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PORTICUS DIVORUM

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La Porticus Divorum era un'area sacra di Roma che si ergeva in Campo Marzio, nella zona a sud est dell’Iseo, dall'attuale Piazza Grazioli alla via di San Marco (all'incirca in corrispondenza di Palazzo Venezia), dove sorgeva la Villa Pubblica. Essa constava dei portici e di due piccoli templi che si fronteggiavano: il tempio del divo Tito e un tempio sicuramente dedicato al divo Vespasiano.

A sinistra c'era l'entrata da nord mediante un triplo grande arco trionfale di cui un angolo si addossava contro uno dei muri del portico. Il Porticus occupava l’area attuale compresa tra piazza Grazioli e Piazza del Gesù. Il Porticus sorse in parte sulla Villa Publica dove le fonti ricordano il pernottamento dei trionfatori la notte precedente la celebrazione del trionfo e dove sostarono i due imperatori Vespasiani prima della cerimonia trionfale per la conquista della Giudea nel 71 d.c..

Trattavasi di una vasta piazza rettangolare allungata chiusa da un muro ininterrotto, che sorgeva lungo la Via Lata, tra i Saepta Iulia e le terme di Agrippa. Al suo interno si ergeva un portico colonnato rialzato addossato su tre lati, mentre il lato settentrionale era occupato dall’accesso principale monumentalizzato dal grande arco a tre fornici, e sempre su questo lato sorgevano i due templi pressoché identici, ambedue con una sola fila di 4 colonne posta di fronte alla cella, del divo Tito e del divo Vespasiano, posti l'uno di fronte all'altro.

Il portico, descritto in undici frammenti della Forma Urbis marmorea di età severiana, invece contava oltre trenta colonne sul lato lungo e sedici sul lato corto. Includeva anche un altare e un boschetto a fianco degli altari. Esso misurava 194 m x 77 metri, ed era chiamato Templum Divorum o, più comunemente, solo Divorum.
Stuart Jones (Quarterly Review, Oct. 1925, 393) ritiene che il rilievo del Suovetaurilia posto a Louvre (Companion pl. 50) derivasse dal Portico, così come il Bufalini nei suoi disegni  'Colonato antiqui' ne attribuisce  le colonne della Chiesa di S. Stefano del Cacco al suddetto Portico.

Questo venne fatto edificare da Domiziano (51-96), come testimonia Eutropio (ma anche Eusebio ne parla):
« Romae quoque multa opera fecit, in his Capitolium et Forum Transitorium, Divorum Porticus, Isium ac Serapium et Stadium. »
« Realizzò molte opere anche a Roma, tra queste il Capitolium e il Foro Transitorio, il Portico dei Divi, l'Iseo e il Serapeo e lo stadio. »
(Eutropio, Breviarium Historiae Romanae, VII, 23)

L'ORGANIZZAZIONE ARCHITETTONICA DOVEVA ESSERE MOLTO SIMILE
A QUELLA DELL'ISEO CAMPENSE SOPRA RIPRODOTTO

Secondo altre fonti il Porticus venne iniziato da Tito in onore di suo padre dopo la sua morte ma non potè vederne la fine perchè morì a sua volta. Così Domiziano lo fece terminare determinandone anche ampliamenti e abbellimenti.

Infatti in connessione con il Porticus Divorum Domiziano vi fece edificare contemporaneamente il tempio di Minerva Chalcidica, locata presso la chiesa di S. Marta in Piazza del Collegio Romano. Secondo alcuni la notizia è errata, perchè il Tempio della Minerva si ergeva di fronte al colonnato.

L'appellativo di Chalcidica (custode) si riferisce alla sua posizione all'ingresso del Divorum. Non ne è stata trovata nessuna traccia, ma dalla Forma Urbis severiana appare con pianta circolare, forse una cella tonda circondata da colonne, su una base quadrata con gradini su tutti e quattro i lati. Il ricordo di questo tempio rimane nel nome moderno dato alla vicina chiesa di S. Maria sopra Minerva.


Dopo il IV secolo, il portico non è più citato, ma se ne conservò il nome come "Diburi" o "Diburo" (da Divorum) in parecchi documenti medioevali relativi al monastero di San Ciriaco in Camilliano.

L’edificio è oggi quasi completamente scomparso, fatta eccezione per pochi resti murari rinvenuti tra la fine dell’Ottocento e i decenni iniziali del Novecento: si tratta di un tratto di muro in via Santo Stefano del Cacco, un tratto del colonnato orientale sotto palazzo Grazioli e un breve tratto del muro di delimitazione orientale in via del Plebiscito.

Si ritiene che il rilievo di cui sopra, che è conservato oggi al Palazzo della Cancelleria, provenga dal Portico Divorum. Nel rilievo si nota l'imperatore Vespasiano, preceduto da Minerva e Marte, che cammina accompagnato dalla Dea Roma, insieme al Genio del Senato con la cetra e il Genio del Popolo Romano con la cornucopia. 

In un altro rilievo, sempre in Palazzo della Cancelleria, è rappresentata l'entrata a Roma dell'imperatore Vespasiano, ricevuto da un giovane uomo in tunica, forse il figlio Domiziano. Nella scena sono presenti il Genio del Senato e il Genio del Popolo Romano, nonchè le vergini Vestali e la Dea Roma. Anche questo rilievo si suppone appartenente al Porticus Divorum.




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