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COSTANTINOPOLIS (Turchia)

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BISANZIO (BISANTIUM)

Bisanzio nasce come un'antica città greca fondata da coloni di Megara nel 667 a.c. che venne chiamata Byzantion in onore del re Byzas. I megaresi fondarono altresì in Asia Minore non solo Bisanzio, ma pure Eraclea Pontica e Calcedonia. 

La tradizione vuole che il sito fosse stato scelto consultando l'Oracolo di Delfi, che consigliò di creare la nuova città facendo "l'opposto del cieco" (per altri di fronte alla terra dei ciechi). L'interpretazione fu di fare l'opposto di ciò che si fece nella fondazione sulla riva opposta di Calcedonia, città greca sul Bosforo, che "ciecamente" non venne costruita sull'alto sperone, su cui invece Byzas fondò la propria colonia.

La posizione felice dal punto di vista commerciale e geografico, ma distaccato dal mondo greco e quindi dalle sue vicissitudini, permisero alla città di prosperare economicamente, senza troppi coinvolgimenti nelle vicende politiche e militari della Grecia. Inglobata nell'impero di Alessandro Magno, fece parte del Regno di Pergamo, da cui poi passò all'Impero Romano grazie al testamento di Attalo III.

86 a.c.- Nel corso della I guerra mitridatica, il nuovo console Flacco si recò in Asia, per resistere a Lucio Cornelio Sillae porre fine alla guerra contro Mitridate VI del Ponto. Gaio Flavio Fimbria accompagnò Flacco in questa spedizione. I rapporti tra Flacco e Fimbria degenerarono quando il primo, in occasione di un contrasto tra Fimbria e un questore in cui era stato chiamato a fare da arbitro, decise in favore del questore: Fimbria minacciò di tornare a Roma, e Flacco lo congedò dal servizio.

69 a.c. - Durante la guerra civile del 69, Tacito narra che a Bisanzio fu allestita una flotta da Gaio Licinio Muciano, alleato di Vespasiano, per far fronte alla sua marcia verso l'Italia contro le armate di Vitellio.

196 - Settimio Severo, per punire la città d'avere parteggiato per il suo rivale Pescennio Nigro, ne fece radere le mura e demolire una parte dei monumenti, togliendole allo stesso tempo i privilegi di città libera (196 d.c.) con l'ordine di passare i diritti di città alla vicina Perinto.



ACROPOLI DI BISANZIO
1- Aphrodite Temple
2- Apollo Temple
3- Artemis Temple
4- Poseidon Temple
5- Athena Ekbasia Temple
6- Temenos Temple
7- Stadion
8- Amphitheater
9- Demeter Temple
10- Kore Temple
11- Apollo Temple
12- Helios Temple
13- Selene Temple
14- Pluto Temple
15- Hera Temple
16- Agora 1
17- Agora 2
18- Tetrastoon

Mentre Flacco era in viaggio per mare, Fimbria sollevò le truppe di Bisanzio contro Flacco. 

Il console tornò a Bisanzio, ma fu costretto a fuggire e a rinchiudersi a Nicomedia. Fimbria però lo fece prendere e decapitare, gettò la sua testa in mare e lasciò il corpo senza sepoltura.

Grazie all'intercessione del figlio Caracalla, Bisanzio fu ricostruita subito dopo dallo stesso Settimio Severo, divenuto Imperatore anche sull'Oriente

La città ottenne così gli antichi privilegi e la sua precedente prosperità grazie ad un ampliamento di ben 200 ettari rispetto all'estensione precedente, con molti e bellissimi edifici pubblici e privati.

282 - La Historia Augusta racconta che al tempo dell'Imperatore Gallieno (nel 262):

« la città di Bisanzio, famosa per le sue battaglie navali, punto strategico del Ponto, fu rasa al suolo dai soldati dello stesso Gallieno, tanto che nessun abitante poté salvarsi. E così oggi [attorno al 400 d.c.] non esiste più a Bisanzio alcuna famiglia di antica discendenza, salvo chi poté fuggire in quanto era in viaggio o nell'esercito, tanto da rappresentare la nobiltà ed antichità della sua famiglia. »
(Historia Augusta - Due Gallieni, 6.8-9.)

Poco dopo lo stesso Gallieno mosse contro i soldati che avevano compiuto un tale eccidio, e ne fece grande strage, come esempio per tutti coloro che si macchiavano di un simile delitto.



COSTANTINOPOLI (COSTANTINOPOLIS)

Costantinopoli (Costantinopolis, che in greco significa "Città di Costantino") o Nuova Roma (Nova Roma) o la Città d'Oro furono i nomi dell'odierna  Istanbul, sulle rive del Bosforo, il più grande centro urbano turco.

Quando Costantino I decise di edificare una nuova capitale per l'Impero, si rivolse a Bisanzio, che si trovava al centro di grandi vie commerciali sia terrestri che marine verso i principali centri dell'Impero, e inoltre dominava gli stretti strategici del Bosforo e dei Dardanelli.

Inoltre per la sua dislocazione alla sommità di una penisoletta era facilmente difendibile. Infatti la città era circondata da tre lati dal mare, sempre via mare era facile rifornirla e, per il lato terra, venne eretto un imponente sistema di fortificazioni.

Il nome Costantinopoli venne usato tra la rifondazione ad opera di Costantino che  la inaugurò con rito etrusco, come nuova sede del potere imperiale, chiamandola Nova Roma. Il termine però non venne usato, preferendo gli abitanti della città e dell'Impero Romano riferirsi ad essa come città di Costantino.

Durante tale periodo la città fu una delle capitali dell'Impero romano (330-395) e capitale dell'Impero romano d'Oriente o Impero bizantino (395-1204).

324 - L'imperatore aveva avuto modo di conoscere la zona nell'anno 324, quando vi aveva combattuto e sconfitto il rivale Licinio, Augusto d'Oriente, nella battaglia di Crisopoli. Apprezzando la strategica posizione della città di Bisanzio, Costantino, appena divenuto unico imperatore, decise di farne la nuova Roma.

BLAKERNAE

LA FONDAZIONE (330)

330 - Sembra fu lo stesso Costantino, Pontifex Maximus, a tracciare con la propria lancia il perimetro sacro della mura, il pomerium, assegnando alla città lo stesso nome segreto di Roma, probabilmente Flora, e battezzandola ufficialmente Nova Roma. L'atto ufficiale di fondazione della nuova capitale si tenne l'11 maggio 330 d.c. con un complesso cerimoniale pagano che riproducesse la nascita di Roma assicurandone altrettanta gloria e fortuna.

L'opera colossale di ricostruzione vide un allargamento dell'area urbana da 200 a 700 ettari, la costruzione di nuove mura, di un nuovo porto nel Corno d'Oro e di un nuovo impianto urbano, con la creazione di nuovi edifici, templi, strutture pubbliche atti a fare della città la nuova Roma.

FORO DI COSTANTINO
Nella nuova capitale venne forse trasportato il Palladio, la statua già protettrice di Troia e poi di Roma.  Era una statua di legno, senza gambe, alta tre cubiti (circa 60 cm, per cui era alta circa m 1.80) che ritraeva Pallade, l'amica libica di Atena, con una lancia nella destra e una rocca e un fuso nella sinistra; il suo petto era coperto dall'egida. 

Atena, uccidendo per sbaglio la compagna di giochi, addolorata assunse il nome di Pallade e fece costruire questa immagine, ponendola sull'Olimpo a fianco del trono di Zeus. Evidentemente Pallade, che significa la fanciulla, venne sostituita da Atena dai nuovi invasori. Enea trasferì la statua a Roma e Costantino a Costantinopoli, dove venne seppellita al centro del foro, sotto la Colonna di Costantino.

Vennero individuati sette colli come a Roma e la città venne divisa, come Roma, in XIV regiones. Come per Roma, venne posto un cippo per indicare il centro dell'Impero, la prima pietra miliare da cui misurare tutte le distanze, il Milion.

Il grandioso complesso dei Palazzi Imperiali venne eretto all'estremità della penisola, accanto al grande circo e al foro dell'Augustaion, ricalcando il modello romano del Foro-Palatino-Circo Massimo. Nel foro venne edificata l'aula del Senato. Vi si aggiunse però la basilica di Santa Sofia.

Per rispetto però agli antichi Dei, che lo stesso Costantino ancora venerava, vennero portati dal santuario di Delfi la bronzea colonna serpentina, dedicata a Pitone e ad Apollo, che venne posta nella spina del grande ippodromo, assieme al tripode celebrativo della vittoria greca nella battaglia di Platea e all'Ercole di Lisippo, simbolo di forza. Costantino infatti, pur proteggendo la nuova religione cristiana, non abbandonò mai il paganesimo, tanto è vero che fino all'ultimo fece celebrare nei templi il Natale del Deus Invictus Mitra.



LE VICENDE STORICHE

A Costantinopoli mancavano molte delle antiche cariche repubblicane romane. Non vi erano né pretori, né tribuni nè questori. I senatori, che portavano il titolo di clarus ("illustre"), al posto del romano clarissimus ("illustrissimo"), erano in realtà i numerosi patrizi trasferiti da Roma alla nuova città, anche grazie alle elargizioni promesse da Costantino, che donava le terre del demanio imperiale per incentivare l'edilizia.

PARTICOLARE DELL'IPPODROMO
Sebbene l'Imperatore continuasse a risiedere nella vicina Nicomedia, l'antica Bisanzio, in cui i lavori procedevano alacremente divenne così la nuova capitale dell'Impero Romano, assieme alla vecchia Roma, testimoniandolo con speciali monete commemorative.

332 - Inoltre nel 332 Costantino annunciò l'inizio di pubbliche distribuzioni di grano ai cittadini, come accadeva a Roma con la plebe. Sembra che all'epoca si elargissero 80.000 razioni quotidiane attraverso una rete di 117 punti di distribuzione

337 - Alla morte di Costantino, nel 337, molto era ancora in costruzione, anche se già da tre anni le strutture principali erano in funzione e si contavano ormai novantamila abitanti.

346 - Persecuzioni contro i pagani di Costantinopoli. Viene bandito il famoso oratore Libanius, accusato di essere un “mago”.



COSTANTINOPOLI ROMANA (337-395)

360 - Divenuta capitale, Costantinopoli fu sede di un Praefectus urbi, al pari di Roma: il primo conosciuto è Onorato (359-361). Il 15 febbraio 360 venne finalmente inaugurata dal successore di Costantino, Costanzo II, la cattedrale di Santa Sofia, alla presenza del vescovo di Costantinopoli Eudossio. Il prestigio di essere sede imperiale portò Costantinopoli ad affermare il diritto di essere pari nell’onore alla stessa Roma.

361 - La tolleranza religiosa e la restaurazione dei culti pagani dichiarate a Costantinopoli (1° dicembre 361) dall'Imperatore Flavio Claudio Giuliano.

