TEMPIO DI POMONA |
Il primo insediamento in Salerno di cui abbiamo notizia è dell’inizio del II sec. a.c. come informa Livio anche se il poeta latino Silio Italico cita le truppe salernitane impegnate ad aiutare Roma contro Annibale prima ancora della battaglia di Canne del 216 a.c.,, probabilmente chiamata all'epoca Fratte, già nella seconda metà del III sec.
Livio narra che la colonia fu formata da trecento cittadini con le loro famiglie in oram maritimam, ad castrum Salerni, ovvero in prossimità della costa, presso l'accampamento militare di Salerno.
Livio narra che la colonia fu formata da trecento cittadini con le loro famiglie in oram maritimam, ad castrum Salerni, ovvero in prossimità della costa, presso l'accampamento militare di Salerno.
Infatti, il nucleo originario della colonia romana di Salernum era un castrum, un accampamento militare la cui ubicazione è imprecisa. Si tende tuttavia a collocarla in via Duomo o in via Indipendenza.
I confini del territorio di Salernum seguivano i limiti stabiliti da spartiacque naturali: il promontorio di Sorrento e il fiume Sele, oltre il quale sorgeva la colonia latina di Paestum.
Purtroppo nessun resto monumentale dell’epoca è giunto fino a noi, probabilmente perchè i resti romani giacciono a una notevole profondità rispetto alla città odierna, in quanto la conformazione geofisica e l'assetto idrogeologico di Salerno hanno determinato uno sviluppo della città in verticale piuttosto che in orizzontale. Secondo Livio Salerno nasce con la delibera del Senato Romano nel 197 a.c. di fondare cinque nuove colonie in Italia meridionale che assistessero Roma militarmente.
Qui è stata pure reperita la base di una statua eretta per decreto della città in onore del patronus Annius Mecius Graccus (IV-V sec. d.C.) per aver contribuito alla ricostruzione della città danneggiata da un'alluvione, e sempre qui si sono anche nel XIX secolo rinvenute delle statue in marmo
La piazza forense doveva avere una sistemazione a terrazze e a criptoportici (corridoi coperti), come indiziano i rinvenimenti effettuati in via Trotula de' Ruggiero, adiacente alla piazza Abate Conforti.
Il tempio, nonostante alcuni dubbi a riguardo, è di epoca romana, quando la città di Salerno, sede di diversi templi (dedicati a Bacco, Venere, Giunone e Priapo), ricevette il titolo di "Collegio degli Augustali" a dimostrazione della grande importanza che rivestì durante il periodo romano.
Ai nostri giorni è giunto solo il tempio di Pomona caratterizzato, all'interno e all'esterno, da una quindicina di colonne di stile ionico unite tra di loro da un arco gotico a sesto acuto. I capitelli, sempre di stile ionico, sono costituiti da quattro teste della Dea Pomona ed una lastra quadrata a coronamento del capitello formata da facce concave.
Qui è stato rinvenuto un edificio del periodo augusteo che documenta il processo di monumentalizzazione che interessò l'area prossima al foro nei primi decenni dell'impero. Ed è in quest'area che è stata recuperata la statua di Venere con delfino esposta in mostra.
COMPLESSO DI S. PIETRO A CORTE
Nel complesso di S. Pietro a Corte, pur conservandosi le strutture romane per circa m. 13 di elevato, si è potuto riconoscerle solo in conseguenza dello svuotamento degli ambienti ipogei, partendo da m. 6,50 circa di profondità rispetto all'attuale piano stradale.
San Pietro a Corte si presenta infatti come un caso di architettura stratificata; il monumento si compone di tre distinti edifici: la chiesa superiore cappella di Arechi, un vasto ambiente sotterraneo Ipogeo ed il campanile.
L’ambiente ipogeo (sotterraneo) di San Pietro a Corte venne fondata su un frigidarium d’età medio- imperiale.
Il frigidarium, di fine I inizio II secolo, faceva parte di una struttura termale di vaste dimensioni, che venne abbandonata probabilmente a causa di un’alluvione, nel IV secolo.
Le terme vennero riutilizzate nel V secolo da una confraternita di cristiani che le adibirono a chiesa e cimitero.
L’Ipogeo è diviso in due scomparti da tre pilastri in mattoni; presenta nella muratura perimetrale residui di antichi mosaici.
A quota -7,60 m vi è un lastricato di grossi selci databili all’età romana, ma riutilizzati in età longobarda.
Il secondo ambiente ipogeo, a quota -6,45 m, si risolve in un’aula con abside rettangolare.
In questi ambienti erano alloggiate delle vasche, di cui sono ancora visibili i resti, che fanno pensare a una sala termale di epoca romana.
