INGRESSO CON ORSI ARALDICI DEGLI ORSINI |
LE ORIGINI
Monte Savello è una località di Roma posta nel rione Sant’Angelo, tra il Tevere presso ponte Fabricio (o dei 4 Capi) ed il colle Capitolino. Esso deriva dal rilievo creato dalle alcune rovine del Teatro di Marcello, cui si aggiunsero i detriti alluvionali depositati dal Tevere. Con la fortificazione dell'XI secolo, sembra ad opera dei Pierleoni, prese il nome dai Savelli che ne furono i principali proprietari. Nel palazzo Savelli Orsini ha sede l'ambasciata del Sovrano militare ordine di Malta presso la Santa Sede.
La cittadella di Apiolae viene riportata sia da Livio che da Plinio come Oppidum Latinorum, ovvero come centro fortificato dei Latini, per Dionigi era una non oscura città Latina, il cui territorio confinava con quello dei Sicani, mentre Strabone la descrive come città dei Volsci, sul confine del territorio romano.
In seguito all'annessione dei Sicani, per opera dello stesso re Anco Marzio, gli Apiolani si ritrovarono quindi confinanti con gli stessi Romani. Morto il re e decaduto quindi il precedente accordo di pace con Roma, secondo i costumi dell'epoca che duravano fin quando erano in vita i firmatari, gli Apiolani invasero il vicino territorio romano compiendo ripetuti saccheggi.
- Per Plinio era un oppidum Latinorum,
- Per Dionigi era una rinomata città Latina, il cui territorio confinava con quello dei Sicani,
Con il bottino ricavato secondo alcune fonti si sarebbe iniziata l'edificazione del tempio di Giove Capitolino, mentre secondo altri si sarebbe finanziata la celebrazione degli splendidi giochi dei Ludi Romani, e secondo altri ancora ambedue, il tempio e i Ludi.
I RESTI
Oggi sul colle di Monte Savello si conservano grossi blocchi di tufo arcaici inglobati nelle fondazioni del castello medievale dei Savelli e un cornicione marmoreo con dedica ad Apollo (A)POLLINI SANCTO AEDE, pertinente evidentemente a un tempio dedicato a questa divinità presente un tempo sulla cima del colle. Lo stesso toponimo di Apiolae sembrerebbe avere un legame col Dio Apollo.
Altro culto attestato nella zona è quello di Giuturna, sorella di Turno re di Ardea, la quale già riportata da Virgilio nell'Eneide (XII, 870-886), ha lasciato il proprio nome a una sorgente omonima (oggi sorgente di Secciano) ed al laghetto adiacente, noto infatti come Lago di Giuturna (o di Turno) (oggi laghetto di Pavona).
Il Ghettarello sorgeva nell’area antistante palazzo Savelli, costruito sui resti del Teatro di Marcello. Oggi sul colle di Monte Savello si notano alcuni blocchi di tufo arcaici inglobati nelle fondazioni del castello medievale dei Savelli ed un cornicione marmoreo con dedica ad Apollo;
La cittadella di Apiolae viene riportata sia da Livio che da Plinio come Oppidum Latinorum, ovvero come centro fortificato dei Latini, per Dionigi era una non oscura città Latina, il cui territorio confinava con quello dei Sicani, mentre Strabone la descrive come città dei Volsci, sul confine del territorio romano.
Lo studioso e topografo Antonio Nibby considerava Apiolae come la città latina più vicina a Roma, dopo la caduta di Alba Longa, sebbene la sua proposta di identificazione sul colle della Giostra, su via di Fioranello, non abbia trovato seguito.
In seguito all'annessione dei Sicani, per opera dello stesso re Anco Marzio, gli Apiolani si ritrovarono quindi confinanti con gli stessi Romani. Morto il re e decaduto quindi il precedente accordo di pace con Roma, secondo i costumi dell'epoca che duravano fin quando erano in vita i firmatari, gli Apiolani invasero il vicino territorio romano compiendo ripetuti saccheggi.
Il fatto che Apiolae non compaia in nessuna delle liste delle città scomparse del Lazio arcaico, nonostante fosse nota ai contemporanei e che con il bottino derivato dalla sua conquista, si siano organizzati i Ludi Magni, e si siano anche avviati i lavori per il Tempio di Giove Ottimo Massimo, potrebbe accreditare l'affermazione di Strabone, secondo il quale si trattava di una città volsca.
Ci sono varie opinioni sulle sue origini.
- Per Tito Livio era un oppidum Latinorum, ovvero un centro fortificato.