363 - Sotto gli altri imperatori della dinastia costantiniana, la città continuò a crescere e a prosperare. L'ultimo esponente della dinastia Giuliano, detto l'Apostata, lasciò alla città un nuovo grande porto, realizzato sul lato meridionale e affacciato sul Mar di Marmara.
Sul piano militare fu un grande generale e seppe difendere l'impero da ogni attacco nemico, sul piano politico, l'Imperatore tentò di impedire l'affossamento della religione pagana consentendo a tutti la libertà religiosa, pagani o cristiani che fossero. Cercò quindi di restaurare l'antica religione romana e i culti pagani, abrogati e perseguitati dai precedenti imperatori, restaurando i templi ed edificandone di nuovi.

363 - L'assassinio dell'imperatore Giuliano (26 giugno) segnò però la fine della rinascita pagana e il ritorno dell'intolleranza religiosa cristiana.

364 - Valente divenne imperatore romano dal 364, anno in cui il fratello Valentiniano I, già comandante dell'esercito di Goiliano gli affidò la parte orientale dell'Impero romano, alla sua morte.

Come i fratelli Costanzo II e Costante I, Valente e Valentiniano avevano credo religiosi differenti: Valente era Ariano e Valentiniano adottava il Credo di Nicea. L'arianesimo sosteneva che la natura divina di Gesù fosse inferiore a quella di Dio per cui vi fu un tempo in cui il Verbo di Dio non esisteva e dunque venne creato in seguito, Cadeva così il concetto di Trinità elaborata dagli scritti di Giustino di Nablus. Il Credi di Nicea invece sosteneva in Dio ma trino, cioè composto da tre parti equivalenti (padre, figlio e spirito santo).

Un editto imperiale (11 settembre) ordina la pena di morte per quei Gentili che praticano il culto antico degli Dei o praticano arti divinatorie. Con altri tre editti (4 febbraio; 9 settembre; 23 dicembre) si ordina la confisca di tutte le proprietà dei Templi Pagani e la pena di morte per i Pagani che partecipano ai riti, anche se privati.

ACQUEDOTTO DI VALENTE

365 - Sia Costantino che i suoi immediati successori avevano una visione unitaria dell'Impero, ma nel 365 questo venne diviso definitivamente in due parti con Costantinopoli capitale della parte orientale, e Milano prima e Ravenna poi furono le capitali della parte occidentale.

368 - L'acquedotto fu completato da Valente, nel 368, ma questa costruzione era già stata iniziata dai precedenti imperatori. Includeva un sistema di acquedotti e canali, che si estendevano per tutta la Tracia, fino alla capitale dove raggiungeva le cisterne sotterranee, come la Basilica Cisterna.

L'imperatore Valente costruì a Costantinopoli il nuovo palazzo extraurbano di Hebdomon, sulle rive della Propontide (oggi detto Mar di Marmara), nei pressi del Corno d'Oro, che divenne il luogo di acclamazione degli imperatori militari.

L'imperatore provvide anche all'approvvigionamento idrico della città con la costruzione dell'Acquedotto di Valente.

372 - L'imperatore Valente ordinò al governatore dell'Asia Minore di sterminare tutti gli ellenici e tutti i documenti relativi al loro sapere.

378 - La battaglia di Adrianopoli ebbe luogo presso l'omonima città, nella provincia romana di Tracia (oggi Turchia occidentale), il 9 agosto 378 e si concluse con l'annientamento dell'esercito romano guidato dall'imperatore d'Oriente Valente ad opera dei Visigoti di Fritigerno.

381 -  Nel 381 la diocesi urbana, venne innalzata al rango di Patriarcato di Costantinopoli. Alla morte di Valente, in ogni caso, la storia dell'arianesimo nell'oriente romano giunse alla fine: il suo successore Teodosio I avrebbe infatti imposto il credo di Nicea tramite l'editto di Tessalonica:

"Vogliamo che tutti i popoli che ci degniamo di tenere sotto il nostro dominio seguano la religione che san Pietro apostolo ha insegnato ai Romani, oggi professata dal Pontefice Damaso e da Pietro, vescovo di Alessandria, uomo di santità apostolica; cioè che, conformemente all'insegnamento apostolico e alla dottrina evangelica, si creda nell’unica divinità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo in tre persone uguali. Chi segue questa norma sarà chiamato cristiano cattolico, gli altri invece saranno considerati stolti eretici; alle loro riunioni non attribuiremo il nome di chiesa. Costoro saranno condannati anzitutto dal castigo divino, poi dalla nostra autorità, che ci viene dal Giudice Celeste".
La famosa libertà romana per le diverse religioni era tramontata, non solo verso le altre religioni, ma anche verso la propria se non si credeva ciecamente a tutto ciò che i vescovi stabilivano tra di loro cosa fossero le verità e quali le falsità sulla fede si rischiava molto spesso la vita..

MURA TEODOSIANE

Teodosio

L'imperatore svolse importanti opere edilizie, realizzando una colonna commemorativa nel Foro Boario, la Colonna di Teodosio, purtroppo trasformando lo splendido tempio di Afrodite nella nuova sede prefettizia, fece inoltre edificare il Monastero di San Giovanni di Studion, centro della cristianità ortodossa.

378 - Dopo la devastante sconfitta dell'Imperatore Valente nella battaglia di Adrianopoli, nel 378 contro i Visigoti di Frigerno, Costantinopoli temette grandemente le invasioni dei Barbari, che infatti avrebbero in futuro devastato l'Impero.

380 - Una delle principali preoccupazioni di Teodosio fu di rendere cristiano tutto l'Impero, emanando  l'Editto di Tessalonica del 380:
"Vogliamo.. si creda nell’unica divinità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo in tre persone uguali. Chi segue questa norma sarà chiamato cristiano cattolico, gli altri invece saranno considerati stolti eretici; alle loro riunioni non attribuiremo il nome di chiesa. Costoro saranno condannati anzitutto dal castigo divino, poi dalla nostra autorità, che ci viene dal Giudice Celeste".
Il culto cristiano non fu mai spontaneo ma potentemente obbligato nei secoli.

392 - Con l'editto di Costantinopoli emanato da Teodosio I l’8 novembre 392, si operò la completa distruzione del culto politeista romano.

395 - Sia Costantino che i suoi immediati successori avevano una visione unitaria dell'Impero, ma dopo la sua morte questo venne diviso definitivamente in due parti (395) e Costantinopoli divenne la capitale della parte orientale, mentre Milano prima e Ravenna poi divennero la capitale della parte occidentale. Da allora la crescita di Costantinopoli fu costante, mentre le città occidentali declinarono sempre più.

Alla morte dell'Imperatore le esequie vennero celebrate (per la I volta con rito cristiano) a Milano dal vescovo Ambrogio, colui che si era vantato di aver bruciato la sinagoga ebraica (bruciare le sinagoghe era un "atto glorioso" affinché "non possa esserci luogo in cui Dio è negato"- Ambrogio).

405 - Flavio Antemio, prefetto del pretorio per l'oriente, per ordine di Arcadio inizia a costruire le mura Teodosiane.

408 - Sale al trono Teodosio II.
Alla morte di Teodosio, l'Impero venne definitivamente diviso nelle due metà: Impero Romano d'Occidente, con capitale Ravenna, e Impero Romano d'Oriente, con capitale Costantinopoli.

Il nuovo giovane Imperatore d'Oriente, il debole Arcadio, protetto prima dal prefetto Flavio Rufino, poi da Eutropio, realizzò in città un nuovo foro, il Foro di Arcadio, lungo la via Mese, avviando la costruzione delle nuove mura.
Durante il regno del successore, Teodosio II, venne portata a termine la cerchia muraria, che da lui venne detta Teodosiana.

410 - Roma venne saccheggiata nel 410 dai Visigoti.

413 - Ma mentre per Roma, fin dal primo sacco subito ad opera dei Visigoti, iniziò una fase di rapido spopolamento, Costantinopoli prosperò. Infatti nel 413 le mura dovettero essere ampliate e la cinta muraria comprese in totale un'area quasi doppia rispetto a quella precedente.

415 - Lo stesso Teodosio II riedificò Santa Sofia, distrutta in un incendio e riconsacrata nel 415, e costruì il primo nucleo dell'Università di Costantinopoli, inaugurato nel 425 nei pressi del Foro Boario.

416 - A Costantinopoli (7 dicembre) tutti gli ufficiali dell'esercito, gli impiegati pubblici e i giudici non cristiani vengono licenziati.
423 - Nel 423 Teodosio II dichiarò che tutte le religioni pagane non erano altro che "culto del demonio" ed ordinò per tutti coloro che persistevano a praticarle, punizioni quali il carcere e la tortura. La tolleranza religiosa romana che aveva accolto ogni religione estranea purchè non volesse annientare le altre (come la cristiana) era miseramente finita insieme alla civiltà dell'impero.

425 - Vengono completate delle mura Teodosiane.

441 - Per sventare l'attacco degli Unni l'imperatore versò loro un tributo annuale. Ma nel 441 Attila sconfisse l'esercito romano in Tracia, effettuando poi una nuova invasione nel 447. 

Attila venne chiamato non a caso il Flagello di Dio, come fosse mandato da Dio a punire i cattolici poco adempienti alla religione. Infatti i gloriosi legionari di un tempo non esistevano più. L'amore per la patria venne sostituito con l'amore di Dio, un tributo molto impegnativo, che prendeva quasi l'intera giornata del credente, tra messe, cerimonie e preghiere. Al contrario degli Dei romani che poco invadevano la vita del popolo, libero di vivere la propria vita e di scegliersi gli Dei che preferivano.

In quello stesso anno, come a sottolineare la collera divina, un tremendo terremoto devastò la città, ma le mura furono riparate per opera del prefetto del pretorio d'Oriente, Costantino, impedendo così agli Unni di poterne approfittare per espugnare la città.

447 - Gran parte delle mura Teodosiane viene distrutta da un fortissimo terremoto.

450 - Il successore di Teodosio II, Marciano decise nel 450 di sospendere il pagamento del tributo ad Attila, che mosse quindi all'invasione dell'Occidente.

455 - Roma venne saccheggiata  nel 455 dai Vandali.


Giustiniano

476 - Nel 476 Odoacre, re degli Eruli, depone l'ultimo imperatore d'Occidente, Romolo Augustolo, e restituisce le insegne imperiali all'imperatore d'Oriente Zenone, in segno di sottomissione. Quest'ultimo fu però deposto dalla ribellione di Basilisco dopo appena un anno. Riuscì a riconquistare il trono, che tenne fino alla propria morte, sedando le ribellioni di Marciano (479), di Illo (484–488) e dei Samaritani (484/489).

GIUSTINIANO
Ha termine la diarchia delle due "Rome", Da tale momento l'Impero d'Oriente sarà l'unico a sopravvivere, considerandosi unico e legittimo erede dell'intero impero romano.

Sebbene Costantinopoli si definisse romana, così come i suoi abitanti si definivano Romei, dal momento della caduta dell'Occidente, seguì uno sviluppo sempre più autonomo da quello dell'occidente latino, con caratteri sempre più greci e "orientali", definiti come bizantini, dall'antico nome di Costantinopoli, Bisanzio.

