I SETTE SAGGI |
Nome: Valerius Antias
Nascita: I sec. a.c.
Morte: -
Professione: storico
"In quel tempo Lucio Scipione con finanziamenti offerti a quello scopo da re e popoli fece per dieci giorni i giochi che diceva proprio lui di aver promesso durante la guerra contro Antioco. 9. Valerio Anziate riferisce che egli, dopo la condanna e la confisca dei suoi beni, fu mandato in Asia un legato per dividere la contesa tra il re Antioco ed Eumene: 10. e che allora ricevette finanziamenti e si riunirono per l'Asia degli attori, e di qui ludi, dei quali non aveva più parlato dopo la guerra in cui diceva di averli promessi, parlò in Senato dopo la legazione precisamente."
Valerio Anziate, ovvero Valerius Antias, scrisse alla fine del I secolo a.c. un'opera voluminosa dal titolo di Annali (Annales) o Storie (ab urbe condita), in settantacinque libri, dalla fondazione di Roma fino al 78 a.c. data della morte di Silla.
Fu contemporaneo di Quinto Claudio Quadrigario, che scrisse a sua volta degli Annales, non sappiamo se prima o dopo di Valerio, ignorando le date della sua nascita e morte.
Quinto scrisse almeno 24 libri, trattando brevemente il periodo regio e più ampiamente le guerre puniche, fino al 70 a.c. circa, quando morì Silla.
Non sappiamo chi dei due o se, influenzò l'altro, comunque Valerio fu più pregevole per lo stile che per le informazioni, avendo un intento filo familiare e filo romano.
Volle infatti glorificare al massimo sia la sua gens Valeria che lo spirito eroico romano. Infatti sullo stile di Quinto stile qualcuno ebbe invece a che dire, come Edward Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano (1776) "nel goffo idioma dell'analista ClaudioQuadrigario".
Secondo Velleio fu contemporaneo dello storico Sisenna che, pretore nel 78 a.c., morì nel 67.
LA VITA
IValeriiAnziati erano un ramo dellagensValeriaresidentealmenodai tempirepubblicaninei pressi diAnzio(città moderne di Anzio e Nettuno). Eglipotrebbe essere statocorrelato aLucio ValerioAntias, posto al comando diun convoglio dicinque naviper il trasporto dialto rangoprigioniericartaginesinel 215. Ma pure a Fùrio Anziate (Furius Antias). - Poeta latino (II- I sec. a.c.), amico di Lutazio Catulo, che narrò in versi la guerra cimbrica; restano di lui solo sei esametri.
Non si sa moltodella sua vita, se non che fosse vissutoai tempi diSilla, anche se alcuni studiosi ritengono lo uncontemporaneo diGiulio Cesare e che scrisse il suolavoro dopoil 50 a.c., perchésembra essere statosconosciuto aCicerone, che tra l'altro non lo annovera tra glistoricifamosi, neppure dove parla degli storici romani da Fabio Pittore a Licinio Macro. (de legibus1.2.3-7).
SANTUARIO DI EGERIA |
L'OPERA
Nonostante fosse molto criticato da Tito Livio, Valerio ebbe gran successo coi suoi posteri, dai quali la sua opera fu molto citata e utilizzata. Quantunque la sua opera sia andata quasi tutta perduta, a parte brevi citazioni, è stata parecchio criticata per le esagerazioni e falsificazioni sia nei fatti che nel numero.
Riferisce ad esempio che le vergini sabine fossero esattamente 257 (da dove derivasse la notizia non si sa). In alcuni anni dove le altre fonti greche e latine tacciono, pone battaglie cruente con enormi numeri di caduti.
Di Villio Tappulo, console nel 199, egli racconta con particolari, compreso il numero preciso dei caduti, una battaglia con Filippo V di Macedonia che è inventata di sana pianta. Nella battaglia di Arausio poi (105) sarebbero, secondo lui, periti 80.000 soldati e 40.000 bagaglioni.
Commette inoltre errori di locazione, come quando scrive, nella Vita di Numa Pompilio, che il re frequentasse sovente la ninfa nel vicino colle Aventino, ma il tempio di Egeria stava però nell'attuale Parco della Caffarella..
Nel Frammento 6 (Plutarco, Numa, 15 e seg.) re Numa, sempre seguendoil consiglio delninfa,chiamaGiovee lo costringead accettareun rimediodi testedi cipollae pesceper contrastare gli effettinefasti diun fulmine caduto a Roma, al posto delleteste umanepropostidal Dio. Livioperò ignoratotalmente la storia, anche se cita Valerio tra le fonti storiche.
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Di Valerio Anziatenon abbiamoopere complete, ma solo 65 frammenti, comunque attraverso altri autori sappiamo che scrisseuna cronacadi Roma anticain almeno75libri. L'ultimoeventodatabilenei frammenti parladegli eredi dell'oratoreLucio LicinioCrasso, che morìnel91a.c..