VILLA DI MINORI
Villa romana situata nella provincia di Salerno, regione Campania. La villa marittima, databile in età giulio-claudia per gli affreschi di III stile, è stata messa in luce negli anni Cinquanta.
Al piano terra numerosi ambienti, tra i quali si segnala un grande salone con stucchi ed affreschi.
I numerosi reperti rinvenuti attestano come Minori in epoca imperiale fosse una rinomata località di soggiorno.
L’Antiquarium annesso, raccoglie i materiali provenienti dallo scavo della villa, suddivisi per classi di appartenenza.
Nella prima sala sono esposti oggetti della vita quotidiana oltre ad un interessante ricostruzione di un invaso e delle volte della villa.
Una saletta di passaggio ospita una collezione numismatica che, con i suoi esemplari di monete, testimonia l’intero periodo di vita della villa dal I al IV sec. d.c., mentre alcune monete di età medievale ne attestano comunque l’utilizzo tra il XIII e il XIV secolo.
Infatti Picentia, attuale Pontecagnano, durante la II guerra punica, si ribellò a Roma alleandosi con Annibale, per poi essere smembrata in sparsi villaggi.
Così nel 194 a.c. nasce il “castrum Salerni” come colonia marittima di diritto romano. Secondo alcuni l'insediamento era situato in cima al monte Bonadies ed effettivamente si ritrovò un idolo d’oro durante la costruzione in età longobarda del palazzo di Arechi, per non parlare dei più recenti ritrovamenti di strutture di epoca romana sotto S. Pietro a Corte, nonchè gli elementi architettonici di spoglio negli edifici più antichi di Salerno tra cui il Duomo.
IL PERCORSO
Tra le molte iscrizioni rinvenute tra il XV ed il XVIII sec., alcune sono state reperite sotto l’attuale piazza Abate Conforti, per cui il percorso inizia da questa piazza dove i più ritengono sia ubicato il foro della colonia romana, il centro politico e commerciale della città, come si deduce dal rinvenimento di uno spazio porticato ornato da statue, di epigrafi dedicate all'imperatore Costantino e alla madre Elena.
S. PIETRO A CORTE |
La piazza forense doveva avere una sistemazione a terrazze e a criptoportici (corridoi coperti), come indiziano i rinvenimenti effettuati in via Trotula de' Ruggiero, adiacente alla piazza Abate Conforti.
In via Roberto il Guiscardo giacciono i resti del Tempio di Pomona.
Il tempio, nonostante alcuni dubbi a riguardo, è di epoca romana, quando la città di Salerno, sede di diversi templi (dedicati a Bacco, Venere, Giunone e Priapo), ricevette il titolo di "Collegio degli Augustali" a dimostrazione della grande importanza che rivestì durante il periodo romano.
Ai nostri giorni è giunto solo il tempio di Pomona caratterizzato, all'interno e all'esterno, da una quindicina di colonne di stile ionico unite tra di loro da un arco gotico a sesto acuto. I capitelli, sempre di stile ionico, sono costituiti da quattro teste della Dea Pomona ed una lastra quadrata a coronamento del capitello formata da facce concave.
Del tempio sono stati rinvenuti anche la pavimentazione, il solaio con arco centrale a tutto sesto, un tronco delle fondamenta, delle monofore ed una lapide muraria.
La lapide, situata tra la seconda e la terza monofora, ricorda una donazione di 50 mila sesterzi fatta da un certo Tito Tettenio Felice Augustale nel IV sec. d.c. e che consentì di realizzare i pavimenti in marmo, un ricco intonaco ed il frontone.
Probabilmente il tempio continuava verso oriente, in quanto durante recenti lavori di ristrutturazione del duomo, sono stati trovati resti di tempio romano.
Lasciando piazza Abate Conforti, ci si incammina lungo via Romualdo Guarna.
Qui è stato rinvenuto un edificio del periodo augusteo che documenta il processo di monumentalizzazione che interessò l'area prossima al foro nei primi decenni dell'impero. Ed è in quest'area che è stata recuperata la statua di Venere con delfino esposta in mostra.
Interessante pure il tratto di strada lastricata presso via Tasso scoperto nel 1879 e tracce della necropoli romana, tra l’attuale piazza Sedile di Portanova ed i “Mulini”.
Nel nostro secolo sono avvenuti ritrovamenti in zona corso Vittorio Emanuele, relativi ad un mosaico, anfore ed altri oggetti in terracotta e pure tombe di epoca romana sotto la Banca d’Italia, sotto il Tribunale, presso la Stazione Ferroviaria, nella zona di via Carmine.