Vi fu un serio decadimento dell'arte, cadde la prospettiva, la fluidità delle forme e degli atteggiamenti, i volti divennero statici, frontali e privi di espressione. Pure avendo questo stile un suo fascino per le preziosità, gli ori e i diademi, si trattò comunque di un fascino cupo e pesante.

482 - Con gli imperatori Anastasio I Dicoro il monofisita, che rimise in sesto le casse dello stato, e Giustino, grande persecutore di ariani e monofisiti, ma soprattutto con la splendida epoca di Giustiniano (482-565), Costantinopoli prosperò.

Essa divenne una grande città, anche se di dimensioni inferiori alla Roma di età imperiale.

Sebbene a Costantinopoli all'inizio del V secolo si contassero infatti 4.388 domus, il triplo che a Roma, il numero delle insulae era di gran lunga inferiore alle oltre 46.000 di Roma.

Anche il lusso propendeva ancora verso Roma, dove vi erano 830 terme private (a Costantinopoli 153) e dove i ricchi senatori davano spettacoli molto più fastosi rispetto a quelli che poteva permettersi la nuova classe dirigente di Costantinopoli.

525 - Antiochia fu distrutta da un terremoto nel 525.

MURA MARITTIME
527 - Salito al trono nel 527, l'imperatore Giustiniano promosse grandi opere ed ebbe la tenacia e la buona sorte di vedere realizzati gran parte dei suoi progetti, sia in ambito politico-militare, sia negli ambiti religioso, giuridico e architettonico.

Le grandi imprese architettoniche per lui, secondo lo storico bizantino Procopio di Cesarea, rivestivano la stessa importanza della riconquista della parte occidentale dell'impero, della restaurazione dell'ortodossia religiosa e della codificazione del diritto. La sua politica universale trovò un valido strumento di propaganda nelle grandi opere che abbellirono Costantinopoli.

532 - Il malcontento per alcuni aspetti delle riforme giudiziarie introdotte dal suo Corpus Iuris Civilis, la diffusione del monofisismo, le lotte politiche che coinvolgevano l'imperatore e gli eredi di Anastasio I, congiuntamente al crescente potere acquisito sin dagli inizi del suo regno dai demoi degli Azzurri e dei Verdi, i due partiti politici espressi dalle tifoserie dell'Ippodromo, esplosero l'11 gennaio 532.
Secondo il Monofisismo la natura umana di Gesù era assorbita da quella divina e dunque in lui era presente solo la natura divina e su questa disquisizione si torturarono e uccisero un'infinità di persone, invocando per giunta il nome di Cristo.

Nel circo vi fu rivolta di Nika, in cui si batterono le due principali fazioni politiche, devastando l'intera città per sei giorni, Poi la rivolta venne repressa sanguinosamente dai generali Mundo e Belisario.

537 - Al termine della rivolta il danno più evidente era la distruzione della basilica di Santa Sofia, che l'imperatore fece ricostruire nel 537.

540 - Antiochia venne conquistata dai persiani.
La caduta di Costantinopoli, e quindi la fine dell'Impero Romano d'Oriente, è indicata talvolta come l'evento che convenzionalmente chiude il Medioevo e inizia l'evo moderno.

580 - Gli inquisitori cristiani attaccano un Tempio segreto di Zeus ad Antiochia. I Sacerdoti Pagani si suicidano, ma il resto dei Gentili vengono arrestati, incluso il vice governatore Anatolius, torturati e mandati a Costantinopoli per essere imprigionati. Condannati a morte furono dati in pasto ai leoni e quelli non divorati vennero crocifissi. I loro cadaveri furono trascinati per le strade dalle folle cristiane e poi lasciati insepolti nella polvere.
L'IPPODROMO

I MONUMENTI

Il centro cittadino era proteso verso il mare, sul sito della vecchia Bisanzio. Da qui si dipartiva la principale arteria della città, la Mese, che, in corrispondenza della piazza del Philophation si biforcava. Un ramo proseguiva verso nord, alla porta di Adrianopoli e alla via della penisola balcanica, l'altro proseguiva invece a sud-ovest, diventando la via Trionfale che, raggiungendo la Porta d'Oro, conduceva alla via Egnazia, in direzione della Grecia e di Roma.

I porti principali si trovavano all'entrata del Corno d'Oro (un estuario preistorico invaso dal mare) nel Bosforo, sul lato nord-orientale della penisola (Prosphorion, Neorion) e sul Mar di Marmara, un mare interno che separa il mar Nero dal Mar Egeo (Kontoskalion/Portus Julianus), sul lato meridionale-orientale.

Il foro non seguiva lo schema tipico delle città e degli accampamenti romani, ovvero l'allineamento delle strade parallele sui due assi ortogonali del cardo e del decumano. Esso si estendeva ad occidente, su un'altura. era a pianta circolare e circondato da colonne a doppio ordine.

Gli edifici imperiali e quelli e dell'amministrazione di stato si affacciavano sul circo (come a Roma i palazzi imperiali si affacciavano sul Circo Massimo), dove si svolgevano non solo le corse dei cavalli, ma anche le cerimonie e le manifestazioni pubbliche. Accanto vi era la basilica di Hagia Sophia e altre importanti chiese.

C'erano tutti i poteri: quello imperiale, con il complesso dei palazzi regali, la basilica che da ufficio civile era stato trasformato in ufficio religioso, e il circo per il divertimento e insieme per le manifestazioni pubbliche, laddove però il popolo si batteva per assurdi poteri pseudo religiosi.

Occorre capire che seguire un tale vescovo con un tale credo poteva incontrare il favore dell'imperatore ottenendo larghissimi sussidi. A volte si ricorreva anche all'imperatrice o ai consiglieri per influenzare la scelta del credo che comportava ricchezza e poteri.

Nonostante la magnificenza profusa da Costantino, per lungo tempo la nuova capitale non fu in grado di competere con le altre metropoli dell'Impero, soprattutto con Roma, che venne superata solo alla sua decadenza quando iniziarono le sue barbare spoliazioni e devastazioni.

Tra le chiese fondate da Costantino c'erano quella dedicata alla Santa Sapienza (la Santa Sofia, prima della riedificazione al tempo di Giustiniano I (527-565) che ne fece un capolavoro di architettura, e quella dei Santi Apostoli, a pianta centrale, che divenne il mausoleo imperiale.

Queste grandi opere seppure molto belle non possedevano più la solidità immortale delle opere più antiche, visto che molto dell'arte di costruire era già andata persa. Infatti la distruzione dell'antica Roma non accadde per cause naturali ma venne perpetrata con secoli e secoli di distruzione organizzata,

Così queste costruzioni bizantine si dimostrarono a volte fragili, fino a crollare miseramente. Nonostante ciò vi fu una grande espansione, e negli anni successivi a Costantino si provvide ad elaborare ed aggiungere conventi, chiese, palazzi. 

Inoltre, sempre a modello di Roma, Costantino fece edificare il milion, un arco considerato il "centro" dell'Impero (a Roma era una colonna), e dal quale si misuravano le distanze con le altre città, poi il palazzo della Magnaura (dal latino "magna aula", grande aula) nel cui vastissimo salone venivano svolti gli atti solenni e ricevute le ambascerie più importanti,

Al complesso del Gran Palazzo si affacciava sul principale luogo di pubblico raduno della città: il Grande Ippodromo. Ma venne annesso anche lo Tzykanisterion, un grande campo per le gare di Polo, gioco importato dalla Persia che era diventato il maggiore svago della nobiltà bizantina, e i bagni di Zuxippo, le principali terme della città. Queste, già esistenti al tempo della vecchia Bisanzio, erano state poi inglobate e ampliate dalle opere costantiniane, divenendo parte dei palazzi imperiali. Infine il Palazzo del Boukoleon, residenza privata degli imperatori.

LE MURA

LE MURA

Quando venne riedificata la Nova Roma, Bisanzio disponeva già di una cinta muraria, le cosiddette Mura Severiane, erette da Settimio Severo nel II secolo d.c.

Le mura della nuova capitale, erette da Costantino, e dette pertanto Mura Costantiniane, si estendevano per Km 2,8 attraverso la penisola, ad ovest delle vecchie mura, dal Mar di Marmara al Corno d'Oro, includendo un territorio esteso tre volte il precedente.

Completate nel 328, a queste mura si aggiungevano le opere difensive che proteggevano la città dal mare.

Nonostante la loro ricostruzione, le mura costantiniane divennero nuovamente troppo piccole per la nuova città in espansione, per cui, ottant'anni dopo, la cerchia fronte terra venne ricostruita.

Le nuove mura, dette Mura Teodosiane, vennero completate sotto l'imperatore Arcadio (377 - 408), e furono un capolavoro di architettura militare dovuto al prefetto del pretorio Flavio Antemio.

Le mura vennero prolungate per Km 6,5, dal Mar di Marmara al quartiere delle Blachernae, vicino al Corno d'Oro, il canale di 31 km diretto da Nord-Est a Sud-Ovest che mette in comunicazione il Mar Nero col Mediterraneo, e vennero completate nel 413. Le mura avevano nove porte e numerose posterule.

La nuova cinta muraria aveva tre fortificazioni concentriche. La cerchia interna o Grandi Mura, era costituita da uno spesso e alto muro con alte torri e numerose porte, con altezza tale da superare con le armi dal lancio la cerchia esterna, più bassa e anch'essa intervallata da torri, alternate rispetto a quelle interne.

Tra le due cerchie murarie si snodava una strada militare protetta, utilissima nei combattimenti.

Oltre la cerchia esterna si trovava un vallo eretto a creare un'ulteriore spazio traversato da un'altra strada militare allagabile in caso d'assedio, con un sistema a compartimenti stagni.

PORTA AUREA

LA PORTA AUREA

L'accesso principale alla città era rappresentato dalla Porta Aurea, o Porta d'Oro, aperta sulla via Egnazia, che conduceva, attraverso la rotta Durazzo-Brindisi, alla via Appia e a Roma. Essa era la porta principale di Costantinopoli attraverso le mura teodosiane, usata nel corso delle cerimonie trionfali, e si trovava all'estremità meridionale delle mura.

La affiancava una fortezza nota come Strongylon (detta anche Pentapyrgion e poi Eptapyrgion), riedificata dai Turchi col nome di Yedikule.  Non lontano dalla Porta Aurea sorgevano l'importante monastero di San Giovanni di Studion e la Torre di Marmo, giunzione tra le Mura teodosiane e le Mura marittime della città rivolte verso il Mar di Marmara.

La Porta d'Oro, spesso attribuita a Costantino ma con alcune incertezze, si mantenne fino alla fine dell'impero bizantino e venne distrutta nel 1509 da un terremoto.

In origine la Porta Aurea era un arco trionfale eretto nel 388, durante il regno di Teodosio I per celebrare la vittoria sull'usurpatore Magno Massimo. Un'ode infatti gli venne dedicata sul tema:

Haec loca Theudosius decorat post fata tyranni.
aurea saecla gerit qui portam construit auro.


(Teodosio adornò questi luoghi dopo la caduta del tiranno.
portò un'età dell'oro colui che costruì la porta d'oro.)

