, posta a sud del fiume Tevere (che lo divideva dai territori Etruschi dell'Etruria meridionale - attuale Lazio settentrionale) e a nord del monte Circeo (quello della maga Circe figlia del Dio Sole), che lo divideva dal Latium adiectum, unitamente al quale costituiva il vero e proprio Latium.
 
Plinio il Vecchio (23 - 79) iscrisse Ameriola nella sua lista delle città scomparse. Si sa che la città venne conquistata dai romani sotto il regno di Tarquinio Prisco (... – 579 a.c.), il V re di Roma, insieme alle altre città della Lega Latina di Crustumerium, di Medullia e di Nomentum.

Poiché viene citata sia da Livio che da Plinio, associata appunto a Crustumerium e Medullia, Antonio Nibby (1792 - 1839) ne dedusse che Ameriola si dovesse trovare in posizione intermedia tra le due, dove tra l'altro vennero trovate le rovine di una città di modeste dimensioni. Ma all'epoca in genere le città avevano dimensioni modeste, data l'elevatissima mortalità infantile.

Alcuni studiosi hanno ipotizzato che Ameriola corrisponda alla moderna Castelchiodato, frazione di Mentana, il cui nome deriva dall’antica denominazione di Castrum Deodati. Alcuni studiosi invece collocano Ameriola nelle vicinanze di Castrum Deadati.

Di Castrum Deodati si scrive quello che fu scritto per Ameriola, : che fu distrutta in epoca sabina dal re Tarquinio Prisco e che dopo il ratto delle sabine, il centro d'origine sabina fu annesso a Roma, di cui ne seguì le sorti.


Ameriola fu dunque una arcaica città che, inclusa nel territorio sabino, fu soggiogata d al re romano Tarquinio Prisco che sconfisse ed assoggettò le varie popolazioni della Sabina. Secondo alcune fonti storiche fu non solo conquistata ma pure distrutta in epoca sabina dal re Tarquinio Prisco.

In tal caso venne ricostruita, e dopo il ratto delle sabine, il centro d'origine sabina fu annesso a Roma, di cui ne seguì le sorti, arricchendosi di arte e di monumenti, ma assorbendone poi anche il declino. Subì quindi anche le varie invasioni barbariche da quelle dei Goti fino a quelle dei Longobardi. Tra il IX ed X secolo il territorio dovette anche essere devastata dai Saraceni, costringendo gli abitanti a ripararsi nelle colline vicine.

Durante le invasioni barbariche fu invasa dagli Eruli, dai Visigoti, dagli Ostrogoti ed infine dai Longobardi. In seguito, tra l'870 ed il 910 l'invasione dei Saraceni costrinse gli abitanti a ripararsi sulle colline vicine.


BIBLIO

 - Dionigi di Alicarnasso - Antichità romane - libro III -
- Plinio il Vecchio - Naturalis historia - III - 
- Tito Livio - Ab Urbe condita libri - I -
- Antonio Nibby - Analisi storico-topografico-antiquaria della carta de' dintorni di Roma -

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