Tracce di una cisterna e di una villa sono stati rinvenuti in aree periferiche come via Monti e a Torre Angellara, ma soprattutto nel centro storico di Salerno, dove convenzionalmente viene individuata la localizzazione della città antica. Qui sono stati rinvenuti resti di edifici con archi sostenuti da colonne in laterizio, pavimenti ed opere di canalizzazione, oltre che statue e tombe.
Da via Romualdo Guarna ci si sposta in via Duomo. Nel Duomo si mostrano i numerosi reimpieghi di materiali di età romana. Proseguendo lungo via Duomo, si arriva a via Mercanti che, al momento della fondazione della colonia romana, era, almeno in parte, un ambiente marino, una spiaggia prossima a una zona frequentata più a monte.
Successivamente, in età imperiale, fu occupata da residenze private anche di un certo prestigio, come quella ubicata in corrispondenza dell'angolo di Vicolo della Neve (numeri civici 125, 127, 133), decorata da ricchi affreschi. In età tardo antica (III-V secolo d.c.) la via era invece caratterizzata dalla compresenza di abitazioni e di officine, per lo più botteghe di fabbri (via Mercanti 60).
Da via Mercanti e si gira a destra su via dei Canali, in cui è ipoteticamente riconosciuto il cardo maximus della colonia romana.
Su via dei Canali si fa una tappa alla chiesa di San Pietro a Corte - sede della cappella annessa al palazzo reale del principe longobardo Arechi II - che è stata costruita al di sopra di un complesso termale del I-II secolo d.c. e, in particolare, su un grande frigidarium.
Da via dei Canali si arriva su via Tasso, corrispondente al decumanus maximus della città romana. Quindi, si percorre via Tasso fino a giungere nuovamente in piazza Abate Conforti dove la visita ha termine.
Nel nostro secolo sono avvenuti ritrovamenti in zona corso Vittorio Emanuele, relativi ad un mosaico, anfore ed altri oggetti in terracotta e pure tombe di epoca romana sotto la Banca d’Italia, sotto il Tribunale, presso la Stazione Ferroviaria, nella zona di via Carmine.
Tracce di una cisterna e di una villa sono stati rinvenuti in aree periferiche come via Monti e a Torre Angellara, ma soprattutto nel centro storico di Salerno, dove convenzionalmente viene individuata la localizzazione della città antica. Qui sono stati rinvenuti resti di edifici con archi sostenuti da colonne in laterizio, pavimenti ed opere di canalizzazione, oltre che statue e tombe.
Da via Romualdo Guarna ci si sposta in via Duomo. Nel Duomo si mostrano i numerosi reimpieghi di materiali di età romana. Proseguendo lungo via Duomo, si arriva a via Mercanti che, al momento della fondazione della colonia romana, era, almeno in parte, un ambiente marino, una spiaggia prossima a una zona frequentata più a monte.
Successivamente, in età imperiale, fu occupata da residenze private anche di un certo prestigio, come quella ubicata in corrispondenza dell'angolo di Vicolo della Neve (numeri civici 125, 127, 133), decorata da ricchi affreschi. In età tardo antica (III-V secolo d.c.) la via era invece caratterizzata dalla compresenza di abitazioni e di officine, per lo più botteghe di fabbri (via Mercanti 60).
Da via Mercanti e si gira a destra su via dei Canali, in cui è ipoteticamente riconosciuto il cardo maximus della colonia romana.
Su via dei Canali si fa una tappa alla chiesa di San Pietro a Corte - sede della cappella annessa al palazzo reale del principe longobardo Arechi II - che è stata costruita al di sopra di un complesso termale del I-II secolo d.c. e, in particolare, su un grande frigidarium.
Da via dei Canali si arriva su via Tasso, corrispondente al decumanus maximus della città romana. Quindi, si percorre via Tasso fino a giungere nuovamente in piazza Abate Conforti dove la visita ha termine.
LE MURA
Essendo sorta come città militare, la Salerno romana era sicuramente fortificata; non è un caso che uno dei campi su cui si sono maggiormente battuti gli studiosi è quello delle mura della città romana sulla cui estensione esistono solo delle ipotesi tra cui, una è quella più accreditata.
Il problema delle murazioni romane risulta importante in quanto implica l’identificazione dei limiti dell’abitato antico ed anche delle sue strade e delle sue porte.
Come punto di partenza in tutte le diverse ricostruzioni, viene preso il luogo dove è il Castello di Arechi; poi, seguendo le pendici del monte Bonadies, le mura sarebbero giunte presso la Medievale Porta Respizzi, in cima a Via Dei Renzi.
