LA VIA FLAVIA SULLA TAVOLA PEUTINGERIANA |
Nella I metà del 78, fu terminato il tratto da Carcauze della strada che collegava Targeste (Trieste) a Parenzo (Parentium) e Pola. L'arteria attraversava il Risano, fiume sloveno del comune di Capodistria, nel punto in cui oggi si trova lo svincolo stradale Sermino.
Si prosegue per Via del Pucino e la via della Salvia. Poi finalmente la Flavia entra a Grado che fu scalo marittimo dell’emporio romano di Aquileia, nonchè rifugio dalle invasioni barbariche e infine la sua principale antagonista.
Conosciuto in antico col nome di Formione, termine questo usato dal geografo alessandrino Strabone (“Formìonos potamoù ekbolai”) il piccolo fiume entra nella storia al termine della guerra civile tra il triunvirato di Augusto, Antonio e Lepido e i repubblicani capitanati da Bruto e Cassio. I veterani delle legioni cesariane venivano congedati con l’ usuale assegnazione di terre e un certo numero di essi arrivavano, nel 42 a.c., sull’ agro di Trieste, che veniva elevata al rango di colonia.
RICOSTRUZIONE DI TRIESTE ROMANA |
Nel contempo il confine d’ Italia, con l’ annessione della Gallia Cisalpina, veniva spostato appunto al Formione. Evento ricordato da Plinio in questi testuali termini: “Formio amnis. . . . antiquus auctae Italiae terminus”. E lo scrittore padovano Palladio Fosco affermava nel 1500: “Est autem Formio fluvius permodicus, sed tamen insignis ”, piccolo ma insigne.
È ininterrotta la tradizione, fondata ab antiquo su fonti letterarie, del primo confine d’ Italia sul Formione-Risano, sia pur per poco tempo perché nell’ assetto definitivo di Augusto esso passa all’Arsa. Scrive Attilio Degrassi: “Per motivi che non conosciamo, ma certo dipendenti dallo scompiglio della guerra civile, la Gallia Cisalpina continuò a sussistere come provincia sino al 42 a.c. Fu appena in questo anno che i triunviri dopo la battaglia di Filippi attuarono l’ idea di unire la Gallia Cisalpina all’ Italia.
Ma il nuovo confine non sembra esser stato fissato a quella linea che aveva costituito il confine della Gallia Cisalpina. Nella nota descrizione geografica dell’ Italia Plinio chiama anticus auctae Italiae terminus il fiume Formione. E, poiché non vi è notizia di altri spostamenti del confine in questa zona, si ritiene ragionevolmente che il confine al Formione sia quello fissato dai triumviri nel 42 a.c.” e ciò come conseguenza della nuova condizione giuridica di Trieste.AQUILEIA ROMANA |
IL TRACCIATO DELLA VIA FLAVIA |
LA VOCE DEL POPOLO (www.lavoce.hr)
“Per Castellier e per Tadini c’è un’altra cosa importante da comprendere e da valorizzare, prosegue Simonettiì. Nelle vicinanze passava la via Flavia romana, lungo la strada che oggi collega le due località a Verbanovizza, sulla sponda sinistra del Quieto. Grazie a questa strada che in epoca romana collegava Trieste e Pola, si sviluppò anche l’area di Castellier. In passato il fiume era navigabile fino a Gradole; dopo c’erano le secche.
Sotto l’area di Gradina, c’è una baia chiamata tuttora Porto, o Porat. Il che significa che fino lì, anche in epoca veneziana, giungevano le imbarcazioni. Il porto era un punto commerciale importante per la gente di Castellier, di Visinada e di Pinguente che, anche durante il Regno d’Italia, giungeva lì con gli asini. In questo punto passava la via Flavia, che poi proseguiva verso Buie.
La via Flavia fa parte della nostra cultura e il suo percorso andrebbe indicato in modo adeguato. Così pure il tratto di Parenzo, visibile sott’acqua nella baia di Peschiera. Ho invitato le autorità di Castellier a farlo per il tratto che intessa il loro territorio. Quando invito i turisti provenienti dal settentrione europeo, privo di una cultura millenaria come quella istriana, a percorrere la via Flavia romana, s’entusiasmano molto”.
PARENTIUM
Supponendo a buon motivo che la Via Flavia passasse nei pressi di Ponte Porton, il dott. Ante Šonje nel suo libro “Putevi i komunikacije u prehistoriji u antici na području Poreštine” (Le strade e le comunicazioni nella preistoria e nell’antichità nel territorio Parentino) descrive il tragitto che i connazionali hanno affrontato: parte dalla Valle del Quieto, giunge all’area di soggiorno di Verbanovizza, all’abitato di Sabadini, prosegue per Castellier e Santa Domenica e termina, per il Parentino, nella Baia di Peschiera a Parenzo (Parentium).
Parentium si chiamava anticamente anche: Parentina Civitas, (Croatice: Poreč, Italiane: Parenzo) essendo una Urbs Croatiae e cioè un municipium, posto nella Regione Histriana e nella Histria historica e geografica. I cittadini di Parentium si chiamavano Parentini o Parentani.
- Mario Luni (a cura di) - Le strade dell'Italia romana - DEA Store - Milano - 2004 -