L'arco si ergeva solitario, al di fuori delle vecchie mura costantiniane ma all'interno dell'area di espansione della città, lungo la Via Egnazia. L'arco venne presto inglobato nella nuova cinta muraria voluta dal successore di Teodosio, Arcadio affiancandogli due alte torri rivestite di marmo.

La porta venne edificata in larghi blocchi di marmo squadrati e levigati uniti da malta, a tre fornici con bassorilievi e statue, e in cima una Vittoria alata su una quadriga bronzea.
I battenti vennero coperti di foglia d'oro, da cui il nome aurea.

Dalla porta iniziava la via Trionfale che, attraversato il Foro di Arcadio e il Foro Boario, sfociava nella piazza triangolare del Philadelphion, ricongiungendosi con la Mese, la grande via centrale.

Da qui, attraversando il Foro di Teodosio e il Foro di Costantino raggiungeva il Milion, con i complessi monumentali dell'Augustaion, del Gran Palazzo, del grande ippodromo e della basilica di Santa Sofia.

La porta, detta anche la "Porta di Attalos", è stato descritta nel tardo periodo bizantino dallo studioso Manuele Crisolora. Questi la descrisse come una costruzione di "blocchi di marmo con ampia e grande apertura", e coronata da un portico.

Nei secoli precedenti, la porta era stata decorata con molte statue, tra cui una rappresentante Costantino I, che però si distrusse cadendo in un terremoto nel 740. Alla fine dell'epoca bizantina, sulla porta fu dipinta una crocifissione.



LA VIA MESE

La via Mese (dal greco: «via di Mezzo») era la via principale di Costantinopoli, larga 25 m e affiancata da portici colonnati con le relative botteghe.

Era lo scenario delle più importanti processioni imperiali bizantine, almeno fino all'epoca dei Comneni: l'imperatore vittorioso, alla testa dell'esercito, entrava in città dalla Porta Aurea e seguiva la Mese fino al Gran Palazzo, tra ali di folla giubilanti. Il suo corso corrisponde all'attuale via di Divanyolu di Istanbul.

La Mese iniziava presso il Milion, il punto dal quale si misuravano le distanze da Costantinopoli, che si trova ancora oggi nei pressi di Hagia Sophia, per poi dirigersi verso occidente, superando l'Ippodromo e i palazzi di Lauso e Antioco. Dopo circa 600 metri giungeva al Foro di Costantino, dove era collocata una delle due curie senatoriali. Questo tratto della strada era anche noto come Regia («Strada imperiale»), in quanto costituiva il percorso cerimoniale originale, dal Gran Palazzo e dalla piazza dell'Augustaion fino al Foro di Costantino.

Il tratto successivo collegava il Foro di Costantino al Foro di Teodosio (anche noto come Forum Tauri); a circa metà percorso incrociava la via nota come Makros Embolos, in un punto segnato dal tetrapylon chiamato Anemodoulion («Servo dei venti»). Il tetrapylon era un monumento romano a forma cubica, con una porta su ognuna delle quattro facce laterali: generalmente eretto dove si incrociavano 4 strade.

A valle del Foro di Teodosio, la strada si biforcava, in corrispondenza del Capitolium: un ramo raggiungeva la chiesa dei Santi Apostoli (con pianta a croce greca) e poi la Porta di Polyandrion; l'altro ramo attraverso il Forum Bovis e il Foro di Arcadio, raggiungeva la Porta Aurea, e da lì si congiungeva alla via Egnatia.

FORO DI COSTANTINO

FORO DI COSTANTINO

Il Foro venne edificato al momento della fondazione della nuova capitale nei pressi delle mura della città antica.

Di forma probabilmente circolare con portici, era intersecato sui lati est-ovest da due archi trionfali e a nord ospitava l'aula del senato, al centro si trovava la monumentale colonna oggi conosciuta come Çemberlitaş o "colonna bruciata", unico resto visibile ancora oggi del complesso, sormontata da una statua di Costantino ormai perduta.

La piazza, decorata da numerose statue provenienti da tutte le città dell'Impero, rimase utilizzata e sostanzialmente intatta fino al sacco veneto del 1204.

IL SENATO

IL SENATO

Posto a nord nel foro di Costantino si presentava come un grande edificio basilicale adorno di marmi e con una ricca collezione di statue che ne fecero una specie di museo, custode dei capolavori classici che strappò da ogni dove del suo impero, tra i quali le fonti ricordano lo Zeus di Dodona, in Epiro; l’Atena di Lindos, nell’isola di Rodi; infine, il gruppo delle Muse proveniente dal Μουσεῖον del Monte Elicona, in Beozia.

Il senato era ornato da quattro grandi colonne di porfido, dinanzi all'edificio erano collocate due grandi statue di bronzo raffiguranti Anfitrite e Atena, sembra trattarsi della Promachos di Fidia



LA COLONNA DI COSTANTINO

Al centro del foro si trovava un alto monumento simbolo del potere imperiale, la colonna-santuario di Costantino.

Si trattava di una grande colonna sormontata da una statua bronzea dell'Imperatore rappresentato come Helios, il Dio greco del Sole, esattamente come aveva fatto Nerone accanto al Colosseo.

Si tratta di una colonna composta da otto tamburi di porfido proveniente da Eliopoli,  sormontata da una statua raffigurante l'imperatore in veste di Helios.

Sul globo che teneva nella mano destra era infissa una croce, nella mano sinistra portava una lancia e sulla testa portava una corona a sette raggi, come figura anche nella monetazione dell'imperatore fino al 326.

La colonna portava l'iscrizione "Costantino, che splende come il sole"e lo sguardo della statua era rivolto verso il sole nascente. La colonna è alta 23,40 metri, compresa la statua doveva raggiungere i 37 metri.

Durante il tardo impero una tradizione bizantina affermava che il Palladio, trasferito da Roma a Costantinopoli da Costantino, era seppellito sotto questa colonna.

Nella nuova tradizione si suppone invece che sotto la colonna si trovino parti della croce di Gesù ritrovate da Elena, madre dell'imperatore.

Cosa molto improbabile visto che Elena riempì l'impero romano di reliquie della croce. Di recente è stato effettuato un restauro della colonna, ora di nuovo visibile al pubblico.

La colonna si ergeva su uno zoccolo alto circa cinque m, che racchiudeva un santuario dove si celebrava la messa, si bruciavano incensi, si accendevano lampade votive e si pregava, verso l'immagine imperiale, che scongiurasse sciagure proteggendo la città che aveva fondato. 

L'identificazione con Helios risulta connessa ai teologi di corte, che sfruttarono l'antica simbologia del Sol Invictus, la assimilarono a Cristo, come "sole di giustizia e salvezza", per farla accettare al popolo, rivestendola con l'immagine dell'unico Dio.. 

Del resto Costantino era molto devoto al Sol Invictus, un Dio assimilato a Mitra, che faceva celebrare ogni anno il 25 Dicembre, come si soleva fare nel culto pagano. 

FORO DI TEODOSIO

FORO DI TEODOSIO

Il Foro di Teodosio era dislocato lungo la centrale di Costantinopoli, la via Mese, a circa 500 m dal Foro di Costantino, nell'area corrispondente all'attuale piazza Beyazit di Istanbul.

Fu originariamente costruito per volere dell'imperatore Costantino I, che lo chiamò Forum Tauri («Foro del Toro»), ma a partire dal 384 fu ricostruito per volere dell'imperatore Teodosio I sul modello del Foro di Traiano a Roma.

I lavori cambiarono totalmente l'aspetto del foro, che si arricchì di chiese, terme, portici attorno al foro e l'erezione di una colonna trionfale al suo centro, il Forum Tauri fu ri-dedicato a Teodosio nel 393.

Alla metà dell'VIII secolo, durante il regno dell'imperatore Costantino V, il foro fu convertito in un mercato del bestiame; fu probabilmente in questa occasione che fu eretto un muro meridionale parallelo alla via Mese.




LA COLONNA DI MARCIANO

COLONNA DI MARCIANO
La colonna di Marciano fu eretta a Costantinopoli dal praefectus urbi Taziano (450-c.452) e dedicata all'imperatore Marciano (450-457).

Essa venne realizzata in granito egiziano grigio-rosso, e la colonna poggia su una base quadrangolare di marmo bianco. Le lastre della base vennero decorate con croci greche incorniciate da medaglioni su tre lati e con due genii che reggono un globo sul fronte.

Sulla colonna si erge un capitello corinzio sormontato da un piedistallo, sopra cui poggiava la statua di Marciano. Sulla base si legge:

« Principis hanc statuam Marciani
cerne torumque
praefectus vovit quod Tatianus

opus»

cioè:

« Osserva questa statua del princeps Marciano
e la sua colonna,
perché il prefetto Taziano fece voto
di questa opera »



LA COLONNA DI TEODOSIO

Il fusto della colonna era decorato con rilievi celebranti la vittoria dell'imperatore sui barbari, mentre una statua di Teodosio era presente sulla sommità. All'interno della colonna era ricavata una scala a chiocciola che permetteva ai visitatori di raggiungere la sommità della colonna.

Al centro del foro si trovava la colonna di Teodosio, una colonna coclide eretta nel 386 in onore di Teodosio I. La colonna coclide era una grande colonna isolata decorata da un fregio che vi si snodava attorno e che conteneva una scala a chiocciola all'interno ("coclide" era la spirale della chiocciola).

Sia la colonna che la collocazione richiamavano la Colonna traiana posta nel Foro di Traiano a Roma.
Teodosio, spagnolo come Traiano, scelse di richiamarsi al modello del grande Traiano e di riprodurre i monumenti di Roma a Costantinopoli. Era ai piedi di questa colonna che si teneva la cerimonia di accoglienza degli ambasciatori stranieri e che l'imperatore era ricevuto in occasione del suo ritorno da Occidente.

Nel 478, a causa di un terremoto, due supporti della statua di Teodosio cedettero, causando il crollo del simulacro, ma la colonna rimase intatta.

La colonna rimase senza statua fino al 506, quando Giovanni Paflagonio restaurò tutte le statue di Costantino della città ed eresse una statua dell'imperatore bizantino Anastasio I (491 al 518) sulla sommità della colonna, al posto di quella di Teodosio. La colonna rimase in piedi fino alla fine del XV secolo, e alcuni suoi pezzi furono utilizzati per la costruzione delle terme di Patrona Halil.

Sembra che nell'Augusteon, dove prima c'era la colonna di porfido con la statua di Elena, Teodosio abbia sostituito la colonna con una di piombo, ponendovi sopra la propria statua d'argento che pesava un equivalente attuale di 700 kg.


LA STATUA EQUESTRE DI TEODOSIO

Nel 394 fu dedicata a Teodosio una statua equestre, posta al centro del foro, sulla cui base erano incisi dei versi che facevano riferimento all'aspetto solare della regalità:

« Sorgi da oriente, scintillante, un secondo Elios
Per i mortali, Teodosio, sereno tra i cieli
Con Oceano e la Terra senza confini ai tuoi piedi.
Splendentemente preparata alla guerra, la tua cavalcatura,
Redine leggera, grande spirito, sebbene piena di furia. »

Stranamente nessuna ode agli imperatori pagani sottolineò tanto la guerra e la furia di questo imperatore cattolico.

