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MARCIANOPOLI - DEVNYA (Bulgaria)

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I MOSAICI DI MARCIANOPOLI

Situata nel nord-est della Bulgaria, la città romana di Marcianopolis (oggi Devnya) è ritenuta dagli studiosi essere stata anzitutto un antichissimo insediamento tracio, occupata successivamente da coloni ellenizzati dell'Asia Minore per cui prese il nome di Parthenopolis. Successivamente divenne romana. 

La Marcianopoli romana venne fondata intorno al 106 d.c., in seguito alle campagne di Traiano che le dette il nome in onore dell'amatissima sorella, Ulpia Marciana, tra l'altro madre di Matidia, che fu poi suocera di Adriano. È ricordata col titolo di Augusta già nel 105, divinizzata subito dopo la morte; Traiano denominò in suo onore la città di Marcianopoli (Marcia polis=città di Marciana), da lui fondata.

Del resto Adriano, che altrettanto l'amava e ne amava fraternamente anche la figlia, sorella di sua moglie Sabina, tanto è vero che innalzò un tempio unitamente a Ulpia unitamente a Matidia sua figlia. La fondazione di Marcianopoli fa parte di un vasto piano di collegamenti e costruzioni ma pure ricostruzioni operate da Traiano per la sistemazione delle provincie danubiane e balcaniche, in seguito alle guerre daciche.

RICOSTRUZIONE DI MARCIANOPOLI

LA LEGGENDA

La leggenda narra che, mentre la figlia di Ulpia Marciana si lavava in una sorgente in questo luogo, il recipiente d'oro che portava con sé affondò nel fango, scomparendo sotto la superficie. Dopo qualche minuto, il recipiente riemerse e, saputo dello strano evento, Traiano credette che fosse opera di una divinità che abitava la sorgente. 

Con questo lieto auspicio, Traiano decise di fondare una città in quel luogo e di darle il nome dell'amata sorella. In realtà vi era già un centro locale e il punto era prezioso in quanto posto al crocevia di diverse strade, cosa che facilitava non solo i commerci e le comunicazioni, ma gli spostamenti militari per tenere a bada e difendere l'Impero Romano in quella zona.

Naturalmente è una leggenda, una principessa, soprattutto in viaggio non andava ad attingere acqua alla sorgente perchè l'avrebbero fatto altri per lei e comunque non avrebbe mai attinto acqua con un recipiente d'oro, sarebbe stata un'ostentazione di pessimo gusto.


LA STORIA

Posta al crocevia tra Odessos (l'odierna Varna), Durostorum e Nicopolis ad Istrum, Marcianopoli divenne da piccolo borgo a centro strategicamente importante, così dopo n'incursione dei Costoboci (una tribù sarmata menzionata da Plinio) nel 170 d.c. venne fortificata da mura. Originariamente fece parte della Tracia, poi venne incorporata nella Moesia inferiore alla fine del II secolo d.c., dopo una particolare fioritura economica. 

Successivamente Marcianopoli divenne oggetto di incursioni a nord da parte dei Goti intorno al 248-250 d.c., ma non sembra che fossero riusciti a conquistarla. Nel 267 d.c. fu nuovamente assediata dalle forze visigote, ma anche stavolta senza successo. Le sue mura erano molto potenti e la sua difesa ben organizzata. 

Marcianopoli è sulla via che dalle fiorenti città greche della costa occidentale del Mar Nero va verso il Danubio. La nuova città popolata con Romani, Greci e Traci usò prevalentemente la lingua greca, ed ebbe il liberale ordinamento concesso alle città greche. Ebbe pure il privilegio di battere moneta, e ne fece uso sino circa alla metà del sec. III.

RICOSTRUZIONE DELL'ANFITEATRO

Le riforme amministrative di Diocleziano, giusto alla fine III secolo, divisero la Moesia Inferiore in Moesia Secunda e Scizia Minore, di cui Marcianopoli divenne capitale amministrativa, tale compito aumentò le mansioni operative, gli edifici pubblici e l'affluenza da ogni dove, agevolando per conseguenza la sua prosperità. 

Dal 367 al 369, l'imperatore dell'Impero d'Oriente Valente utilizzò Marcianopoli come quartier generale durante le campagne contro le incursioni dei Visigoti nella zona, il che la trasformò, almeno temporaneamente, in capitale anche militare dell'Impero d'Oriente.