Dei 70 riferimenti a Valerioingreco e latino della letteratura,61locitanocome un'autorità instoria miticaromana, soprattutto su Numa Pompilioe la sua consulenzacon Egeria.
Il lavoroquasitotalmente perdutodiValerio,citato comeAnnaleso comeHistoriae, inizia con la fondazione di Romafino al91 a.c.. IlII libronarra delre romanoNuma Pompilio, il XXIIlibro sullacapitolazione diGaio Ostilio Mancinonel 136a.c(Livio questo eventoriporta solonel libro55della suastoria).
Pertanto, iprimi tempi di Roma sono stati narrati più brevemente dellastoria contemporaneadell'autore.
NUMA CONSULTA EGERIA |
Ma a voltei valori sono corretti, confrontandoli con alcunivalori fornitida Polibio, come il contodi ogni anno'inclusal'assegnazionedelle truppee delle province, presagiimportanti, battaglie, fondazione dinuove colonie, ecc
Al termine della descrizione di ogni anno egli riporta gli spettacoli, l'inaugurazione dei templi e altre novità soprattutto della città di Roma.
Seguendo la storiografia ellenica egli arricchisce le sue storie con fatti sensazionali, drammatici o miracolosi.
Hafalsificatoil rapportosulleprovedei fratelliScipio(Livio38,50-60) e sembra averinventatoalte caricheed azionigloriose per i membridella sua casa, lagensValeria, che ha vissutonella Repubblicaromana, tanto più chenon c'eranofonti affidabilia quei tempi che potesseroconfutarele sue affermazioni.
Inoltresulla scopertadelle bareconi libri direNuma,sostenne chele barefurono scopertedalla pioggiae nondallo scavo, come nella tradizionepiù antica.
Lo stilediValerioera semplicee nonarcaico per cuiMarco Cornelio Frontone(Epistel adVerus) giudicò maleil suo linguaggio). Così furaramentecitatodai grammaticisuccessivi. Oggi invece il suo stile semplice e chiaro è molto apprezzato
Si sostenne fosse stato molto influenzato da Tito Livio, eppure non viè prova ditale influenzaneiprimidieci libri. Diventiframmentiche ricadono nel periodoLivionon usaalcuna informazione di Livio, siaomettendole informazioni, o esplicitamentein disaccordo conesse. Anzi fu molto criticato da Tito Livio, che ne utilizzò, comunque, l' opera in modo abbastanza ampio.
Howardsostiene invece che: "L'idea che Livio abbia fattoun libero uso diValeri Antias, e lo menzioni soloin caso di disaccordoè privo di fondamento, perché abbiamo vistoquattordicicasi incui, anche seLivionon lomenziona, eglituttavianon è d'accordocon le sue dichiarazionicomea noi notoda altre fonti, oassolutamenteleignora.
Per esempio, nelFrammento1:"AccaLarentiaha devolutola sua proprietàa Romolo". Livionon ne parla. Nel Frammento3:afferma che527Sabinesono stati rapite. Liviodice che il numeroè maggiore di 30, e così via. Per l'interoperiodo copertoda Tito Livio, 33frammenti diValerio Antiasprovengono daLivio.
Insomma Howardnega che cheAntiasfosse la fonte dinotevoliporzioni distoria diLivioe cheLivioabbia seguitociecamente la fonte di Valerio, almeno nella prima partedel suo lavoro.
Innalzò inoltre Publio Valèrio Publìcola, (Valerius Poplicola), Console (m. 503 a.c.), falsificandone le sue gesta , probabilmente copiando quelle di Lucio Valerio, console nel 449. Sarebbe stato eletto console nel 509 in luogo di Collatino, e di nuovo nel 508, 507, 504; avrebbe trionfato sugli Etruschi, i Veienti e i Sabini. Avrebbe cooperato alla formazione del nuovo stato con le leggi Valerie, e istituita la provocatio ad populum. Per il grande rispetto delle libertà popolari fu detto Poplicola.
"Ma Valerio tramanda che il re Amulio diede i bambini nati da Rea Silvia a Faustolo, per ucciderli, ma egli, supplicato da Numitore affinchè i bambini non venissero uccisi, li affidò per allevarli alla sua amica Acca Larentia, donna che, poichè era solita prostituire i suo corpo. fu chiamata lupa. Perciò dopo esser cresciuti, Romolo, su rivelazione di Faustolo, venuto a sapere che aveva un nonno, chi fosse la madre e cosa le fosse accaduto, con pastori armati si diresse immediatamente ad Alba, e, ucciso Amulio, ristabilì nel regno il nonno Numitore. Romolo fu così chiamato dalla grandezza delle forze. L'altro invece fu detto Remo dalla lentezza, infatti gli uomini di tal genere erano detti dagli antichi ritardatari."
(Domenico Vasconi)