ARCO TRIONFALE

L'ARCO TRIONFALE

L'arco trionfale fu costruito a cavallo della via Mese, la strada principale di Costantinopoli, che partiva da Hagia Sophia e raggiungeva la Tracia e i Balcani, costituendo uno dei due accessi al foro.

L' arco trionfale fu edificato in marmo proveniente dall'isola di Marmara. Esso era a tre fornici, dei quali quello centrale era più largo e alto. I fornici erano separati e affiancati da otto colonne per lato, decorate in maniera tale da richiamare il bastone di Ercole. Costruito secondo il modello degli archi trionfali di Roma, era sormontato da una statua di Teodosio, orientata verso Occidente, e da quella di suo figlio Arcadio, voltata verso Oriente.

L'arco, insieme al resto del foro, fu gravemente danneggiato dal terremoto del  558, in occasione del quale la statua di Arcadio cadde al suolo. L'arco fu distrutto poi definitivamente dal terremoto del 740. Una delle colonne fu riutilizzata nella Basilica-Cisterna, mentre un'altra è conservata all'esterno del Museo archeologico di Istanbul.

TETRAPYLON

TETRAPYLON

Il tetrapylon, letteralmente le quattro colonne, era un monumento usato spesso a Costantinopoli in corrispondenza di una piazza. Era in sostanza un arco quadrifronte, come quello di Giano a Roma. Sovente il tetrapylon era sormontato dalla statua di una Nike in volo o da altra divinità. Anche il Million fu comunque un tetrapilyon, solo molto più sontuoso.



FORO DI ARCADIO

Il foro di Arcadio fu costruito dall'imperatore Arcadio nel 403, nell'area Xerolophos, l'ultimo di una serie di forum che arrivava alle mura di Costantino ed alla Porta Dorata. Tra questi ricordiamo il Foro di Teodosio, il Foro di Costantino, il Forum Bovis ed il Forum Amastrianum, costruiti partendo dal centro della città verso ovest, lungo la via Mese.

Il forum fu in seguito trasformato in bazaar dagli Ottomani, chiamato Avrat Pazarı o "Bazaar delle donne". Fu usato per la vendita all'asta delle donne, chiamate anche 'Cariye', ovvero le odalische.



LA COLONNA DI ARCADIO

Ormai ogni imperatore voleva la sua colonna e la colonna di Arcadio, situata al centro del forum, era decorata a spirale con bassorilievi rappresentanti i trionfi dell'imperatore, come la colonna Traiana di Roma. In cima alla colonna, alta oltre 50 m, si trovava un enorme capitello corinzio sormontato da una statua equestre di Arcadio, posta nel 421 dal figlio Teodosio II. La statua fu distrutta da un terremoto nel 704 ma la colonna rimase in piedi ancora per un millennio, prima di essere volutamente demolita nel 1715, quando era ormai sul punto di crollare. Ora ne resta solo la base mutilata ed alcuni frammenti delle sculture che la ornavano, esposti presso i Musei archeologici di Istanbul.

Venne edificato anche il milion, un arco considerato il "centro" dell'Impero, e dal quale si misuravano le distanze con le altre città, il palazzo della Magnaura (dal latino "magna aula", ovvero grande aula) salone dove venivano svolti gli atti solenni e ricevute le ambascerie più importanti, e il Palazzo del Boukoleon, residenza privata degli imperatori.



IL PALAZZO IMPERIALE o PALAZZO DELLA MAGNAURA

Detto il Gran Palazzo (Magnum Palatium) o Magnaura (dal latino "magna aula", grande aula) il palazzo imperiale era la reggia sontuosa ma pure l'apparizione del sovrano nella sua tribuna, dalla quale si mostrava al popolo per presenziare ai giochi, circondato da un'aureola pressoché divina.

Il palazzo fu costruito a partire dal 330, assieme alla rifondazione della città come Costantinopoli - Nuova Roma, quale residenza di Costantino e dei suoi discendenti. Venne rimaneggiato ed ampliato numerose volte, in particolare durante i regni di Giustiniano II e Teofilo.

Del palazzo restano poche vestigia rimaneggiate in periodi successivi a Costantino. Dell'epoca del primo imperatore resta solo l'Ippodromo, costruito contemporaneamente alle mura. ispirato al Circo Massimo di Roma,

Era anche detto Sacro Palazzo (Sacrum Palatium), un ampio complesso bizantino sul limite sud-orientale della penisola su cui sorge la città, nei pressi dell'Ippodromo, della Basilica di Santa Sofia e Santa Irene. Fu principale residenza degli imperatori bizantini dal 330 al 1081, quasi 800 anni, la principale residenza degli imperatori bizantini e del potere terreno sugli uomini sancito da Dio.

Abbandonato nel XIII sec. e demolito alla presa di Costantinopoli da parte di Maometto II, ne sono stati ultimamente riportati alla luce alcuni mosaici, visitabili nel Museo del Mosaico.

Il palazzo era probabilmente costituito da una serie di padiglioni, similmente al successivo Gran Serraglio ottomano, nel quale è stato in seguito inglobato. Era una vera e propria cittadella di 25000 mq di superficie, che racchiudeva caserme, cortili, fontane, edifici destinati alle più varie funzioni, una ventina tra chiese ed oratori.

L'accesso principale avveniva dall'Augustaion, attraverso la Porta della Chalke. Da qui si accedeva al palazzo della Daphne, edificio cerimoniale dove si concentravano le varie attività amministrative: l'edificio doveva il nome ad una delle sue statue, raffigurante la ninfa Dafne e che lì era stata trasportata da Roma.



Gli edifici di rappresenzanza:

Tra i saloni di rappresentanza vi erano:
- la Triconca, la sala dei ricevimenti dei 19 Akkubita, 
- e la Magnaura, vasta basilica a tre navate, dove fu in seguito insediata l'Università. La scuola originariamente fu fondata presso il Foro Boario nel 425 da Teodosio II, con il nome di Pandidakterion. Aveva 31 cattedre per legge, filosofia, medicina, aritmetica, geometria, astronomia, musica, retorica etc., 15 cattedre per il latino e 16 per il greco. Solo nell'849 però la scuola fu riconosciuta ufficialmente come università.
La sala del trono del Chrysotriklinos, edificata da Giustino II, era un ambiente a pianta ottagonale con volta a cupola, dalla sfarzosa decorazione. Da qui si accedeva all'appartamento imperiale dell'Octagon, con l'annesso Vestiarios, alla Phylax, dov'era custodito il tesoro, e alle cappelle di San Teodoro e del Pantheon.

PORTA DELLA CHALKE

LA PORTA DELLA CHALKE

La Porta della Chalke (Porta di Bronzo) era a l'accesso monumentale al Gran Palazzo reale.
Era affacciata sull'angolo sud dell'Augustaion, il principale foro della città, e fu fatta costruire dall'architetto Eterio per volere dell'imperatore Anastasio I, per celebrare la sua vittoria nella Guerra isaurica. La porta fu danneggiata gravemente da un incendio durante la rivolta di Nika del 532 e poi restaurata da Giustiniano I.

Quando il centro principale del complesso si trasferì nel palazzo del Bucoleon, la Chalke perse la sua funzione di principale accesso ai palazzi imperiali, sostituita dalla porta posta al disotto del Kathisma, la loggia imperiale affacciata sull'ippodromo.

AUGUSTAION


L'AUGUSTAION

L'Augustaion era un grande cortile compreso tra la basilica di Hagia Sophia e il Gran Palazzo, noto come Tetrastoon. Era ornato di statue e giardini tra cui una statua della madre di Costantino, Elena, collocata su di una colonna.

Fu progettato dall'imperatore Costantino I sul luogo dell'antica agorà della città, e qui si affacciava il Senato di Costantinopoli, costruito da Costantino o da suo nipote Giuliano.


COLONNA GIUSTINIANA

LA COLONNA GIUSTINIANA

Giustiniano aggiunse all'Augustaion l'omonima colonna sulla cui sommità era posta una sua statua equestre bronzea, realizzata, si dice, coi soldi della fusione della statua d'argento di Teodosio. La colonna, eretta su un'alta base di marmo, fu realizzata tutta in bronzo dorato. Secondo altri la colonna era invece in porfido rosso.
L'imperatore a cavallo portava con la sinistra il globo con la croce e con la destra ammoniva, si disse, minacciosamente l'oriente.
A questa stessa colonna il conquistatore turco fece però appendere la testa del vinto Giustiniano.

Nel cortile vi era anche un gruppo statuario raffigurante tre re barbari che offrono tributi, posto di fronte alla colonna di Giustiniano. A seguito della presa di Costantinopoli, Maometto II fece rimuovere la statua equestre e la fece fondere, mentre la colonna fu distrutta intorno al 1515.

MILION

IL MILION

Il Milion o Million era un monumento miliario eretto all'inizio del IV sec. a Costantinopoli. 

A modello del Miliario aureo di Roma, esso era il miliario della capitale romana d'Oriente, e tutte le distanze da Costantinopoli alle varie città dell'impero erano riferite a questo punto; era dunque l'omologo del Miliario aureo di Roma.

Rimase intatto almeno fino al tardo XV secolo. Dei  frammenti furono riscoperti negli anni 1960 e collocati nell'angolo settentrionale della piazza di Hagia Sophia, nei pressi della Cisterna Basilica.

Quando Costantino I ricostruì la città di Bisanzio per farne la Nova Roma («Nuova Roma»), decise di riprodurvi molte caratteristiche di Roma, tra cui il Milion. La nuova costruzione richiamava il Miliario aureo di Roma: era considerato l'inizio di tutte le strade che da Costantinopoli portavano nelle città europee dell'Impero, e sulla base erano incise le distanze tra la capitale e le principali città dell'Impero.

RESTI DELLA COLONNA AUREA
Il monumento costantinopolitano era molto più complesso del suo omologo romano. Si trattava infatti di un tetrapylon, un sorta di doppio arco trionfale, sormontato da una cupola, poggiata su quattro arcate. Sulla sommità si trovavano le statue di Costantino e di sua madre Elena, rivolte a oriente, e dietro di loro una statua della Tyche della Città.

Fu eretto nella prima regione della città, a oriente dell'Augustaion, nei pressi delle antiche Mura di Bisanzio, all'inizio della via principale della nuova città, la via Mese.

Dall'inizio del VI secolo, l'edificio divenne un passaggio sempre più importante del cerimoniale imperiale. Giustiniano I vi aggiunse una meridiana, mentre Giustino II adornò la parte inferiore con le statue di sua moglie Sofia, sua moglie Arabia e sua nipote Elena. Il monumento era alche decorato da statue equestri di Traiano, Adriano, Teodosio II e una quadriga di bronzo di Elio.

Durante la prima metà dell'VIII secolo, le volte della costruzione furono adornate dagli imperatori Filippico e Anastasio II con dipinti dei concili ecumenici precedenti, ma durante l'epoca dell'Iconoclastia, l'imperatore Costantino V li sostituì con scene dell'ippodromo.