- Per Tito Livio era un oppidum Latinorum, ovvero un centro fortificato.
- Per Plinio era un oppidum Latinorum,
- Per Dionigi era una rinomata città Latina, il cui territorio confinava con quello dei Sicani,
- Per Strabone era una città dei Volsci della pianura pontina. Una volta vinta e distrutta i suoi abitanti furono portati a Roma e venduti come schiavi, In realtà Apiolae venne distrutta da Tarquinio Prisco a fine VII secolo a.c., mentre i Volsci fecero la loro comparsa nel Lazio solo nella seconda metà del VI secolo a.c..
La prima cittadella volsca distrutta dai Romani fu Corioli (assieme a Longula e Polusca),, nel 493 a.c. che Dionigi cita come una città-stato, i cui resti sono stati identificati nell'odierna località Monte Giove, presso Genzano di Roma mentre la prima colonia che i Romani fondarono nella pianura pontina fu Norba nel 492 a.c., quando ormai Apiolae era scomparsa da tempo.
Anche la collocazione proposta da altre fonti nella pianura pontina è errata, visto che i Romani in età regia non si spinsero a sud oltre il territorio dei Latini. La presenza romana nelle pianure pontine avvenne oltre un secolo dopo la distruzione di Apiolae, risalendo infatti agli inizi del V secolo a.c.
- Altrettanto illusoria l'ipotesi dello studioso Carine Ampolo che, ignorando il precedente studio del De Rossi, propose di identificare il centro arcaico di Monte Savello con il Lucus Ferentinae.
- Per Antonio Nibby era la città latina più vicina a Roma, dopo la caduta di Alba Longa.
- Per Antonio Nibby era la città latina più vicina a Roma, dopo la caduta di Alba Longa.
ANCO MARZIO
Dionigi narra che il re Anco Marzio, nell'intraprendere la guerra contro i Sicani, stipulò un accordo di pace con gli Apiolani, in quanto confinanti con il territorio dei Sicani. Il re di Roma, in seguito alle vittorie riportate contro i Sicani e alla conseguente annessione delle loro città (Politorium, Ficana e Tellenae), ampliò l'estensione del primitivo ager romanus e fece quindi avanzare il confine del territorio romano a ridosso con quello dei Latini.
Alla fine della guerra quindi gli Apiolani non si ritrovarono più confinanti con i Sicani, bensì con gli stessi Romani (per una strana coincidenza, ancora oggi una parte del territorio di Pavona ricade sotto il comune di Roma). Morto Anco Marzio e decaduto il precedente accordo di pace con Roma, gli Apiolani invasero l'adiacente territorio romano compiendo saccheggi.
RE TERQUINIO
Il nuovo re Tarquinio Prisco, che non consentiva il minimo attacco a Roma o ai suoi territori, prese d'assedio la cittadella di Apiolae ed una volta conquistata la distrusse, a monito di tutte le altre cittadelle, procedendo e per impedire che venisse di nuovo abitata e che di nuovo combattesse contro Roma, la distrusse casa per casa, smantellando anche tutte le sue mura di difesa,
Il nuovo re Tarquinio Prisco, che non consentiva il minimo attacco a Roma o ai suoi territori, prese d'assedio la cittadella di Apiolae ed una volta conquistata la distrusse, a monito di tutte le altre cittadelle, procedendo e per impedire che venisse di nuovo abitata e che di nuovo combattesse contro Roma, la distrusse casa per casa, smantellando anche tutte le sue mura di difesa,
Con il bottino ricavato secondo alcune fonti si sarebbe iniziata l'edificazione del tempio di Giove Capitolino, mentre secondo altri si sarebbe finanziata la celebrazione degli splendidi giochi dei Ludi Romani, e secondo altri ancora ambedue, il tempio e i Ludi.
La popolazione, secondo le fonti, sarebbe stata trasferita sull'Aventino per diventare i nuovi abitanti dell'urbe, come spesso avevano fatto i Romani con i nemici per procurarsi nuovi combattenti al fianco dei romani, mentre secondo il racconto di Dionigi di Alicarnasso i sopravvissuti furono tutti tratti come schiavi a Roma.
Con il bottino ricavato secondo alcune fonti si sarebbe iniziata l'edificazione del tempio di Giove Capitolino, secondo altri si sarebbe finanziata la celebrazione degli splendidi giochi dei Ludi Romani. Secondo altri vennero tramite il bottino finanziati ambedue.