Poco dopo la firma della pace stipulata tra Romani e Visigoti, alcuni di questi ultimi furono autorizzati a stabilirsi nella zona come foederati, ma nel 376, sentendosi sfruttati dai magistrati locali, i coloni visigoti marciarono su Marcianopoli, ma fu una rivolta mal gestita tra il governatore provinciale Lupicinus e il capo visigoto Fritigern che portò alla Seconda Guerra Gotica. 

Il primo scontro avvenne tra le forze appena fuori dalla città e si risolse in una grave sconfitta per i Romani; si dice che circa metà dell'esercito fu ucciso. La città fu saccheggiata, ma i resti dell'esercito romano furono segnalati per aver cercato riparo nei resti della città dopo la battaglia. Così la città fu nuovamente saccheggiata nel 447  da Attila re degli Unni.

CHIESA ROTONDA DI VELIKI PRESLAV

I RESTI

Ci furono molto battaglie vicino a Marcianopoli. Molti furono gli assassinati tra i capi-banda catturati, molte nobildonne di diverse tribù furono fatte prigioniere, e le provincie romane furono riempite con schiavi o lavoratori sciti.

Tra l'893 ed il 972 d.c. divenne una delle più importanti città medioevali nel sud-est europeo. Oggi le rovine sono situate a 20 km a sud-ovest della città di capoluogo di regione Sumen e ad ovest della città Veliki Preslav, nel distretto di Reka Devnya, situato a 2,55 km a nord-est del centro della città di Devnya, nella Bulgaria dell'est.

La città attuale è stata costruita vicino al sito dell'antica città romana di Marcianopolis, che si trova sotto l'attuale quartiere di Reka Dévnia, 2,55 km a nord est del centro della città. Oltre ai resti archeologici dell'antica città romana di Marcianopolis, gli oggetti rinvenuti nel sito di scavo sono stati raggruppati, per la maggior parte, nel Museo del Mosaico.


La rivolta della nobiltà pagana di Pliska guidata da re Vladimiro nell'892 fu decisiva per i futuri destini della città. Nell'893 Vladimiro fu deposto e il nuovo monarca, Simeone il Grande (875 - 927),  decise di trasferire la capitale dello stato da Pliska a Preslav. 

Negli ottant'anni successivi la città crebbe rapidamente, diventando non solo il centro politico e diplomatico della Bulgaria, ma anche della cultura, della letteratura e dell'arte. Una cronaca riporta che furono necessari ventott'anni a Simeone per fondare e costruire la nuova capitale. 

Gli scavi archeologici hanno tuttavia dimostrato che l'espansione proseguì anche durante gli anni trenta e quaranta del X secolo e raggiunse l'apice verso la metà del regno dello zar Pietro I l'usurpatore. Ci sono solo due punti in cui si possono vedere i resti della città romana di Marcianopoli, nella piccola frazione periferica di Reka Devnya più che nella città principale di Devnya. Il primo di questi punti è il Museo dei Mosaici in via Pazarska 18. 


Il museo è costruito su un'insula che era interamente occupata da una domus della fine del III o dell'inizio del IV secolo, a sua volta costruita su un edificio precedente distrutto durante le incursioni gotiche alla metà del III secolo. Le quattro strade romane che costeggiavano l'insula sono ben visibili all'esterno del museo.

La settentrionale dei due decumani taglia il museo, visibile in un tunnel che corre sotto il museo stesso. Vicino al centro della struttura, lungo la parete orientale del museo, si trova un atrio romano, un paio di colonne frammentarie e altri muri non identificabili della struttura. Sul cardo occidentale, una sezione della fognatura è esposta sulla strada.


BIBLIO

- Corp. Inscr. Lat. - III - 761, 7471, 12445 -
- B. Pick-K. Regling - Die antiken Münzen von Dacien und Moesien - I - Flussin - in Pauly-Wissowa - Real-Encycl. - 1515
- V. Parvan - Getica - Bucarest 1926
- E. H. Minns, Scythians and Greeks, Cambridge 1913,
- M. Rostovzev - Storia economica e sociale dell'Impero romano - Firenze - 1933 -


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