Sotto la dinastia dei Comneni si moltiplicarono lotte nella città, come quelle tra Niceforo III e Alessio I, o quelle tra le truppe imperiali e la principessa Maria di Antiochia, che da questa posizione controllava l'Augustaion.

Scomparve probabilmente all'inizio del XVI secolo a causa dell'ingrandimento del vicino Acquedotto di Valente e la successiva erezione del vicino suterazi (il serbatoio idrico a torre).

Negli anni 1967 e 1968, gli scavi rivelarono alcune fondazioni e un frammento, ora rieretto come pilastro, pertinenti all'edificio. Questi resti sono stati identificati come appartenenti al Milion grazie alla loro vicinanza ad una parte di una canalizzazione bizantina incurvata, che sembra corrispondere all'angolo della scomparsa via Mese, come riportata dalle fonti letterarie.

Presso il Μilion si trovava «fin dai tempi antichi un carro di Zeus-Helios tirato da quattro cavalli di fuoco e sorretto da due colonne», che, in occasione delle cerimonie d’inaugurazione della città, era trasportato nell’Ippodromo scortato da guardie e con l’aggiunta di una nuova piccola statua della Tichè, appositamente ordinata da Costantino.


CAPITOLIUM

CAPITOLIUM

CAPITOLIUM
Esso era stato concepito dai vincitori romani sull'immagine del Capitolium di Roma, il massimo tempio consacrato alla sacra trinità degli Dei, cioè Giove, Giunone e Minerva.

Qui la statua del re degli Dei era posta al centro, quella della sua posa alla sua destra, e la statua della Dea della guerra e delle arti alla sua sinistra.

Alcuni tra i templi più belli di Bisanzio vennero trasformati in edifici di diversa funzionalità, spesso anche in spregio alla precedente funzione religiosa.

Nel 407, l’edificio sacro fu sconsacrato con l’apposizione di una croce, non per farne un altro edificio religioso ma per sancirne il possesso cristiano.

Si sa che l'imperatore Teodosio I concesse ulteriori ‘sale’ ai ristoranti che già si affollavano nella zona del Capitolium, ormai declassato a zona di locande e mense.

L’edificio infatti, dopo aver perso la sua funzione religiosa, diventò per un periodo di tempo sede dell’università di Costantinopoli, e i vani adiacenti furono appunto occupati da popinae.

TEMPO DI HELIOS

I TEMPLI

Costantino concesse a se stesso la carica di Pontifex Maximus, ovvero di responsabile e garante di tutte le religioni licitae presenti nell’Impero. Nella Lettera ai Provinciali d’Oriente del 324 d.c. l’imperatore concesse ai fedeli delle religioni non cristiane che, pur non essendo ancora giunti alla verità, potessero mantenere intatti e frequentare liberamente i propri luoghi di culto, senza che però venissero effettuati dei sacrifici. 

Dunque Costantino non ordinò la chiusura dei templi pagani se non in casi particolari e in definitiva operò per: la chiusura di alcuni templi; la requisizione degli oggetti, dei materiali preziosi e delle statue al loro interno; la distruzione di pochi santuari.

Lo storico Libanio scrive nella Pro templis che: «[Costantino] utilizzò le ricchezze dei templi per costruire la città alla quale consacrò tutto il suo zelo, ma non apportò alcun mutamento al culto ufficiale; nei templi regnava la povertà, ma era facile vedere che tutto il resto si svolgeva normalmente», confermando che gli antichi santuari continuavano a funzionare anche se sottotono, senza sovvenzioni ufficiali ma lasciati all’iniziativa privata.
 
Viceversa la legge emanata da Teodosio II e Valentiniano III nel 435, oltre a ribadire il divieto di compiere sacrifici e ogni pratica proibita pena la condanna a morte, ordinava che i rimasti templi pagani venissero «distrutti e purificati con l’apposizione di un segno della venerabile religione cristiana»

I templi attivi in Costantinopoli erano:

- Il tempio di Tyche presso la basilica cittadina, fatto ricostruire da Costantino, un tempio risalente a Bisanzio, ma riedificato nella forma tramandata da Zosimo, cioè con all’interno una statua di Rea presa da Cizico e una di Fortuna fatta venire da Roma. 

La prima era una statua molto antica, per tradizione realizzata dagli Argonauti come potnia theron, con il polos in testa e i due leoni ai lati, modificata però togliendo i leoni e ponendo verso l'alto i palmi della Dea. Zosimo l'interpretò come trasformazione di Rea-Cibele in Madonna; difficile da credere, perchè anche se dal 431 venne diffuso il culto della Madonna, nel 330 invece, alla data della sua edificazione, tale culto non esisteva proprio. 

- Il tempio di Afrodite, che, per ordine di Costantino, venne privato delle sue fonti di reddito e depredato delle sue ricchezze, e che poi Teodosio I fece trasformare in una rimessa per il carro del prefetto del pretorio, con accanto un ospizio per le prostitute povere. Successivamente viene trasformato in casa di piacere.

- Il tempo di Apollo, che, per ordine di Costantino, venne privato delle sue fonti di reddito e depredato delle sue ricchezze, e che Teodosio I fece trasformare in un’aulé oikematon (sala di ricreazione o di piacere) donata alla chiesa di Santa Sofia

- Il tempio di Artemide, che, per ordine di Costantino, venne privato delle sue fonti di reddito e depredato delle sue ricchezze, e che Teodosio I fece trasformare in una sala per il gioco dei dadi.

- Tempio di Artemide a Sole, che per ordine di Teodosio I venne trasformato in stalla.

- Il tempio di Poseidone

- Il tempio di Atena Ekbasia (colei che indica la giusta via)

- Il tempio Temenos (lo spazio sacro requisito per sacralizzare le gare in onore degli Dei)

- Il tempio di Demetra

- Il tempio di Kore

- Un secondo tempio di Apollo

- Il tempio di Elios

- Il tempio di Selene

- Il tempio di Plutone

- Il tempio di Era



LA CISTERNA BASILICA

La Cisterna Basilica è la più grande cisterna sotterranea ancora conservata ad Istanbul.

LA CISTERNA
Scoperta sul finire del XIX secolo, la cisterna fu costruita sotto il regno Giustiniano I (527-565), il periodo più prospero dell'Impero romano d'Oriente, nel 532. 

Oggi si presenta come un enorme spazio sotterraneo di circa 140 m per 70, in cui trovano spazio dodici file di 28 colonne alte 9 metri e distanziate l'una dall'altra di 4,90 m. 

I capitelli sono un misto tra gli stili Ionico e Corinzio, con alcune eccezioni di Dorico o addirittura di colonne non decorate.

I muri perimetrali sono di mattoni ed hanno uno spessore di 4 metri.

La malta utilizzata nella costruzione è speciale ed impermeabile.

Buona parte dei materiali e delle colonne sono elementi di riuso, ne sono testimonianza in particolare due enormi e splendide teste di gorgone provenienti probabilmente da un arco monumentale del foro di Costantino, poste rovesciate sotto le colonne di sostegno della volta.

Il che non dimostra il rispetto che si dovrebbe avere per certi antichi e irripetibili capolavori artistici.

La cisterna era alimentata da un acquedotto che portava acqua fin dalla foresta di Belgrado, uno dei più lunghi della romanità.
L'IPPODROMO

L'IPPODROMO

L'ippodromo di Costantinopoli si trova oggi sulla piana dell'attuale quartiere di Sultanahmet, accanto alla Moschea Blu. Esso era straordinariamente monumentale, con una lunghezza di circa 450 m x 120 m di larghezza, e collegava la zona imperiale, a sud, ed i nuovi quartieri residenziali, a nord.


Il suo modello fu ispirato al Circo Massimo di Roma. Un passaggio conduceva direttamente dal Gran Palazzo al Kathisma, la loggia imperiale, dalla quale l'imperatore si presentava alla folla radunata nel circo per assistere alle gare.

La kathisma, la tribuna imperiale, era la tribuna dove si svelava l'ampia liturgia del potere imperiale, cioè all'apparizione del sovrano nella sua tribuna, dalla quale si mostrava al popolo per presenziare ai giochi, vestito e addobbato di pesanti vesti ornate a oro fino e gemme, carico di corona e gioielli, simile ai certi santi cattolici portati in processione incoronati e pesanti di ori e gemme.

Purtroppo il potere religioso unito al potere di stato aveva annientato la purezza dei costumi romani, quella augusta semplicità per cui gli imperatori di un tempo apparivano in toga e corona d'alloro, ammantati fa un semplice manto rosso che li distingueva dal popolo.

L'Ippodromo era anche il fulcro di collegamento tra la zona imperiale, a sud, ed i nuovi quartieri residenziali, a nord.
Ancora oggi dell'antico ippodromo bizantino rimangono pochi resti, ma è ancora visibile una parte dei monumenti che ne decoravano il centro: l'obelisco di Teodosio, la colonna Serpentina in bronzo, oltre alle vestigia della curva a sud-est.

L'ippodromo fu eretto da Costantino contemporaneamente alla fondazione della "Nuova Roma". Le gradinate erano in legno, e solo nel secolo X furono riedificate in marmo. Nella spina venne posta la colonna serpentiforme di Delfi.



LA COLONNA SERPENTIFORME

La Colonna serpentina, conosciuta anche come Tripode di Delfi o Tripode di Platea, è un'antica colonna di bronzo, alta circa 8 m, collocata nell'Ippodromo di Costantinopoli.

La colonna è il residuo di un antico tripode sacrificale greco di Delfi trasferito a Costantinopoli da Costantino nel 324. 

Esso era stato edificato per commemorare la vittoria dei Greci sull'Impero persiano nella battaglia di Platea (479 a.c.). 

La colonna rimase integra, con le tre teste di serpenti, fino alla fine del XVII sec. ma due delle teste sono scomparse, e la terza è esposta al Museo archeologico di Istanbul.

La colonna serpentina, insieme al tripode e al piatto dell'offerta (entrambi perduti) costituivano l'offerta sacrificale all' Apollo Delfico del 478 a.c., dopo la sconfitta dell'esercito persiano nella battaglia di Platea, ottenuta contro i Persiani che avevano invaso la Grecia continentale.

La Colonna venne citata da Erodoto, Tucidide, Demostene, Diodoro Siculo, Pausania, Cornelio Nepote e Plutarco, e il suo spostamento a Costantinopoli per ordine di Costantino è citato dagli storici bizantini Zosimo, Eusebio di Cesarea e Socrate Scolastico. 

Le vittorie greche a Platea fecero desistere l'Impero persiano ad attaccare la Grecia continentale. Per questo i Greci costruirono una colonna di bronzo costituita da tre serpenti intrecciati, i cui corpi formavano la colonna, per commemorare le 31 città-stato greche che avevano partecipato alla battaglia. 

Narra Erodoto che la colonna venne fusa nel bronzo delle armi persiane e dalle spoglie persiane fu ricavato anche un tripode aureo anch'esso dedicato ad Apollo a Delfi.

Purtroppo Costantino derubò i Greci di un monumento che non era tanto un'opera d'arte quanto un simbolo del loro passato e la loro gloria. Nessun degli antichi imperatori romani, che di certo molte belle sculture sottrassero alla Grecia, avrebbe mai privato un popolo tanto amato e stimato di tanto simbolo storico.