SCAVI DI MONTE SAVELLO |
MONTE SAVELLO
Oggi sul colle di Monte Savello si conservano alcuni blocchi di tufo arcaici inglobati nelle fondazioni del castello medievale dei Savelli ed un cornicione marmoreo con dedica ad Apollo, pertinente probabilmente ad un tempio dedicato a questa divinità presente in antico sulla cima del colle (l'epigrafe recita (A)POLLINI SANCTO AEDE).
Lo stesso toponimo di Apiolae sembra essere infatti una variante arcaica locale collegata al culto di Apollo. Dalla stessa località proviene inoltre la bella testina arcaica policroma di guerriero latino conservata oggi nel Museo Civico di Albano Laziale.
Altro culto attestato nella zona è quello di Giuturna, sorella di Turno di Ardea, la quale, già riportata da Virgilio nell'Eneide, ha dato il suo nome alla sorgente omonima (oggi sorgente di Secciano) ed al laghetto adiacente, noto infatti come Lago di Giuturna (o di Turno), oggi laghetto di Pavona. Infatti la "Fonte Ioturna", sotto Monte Savello, compare anche sulla mappa di Eufrosino della Volpaia del 1547.
MONTE SAVELLO NEL '900 |
DOPO I ROMANI
Piazza di Monte Savello deriva il nome dal “monte” creato sulle rovine del Teatro di Marcello e dalla poderosa rocca dei Savelli costruita sulle rovine stesse. Nei primi secoli il monte si chiamò “ Faffo” o “Faffi“, derivato per corruzione dai Fabi che per primi costruirono e fortificarono la fortezza medioevale.
Successivamente fu proprietà dei Pierleoni, nel 1361 passò ai Savelli che vi edificarono un sontuoso palazzo che occupò gran parte dell’antico Teatro, con il giardino nella cavea. Il palazzo passò poi agli Sforza Cesarini, alla Congregazione dei Baroni, e a Domenico Orsini nella seconda metà del Settecento.
I RESTI
Oggi sul colle di Monte Savello si conservano grossi blocchi di tufo arcaici inglobati nelle fondazioni del castello medievale dei Savelli e un cornicione marmoreo con dedica ad Apollo (A)POLLINI SANCTO AEDE, pertinente evidentemente a un tempio dedicato a questa divinità presente un tempo sulla cima del colle. Lo stesso toponimo di Apiolae sembrerebbe avere un legame col Dio Apollo.
Altro culto attestato nella zona è quello di Giuturna, sorella di Turno re di Ardea, la quale già riportata da Virgilio nell'Eneide (XII, 870-886), ha lasciato il proprio nome a una sorgente omonima (oggi sorgente di Secciano) ed al laghetto adiacente, noto infatti come Lago di Giuturna (o di Turno) (oggi laghetto di Pavona).
GHETTARELLO |
IL GHETTARELLO
A)POLLINI SANCTO AEDE
pertinente probabilmente ad un tempio dedicato al Dio che si ergeva un tempo sulla cima del colle.
Il nome stesso di Apiolae sembra infatti risalire ad Apollo, Dio della musica, delle arti mediche, delle scienze, dell'intelletto, della profezia e del carro del sole, che egli guida durante il giorno nella volta celeste.
In zona è stato scoperto anche il culto di Giuturna, sorella di Turno re di Ardea, la quale già riportata da Virgilio nell'Eneide (XII, 870-886), ha lasciato il proprio nome ad una sorgente omonima (oggi sorgente di Secciano) ed al laghetto adiacente, noto infatti come Lago di Giuturna (o di Turno) (oggi laghetto di Pavona).
BIBLIO
- Tito Livio - Ab Urbe condita libri -
- Gaio Plinio Secondo - Naturalis historia -
- Dionigi di Alicarnasso - Antichità romane -
- Strabone - Geografia - V -
BIBLIO
- Tito Livio - Ab Urbe condita libri -
- Gaio Plinio Secondo - Naturalis historia -
- Dionigi di Alicarnasso - Antichità romane -
- Strabone - Geografia - V -
- Giovanni Battista De Rossi - Apiolae - Forma Italiae, Regio I, vol. IX - Roma - De Luca - 1970 -
- The age of tarquinius Superbus centrral Italy in the late VI century bc - cap. Apiolae, Pometia e Cora - Domenico Palombi -
- The age of tarquinius Superbus centrral Italy in the late VI century bc - cap. Apiolae, Pometia e Cora - Domenico Palombi -
- Antonio Nibby -Analisi storico-topografica-antiquaria della Carta de' Dintorni di Roma - Roma - Tipografia delle Belle Arti - 1848 -