L'OBELISCO DI TEODOSIO


Successivamente Teodosio I vi fece trasportare un parallelepipedo marmoreo, scolpito con l'immagine dell'imperatore, che fece da piedistallo all'antico obelisco egizio di Tutmosi III, risalente al 1450 a.c. e proveniente da Eliopoli.

Infine fu costruito un obelisco in muratura, rivestito di lastre di bronzo da Costantino VII Porfirogenito.

La parte terminale dell'ippodromo, chiamata sphendoné cioè "fionda", era invece il luogo deputato alle esecuzioni capitali.

L'ippodromo fungeva da campus dei grandi schieramenti politici della città: alla destra del basileus sedevano gli esponenti della fazione degli Azzurri, detti "i miserabili", corrispondenti alla parte più povera e rurale della popolazione; alla sinistra i Verdi, ovvero la borghesia cittadina detti "i contribuenti".

Spesso il destino e le fortune dell'Imperatore erano legate alle gare che si tenevano nell'ippodromo e agli scontri e alle passioni che qui infiammavano le due fazioni, talvolta sfocianti in tumulti così gravi da rovesciare il trono.

Famoso l'esempio della rivolta di Nika, sedata poi nel sangue, che rischiò di rovesciare Giustiniano I.


PALAZZO DEL BUCOLEONE

PALAZZO DEL BUCOLEONE

Il palazzo del Bucoleone o di Boukoleon, era un palazzo imperiale appartenente al complesso del Gran Palazzo e noto anche come Palazzo d'Ormisda o Palazzo di Giustiniano, era considerato una delle meraviglie dell'epoca medievale.

INGRESSO DEL BUCOLEON
Esso era affacciato sul mare e dotato di un proprio porto, e costituiva il nucleo meridionale del complesso palatino. Edificato come residenza privata dei membri della famiglia imperiale, divenne in seguito la dimora preferita degli Imperatori e nuovo cuore del Gran Palazzo.

Il nome originale, Palazzo d'Ormisda, derivava da quello del cognato del re sasanide Sapore II, il ricchissimo principe Ormisda che durante il regno di Costantino I si era rifugiato a Costantinopoli, e dal quale aveva preso nome l'intera regione della città in cui aveva posto la sua residenza.

Eretto probabilmente da Teodosio II nel V sec., il palazzo venne ampliato raggiungendo il massimo splendore nel VI sec., con Giustiniano I il Grande, quando prese il nome di Palazzo di Giustiniano o Bucoleone.

Il nome deriverebbe da una grande statua raffigurante bue e leone insieme, posta all'interno del porto realizzato alla base del palazzo. Si dice vi fossero ben 500 stanze, ed una sala banchetti per oltre 300 invitati.

Il palazzo smise di essere residenza imperiale sotto la dinastia dai Comneni nel XII secolo. Il Bucoleone rimase così, assieme al Gran Palazzo come residenza di rappresentanza, per le grandi cerimonie. In questo periodo l'accesso marittimo del Palazzo, il porto di Bucoleon, divenne l'accesso di rappresentanza della città, destinato ad accogliere le visite dei sovrani stranieri

Le rovine del palazzo vennero parzialmente distrutte nel 1873 per la realizzazione della vicina linea ferroviaria(!).



LE BASILICHE

La basilica 'A'è l'unica basilica di epoca giustinianea di cui si conosca la pianta. È caratterizzata da diverse caratteristiche peculiari. Lo spazio centrale era quasi quadrato, con due corti laterali. Il nartece sul lato occidentale era in comunicazione con le due corti. I capitelli ricordano quelli di Hagia Sophia, un altro edificio eretto da Giustiniano.

Lo spazio tra le colonne che dividevano la basilica in navate erano chiusi da balaustre. L'ambone della basilica 'A'è l'unico preservatosi dell'epoca, ed è conservato nel giardino di Hagia Sophia. Gli scavi delle fondamenta della Facoltà di Lettere e Scienze dell'Università di Istanbul hanno portato alla luce i resti di tre basiliche pertinenti al foro. I loro nomi sono sconosciuti, e sono dunque note come basiliche 'A', 'B' e 'C'.

SANTA IRENE

SANTA IRENE


L'edificio sorse sopra un tempio pagano e fu la prima chiesa costruita a Costantinopoli. 

SANTA IRENE OGGI
Costantino commissionò la chiesa di Hagia Irene nel IV sec. e Giustiniano I la restaurò. 

È stata usata come chiesa del Patriarcato prima che fosse costruita la chiesa di Hagia Sofia. La chiesa, dedicata alla Pace di Dio, è una delle tre dedicate da Costantino ad attributi divini, insieme ad Hagia Sophia (Saggezza) e Hagia Dynamis (Forza). 

Sull'usanza romana di costruire divinità che corrispondevano a personalizzazioni di grandi valori (Come gli Dei Honor, Virtus, Spes ecc.) anche Costantino si creò le sue divinità come qualità di Pace saggezza e Forza divine.

SANTA SOFIA

SANTA SOFIA

La basilica di Santa Sofia cioè della Divina Sapienza, è una basilica, nonché uno dei principali monumenti di Istanbul. Subì tre rifacimenti.


Prima chiesa

Conosciuta come "Magna Ecclesia", a causa delle sue enormi dimensioni, fu dedicata al Logos, la II persona della SS. Trinità, la cui festa cadeva il 25 dicembre, l'anniversario della nascita dell'incarnazione del Logos in Cristo.

Inaugurata nel 360 sotto Costanzo II, fu edificata vicino alla zona dove era in costruzione il palazzo imperiale.

L'edificio fu progettato come una tradizionale basilica latina con colonnato, gallerie e tetto in legno. L'ingresso era preceduto da un doppio nartece, come un doppio atrio.

Il Patriarca di Costantinopoli Giovanni Crisostomo entrò in un conflitto con l'imperatrice Elia Eudossia, moglie dell'imperatore Arcadio, e per questo fu mandato in esilio nel 404. Durante gli scontri che avvennero in seguito, questa prima chiesa fu in gran parte distrutta da un incendio e non ne resta nulla.


Seconda chiesa

La seconda chiesa fu voluta da Teodosio II, che la inaugurò nel 415. Incendiata durante la rivolta di Nika, del 532 contro l'imperatore Giustiniano, la chiesa bruciò quasi completamente.

Diversi blocchi di marmo appartenenti all'edificio sono stati scoperti nel 1935 sotto il cortile occidentale; tra questi quello raffigurante 12 agnelli (i 12 apostoli). Originariamente parte del monumentale ingresso principale, i blocchi sono visibili in uno scavo adiacente all'ingresso dell'edificio. Scavi ulteriori sono stati abbandonati per paura di pregiudicare l'integrità della basilica.



Terza chiesa (attuale struttura)

L'imperatore fece spoliare i migliori templi per tutto l'impero.
Nel 401 il tempio di Artemide ad Efeso, considerato una delle sette meraviglie del mondo, venne purtroppo distrutto dai cristiani guidati dal Santo Giovanni Crisostomo, grande persecutore e uccisore di ebrei.

Le splendide colonne rimaste furono fatte trasportare dall'imperatore per la costruzione di Santa Sofia.

Ma impiegò pure le grandi pietre dalle cave di porfido egiziane, il marmo verde dalla Tessaglia, la pietra nera dalla regione del Bosforo e pietra gialla dalla Siria. Otto colonne corinzie vennero prelevate da Baalbek in Libano. Le colonne più grandi sono di granito. Raggiungono un'altezza di circa 19 o 20 m con un diametro di 1,5 m; la più grande pesa oltre 70 tonnellate. 

Più di diecimila persone vennero impiegate nel cantiere. L'imperatore, insieme al patriarca Eutichio, inaugurò la nuova basilica nel 537 con una sfarzosa liturgia. I mosaici all'interno della chiesa vennero, comunque, completati solo sotto il regno dell'imperatore Giustino II (565-578).nel 572, pochi giorni dopo la distruzione della seconda basilica, l'imperatore Giustiniano I decise di costruire una nuova basilica completamente diversa, più grande e maestosa.

Santa Sofia divenne la sede del patriarca di Costantinopoli e il luogo principale per le cerimonie imperiali dei reali bizantini, come le incoronazioni.

La basilica ha una pianta a rettangolo di 71x77 m, con tre navate, arcate divisorie in doppio ordine, ed un'abside opposta all'ingresso, esternamente poligonale. La navata centrale è sormontata da una cupola centrale traforata da 40 finestre ad arco e sostenuta da quattro pennacchi.

SANTA SOFIA
Le varie riparazioni effettuate nel corso del tempo hanno reso la cupola leggermente ellittica, con un diametro che varia tra i 31,24 m e i 30,86 m.
L'ingresso è preceduto da un doppio nartece. Gli interni sono arricchiti con mosaici, marmi pregiati e stucchi: colonne in costoso porfido o marmo verde della Tessaglia sono impreziosite da capitelli finemente scolpiti. Nel corso degli anni sono stati aggiunti alcuni mausolei laterali.

I terremoti del 553 e del 557 fessurarono la cupola centrale e la semicupola orientale. La cupola principale crollò completamente nel terremoto del 558 soprattutto a causa di errori architettonici. L'imperatore ordinò la riedificazione a Isidoro il Giovane che utilizzò materiali più leggeri ed elevò la cupola di altri 6,25 m, conferendo all'edificio la sua altezza interna attuale di 55,6 m.

All'interno, alcuni corridoi laterali riccamente decorati conducono alla navata centrale, con la grande cupola che poggia su pennacchi ed archi, scaricando il peso su quattro pilastri sostenuti da contrafforti. I pilastri sono costruiti con pietre lavorate, legate tra loro da colate di piombo, mentre volte, archi e pareti sono in laterizi. I quattro pennacchi triangolari concavi permettono di passare dalla struttura circolare della cornice a quella rettangolare della navata.

Verso l'abside e verso l'ingresso due semicupole poggiano su esedre a colonne. Nella fascia superiore della grande cupola vi sono numerose finestre, in seguito parzialmente murate per ragioni di stabilità.

Sulle navate laterali si aprono i matronei, destinati alla corte imperiale che da lì assisteva alla messa. Sopra questi si aprono due file sovrapposte di finestre più ampie al centro, più piccole verso i lati e nella fila inferiore.

La decorazione interna, inizialmente aniconica, fu integrata da Giustino II con cicli evangelici e con scene del Dodecaorto, il sistema di 12 feste bizantine. La cupola riporta un Cristo Pantocratore benedicente, a mezzo busto.

SANTA SOFIA OGGI
La Porta Imperiale era l'ingresso principale tra l'interno e l'esterno del nartece, riservato esclusivamente all'imperatore. La galleria superiore, ornata a mosaici e destinata all'imperatore e la sua corte, è disposta a ferro di cavallo e segue la navata centrale fino all'abside.
La Loggia dell'Imperatrice si trova al centro della galleria superiore da cui l'imperatrice e la sua corte seguivano la cerimonia che si svolgeva in basso. Una pietra verde segna il punto in cui sorgeva il trono.
La Porta di marmo, all'interno di Santa Sofia, si trova nella galleria superiore, verso sud. Fu utilizzata dai partecipanti ai sinodi che entravano e uscivano attraverso questa porta.

Le superfici interne sono rivestite di pannelli marmorei di diversi colori, verde e bianco con viola e porfido, e da mosaici a fondo d'oro. I capitelli presentano trine e trafori come un merletto, e vi compare lo stemma giustinianeo.

Originariamente, sotto il regno di Giustiniano, le decorazioni erano disegni astratti su lastre di marmo sulle pareti e sulle volte con mosaici curvilinei. Di questi, si possono ancora vedere gli arcangeli Gabriele e Michele. I pennacchi della galleria sono realizzati in Opus sectile con fiori e uccelli. Successivamente vennero aggiunti mosaici figurativi, distrutti però durante l'iconoclastia (726-843). I mosaici tuttora presenti appartengono al periodo post-iconoclasta.
La ricostruzione, che dette alla chiesa l'aspetto attuale, venne riconsacrata nel 562.

La basilica di Santa Sofia è uno dei più grandi esempi superstiti di architettura bizantina, si narra che Giustiniano, vedendola finita esclamasse: "Salomone, ti ho superato!" . Evidentemente Giustiniano riconosceva nella sua religione una matrice più ebraica che non romana o greca.

MONASTERO AKALEPTOS

MONASTERO AKALEPTOS

Il Monastero di Cristo Akataleptos (l'inconoscibile) è oggi stato trasformato in moschea. Durante l'occupazione latina di Costantinopoli la sua chiesa era stata riconsacrata a S. Francesco di Assisi.

Esso è nominato per la prima volta nell'Alessiade di Anna Comnena ma alti identificano invece questa chiesa con quella di Maria Kyriotissa (che porta in braccio il Signore) per il ritrovamento dietro una lapide turca, sopra un portale, di un'icona della Vergine.

Il nucleo principale è frutto del rimaneggiamento di epoca comnena (1190-1195 c.ca.) di un edificio del VI-VII sec, di cui sono stati incorporati l'abside e parte dell'esonartece.
La planimetria presenta una pianta a croce greca con nartece ed endonartece. La chiesa comnena presentava anche due navatelle laterali oggi scomparse.
I bracci N e S della croce terminano con pareti curve con un triplice ordine di finestre.

Il mosaico raffigurante la Presentazione di Gesù nel Tempio risale alla piccola chiesa preesistente l'ampliamento comneno (VI sec.) ed è il più antico finora rinvenuto ad Istanbul. Era collocato nel vano di una finestra murata nel corso di una ristrutturazione del complesso, cosa che gli ha consentito di scampare alle devastazioni del periodo iconoclasta.

Nell’insieme il programma iconografico della cappella risulta da una commistione di elementi bizantini (la vergine e i due santi vescovi) e latini affiancati ma non fusi.
I resti del mosaico e degli affreschi sono attualmente conservati nel Museo archeologico di Istambul.
Dopo la conquista la chiesa divenne la moschea dei Dervisci erranti (Kalenderhane camii)


MONASTERO PANTOKRATOR

MONASTERO PANTOKRATOR

Il Monastero di Costantino Lips (Panachrantos) è quasi unanimemente identificato con la moschea Fenari-Isa Camii.

Venne fondato nel 1363, da due fratelli, Alessandro e Giovanni con l'aiuto dell'imperatore Giovanni V Paleologo. I due fratelli prima di dedicarsi a vita monastica furono comandanti militari al servizio di Bisanzio. Venne chiamato Pandokratoros in ricordo del mausoleo e monastero fatto costruire a Costantinopoli da Giovanni II Comneno che portava lo stesso nome.


MONASTERO KYRIOTISSA

MONASTERO KYRIOTISSA

L'iconografia trionfale di Maria Regina si impose dopo il concilio di Efeso del 431, ove venne riconosciuta la Maternità divina di Maria. A partire dall’epoca di Giustiniano I (527-565) lo vediamo ricorrere nei principali centri dell’impero, a cominciare da Costantinopoli nell'omonimo monastero. La Madonna viene presentata come il «trono della Sapienza». 

Il monastero venne edificato nel Vi sec. sopra delle terme tardo romane e dopo la conquista di Costantinopoli divenne una moschea.

Nell’Icona, al centro della composizione, e al modo delle imperatrici bizantine, è seduta su un cuscino rosso posto su un trono decorato con perle e pietre preziose. La solennità dell’Immagine è resa dalla staticità frontale di Madre e Figlio, sullo stesso asse verticale. La Madonna veste un maphorion blu scuro e pantofole rosse con suola dorata e decorata con perle. Nel suo grembo siede il Bambino, in tunica e mantello giallo ocra, con lumeggiature dorate. Gesù con la mano destra benedice e con la sinistra stringe il rotolo della Legge.
MONASTERO DI SAN GIOVANNI

MONASTERO DI SAN GIOVANNI

Il monastero di Studion o Studios fu fondato a Costantinopoli, nella zona occidentale della città, vicino al mar di Marmara, nel 463 dal console Flavio Studio, ricco e fervente che lo edificò nel quartiere Psammathia vicino alla moderna chiesa di San Costantino e a poca distanza dalla Porta Aurea che, dedicandolo a san Giovanni Battista. I suoi monaci in onore del loro fondatore vennero detti "Studiti".

Il monastero si oppose alle dottrine monofisite contenute nell'Henotikon di Zenone, non accettarono lo scisma di Acacio (484-519) e tra l'VIII ed il IX secolo avversarono l'iconoclastia entrando in conflitto anche con il patriarca Metodio il Confessore.

Studion iniziò a decadere con il progressivo declino dell'Impero bizantino: nel 1204 venne saccheggiato dai latini nel corso della IV crociata, e non risorse fino al 1290.

Gli ultimi monaci vennero dispersi e gran parte del monastero venne distrutto dai Turchi durante la conquista di Costantinopoli nel 1453: la basilica, risalente al V secolo, venne parzialmente distrutta e trasformata in moschea.

SACRI APOSTOLI

SACRI APOSTOLI

La prima delle Chiese a Costantinopoli fu quella dei Sacri Apostoli (o Santi Apostoli), edificata dallo stesso Costantino e dedicata ai Dodici Apostoli, con un'icona e un epigramma per ciascuno. Sulla lunetta della porta principale era presente un altro epigramma, nel quale erano descritte le morti degli apostoli:

"- Il popolo di Alessandria mette a morte Marco.
- Matteo dorme il grande sonno della vita.
- Roma vede Paolo morir di spada. 
- Filippo sconta la stessa morte di Pietro.
- Bartolomeo muore soffrendo sulla croce.
- Una croce strappa alla vita anche Simone. 
- Il vano Nerone crocifigge Pietro in Roma.
- Da morto e da vivo vive Giovanni.
- In pace Luca è morto, alla fine.
- Gli uomini di Patrasso crocifiggono brutalmente Andrea.
- Un coltello tronca i percorsi di Giacomo.
- In India uccidono Tommaso con le lance".

Costantino la concepì come suo mausoleo funebre e vi si fece seppellire. Anche Giustiniano fu qui sepolto e così la maggior parte degli imperatori e dei patriarchi fino all’XI secolo.
Nel 356 o 357 vi furono traslate le reliquie di S.Andrea apostolo, di S.Luca e di S.Timoteo. Successivamente anche quelle di S.Gregorio di Nazianzo, detto il Teologo, e di S.Giovanni Crisostomo.

Nel 1204 i crociati profanarono la Chiesa, asportando tutti gli oggetti preziosi.
Maometto II, il conquistatore di Costantinopoli nel 1461 demolì l'edificio e vi costruì la Moschea Fatih Mehmet Camii, per esservi sepolto.


MYRELAION

MYRELAION

Poco prima del 922,  Romano I Lecapeno acquistò una casa nella IX regione di Costantinopoli, presso il Mar di Marmara, in zona Myrelaion (luogo della mirra).

Salito al trono ne fece il nucleo di un nuovo palazzo imperiale, il palazzo di Myrelaion, eretto su una gigantesca rotonda del V sec.

Nel X sec. la rotonda venne convertita in una cisterna coprendo i suoi interni con una volta sorretta da 70 colonne. Vicino al palazzo dell'Imperatore costruì una chiesa come luogo di sepoltura della sua famiglia.

La prima persona ad esservi tumulata fu la moglie dell'imperatore, Teodora, nel 922, seguita dal suo figlio maggiore che morì nel 931. Così Romano interruppe una tradizione di sei secoli, poiché gli imperatori bizantini da Costantino I erano stati sepolti nella Chiesa dei Santi Apostoli.

Successivamente l'imperatore convertì il palazzo in un convento di suore e, alla sua morte nel 948, venne anch'egli sepolto nella chiesa.

Dopo la conquista ottomana di Costantinopoli nel 1453, il Myrelaion venne convertito in moschea
L'edificio venne finalmente restaurato nel 1986, e nel 1990, venne restaurata anche la cisterna che ospitò un centro commerciale per alcuni anni. Ora la cisterna è usata dalle donne per pregare.


PORTO TEODOSIACO

PORTO TEODOSIACO

Venne fatto edificare da Teodosio I nel IV secolo d.c. in prossimità del porto edificato dall'imperatore Giuliano, corredato di un Horreum Theodosianum (magazzini del porto). Il Porto di Teodosio divenne col tempo il centro più importante di smistamento del grano (una delle materie prime
maggiormente commerciate all’epoca) proveniente dall’Egitto. 

Gli archeologi hanno scoperto 36 relitti e la maggior parte di questi sono del VI e del VII secolo. Gli scavi nel complesso promettono di fornirci dati unici per una maggiore comprensione dei traffici commerciali del Mediterraneo, delle tecniche di navigazione e di molti altri aspetti riguardanti l'età Antica e quella medievale.

Le banchine in legno e i tantissimi frammenti ceramici di anfore attestano, ad oggi, solo una parte della grande portata commerciale che il porto teodosiano rappresentava per Costantinopoli.



GLI SCAVI

La maggior parte degli edifici fu demolita nella generale ricostruzione di Istanbul nei primi anni dell'Impero Ottomano. Tuttavia un incendio ai primi del XX sec. riportò alla luce una sezione del Gran Palazzo. Vennero rinvenute celle per i prigionieri, ampi vani e possibili tombe.

In circostanze del tutto accidentali invece è avvenuto il ritrovamento, nel cantiere di un immobile situato a circa 30/40 m a sud della colonna di Costantino, di un ritratto di Tiberio rilavorato e adattato, secondo una pratica frequente nel IV secolo, alle fattezze di Costantino o di uno dei suoi figli, una rara sopravvivenza di tante statue ritraenti il sovrano e altri personaggi della dinastia imperiale ricordate dalle fonti.
Scavi contemporanei si stanno conducendo a Istanbul nell'area del palazzo, ma attualmente solo meno di un quarto dell'area complessiva è stata scavata. La maggior parte dei mosaici sono visitabili presso il Museo del Mosaico di Istanbul.


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