Da questo punto le mura, dopo aver toccato il largo Scuola Salernitana, sarebbero giunte alla Porta Nucerina, all’estremità occidentale di Via Tasso.
Costeggiando il ciglio della scarpata a sud di Via Tasso, fino ai Gradoni della Madonna della Lama, sarebbero scese fino al lato superiore di Largo Campo per poi proseguire verso est lungo Via Dogana Vecchia, Via Mercanti ed arrivando a Via delle Botteghelle.
Da qui, sarebbe iniziato di nuovo il tratto ascendente della fortificazione, toccando Porta Elina e Porta Rotese e quindi dirigendosi su per la collina sul Monte Bonadies.
LE VIE
Salerno dovette molto sia militarmente che per i commerci alla via Capua - Reggio che sembra passasse per la città corrispondendo a quel tratto di strada lastricata rinvenuta in via Tasso, cioè il decumano massimo che collegava Porta Nucerina, e piazza Conforti ove era ubicato il Foro.
Un secondo, minore, decumano correva parallelamente mentre con andamento quasi ortogonale erano due cardini corrispondenti alle attuali via dei Canali e via Duomo.
Esistono molti dubbi nella Salerno romana sull'esistenza di un porto o almeno di un approdo, forse alla foce dell’Irno o presso l’attuale Teatro Verdi in corrispondenza di una piccola insenatura.
Con la caduta dell'Impero e le successive invasioni barbariche Salerno nel V secolo dovette subire prima i Visigoti e poi i Vandali; la guerra gotico - bizantina influì ulteriormente sullo stato di queste zone, catastrofico fino all’arrivo dei Longobardi.
COMPLESSO DI S. PIETRO A CORTE
Nel complesso di S. Pietro a Corte, pur conservandosi le strutture romane per circa m. 13 di elevato, si è potuto riconoscerle solo in conseguenza dello svuotamento degli ambienti ipogei, partendo da m. 6,50 circa di profondità rispetto all'attuale piano stradale.
San Pietro a Corte si presenta infatti come un caso di architettura stratificata; il monumento si compone di tre distinti edifici: la chiesa superiore cappella di Arechi, un vasto ambiente sotterraneo Ipogeo ed il campanile.
L’ambiente ipogeo (sotterraneo) di San Pietro a Corte venne fondata su un frigidarium d’età medio- imperiale.
Il frigidarium, di fine I inizio II secolo, faceva parte di una struttura termale di vaste dimensioni, che venne abbandonata probabilmente a causa di un’alluvione, nel IV secolo.
Le terme vennero riutilizzate nel V secolo da una confraternita di cristiani che le adibirono a chiesa e cimitero.
L’Ipogeo è diviso in due scomparti da tre pilastri in mattoni; presenta nella muratura perimetrale residui di antichi mosaici.
A quota -7,60 m vi è un lastricato di grossi selci databili all’età romana, ma riutilizzati in età longobarda.
Il secondo ambiente ipogeo, a quota -6,45 m, si risolve in un’aula con abside rettangolare.
In questi ambienti erano alloggiate delle vasche, di cui sono ancora visibili i resti, che fanno pensare a una sala termale di epoca romana.
VILLA DI MINORI
Villa romana situata nella provincia di Salerno, regione Campania. La villa marittima, databile in età giulio-claudia per gli affreschi di III stile, è stata messa in luce negli anni Cinquanta.
L’antiquarium è annesso alla villa romana del I sec. d.c., scoperta tra il 1950 e il 1954, risepolta dall'alluvione del 26 ottobre 1954 e poi nuovamente riportata in luce.
La villa di Minori rispecchia la struttura tipica della “villa marittima” con le sale di rappresentanza collocate ad ovest del complesso e gli ambienti termali ad est.
L’edificio si articola su due livelli.
NINFEO |
Tutti gli ambienti risultano organizzati intorno ad un ampio giardino cinto da un portico ad arcate.
Interessanti sono, inoltre, il triclinium ed il quartiere termale.
Sulla terrazza, corrispondente al piano superiore, è l'annesso antiquarium che espone reperti di età romana provenienti da altre ville della zona.
L’Antiquarium annesso, raccoglie i materiali provenienti dallo scavo della villa, suddivisi per classi di appartenenza.
Nella prima sala sono esposti oggetti della vita quotidiana oltre ad un interessante ricostruzione di un invaso e delle volte della villa.
La sala attigua ospita numerosi pannelli con affreschi e la ricostruzione della vasca con suspensurae (pilastrini di mattoni sovrapposti utilizzati per sollevare il pavimento degli ambienti termali per favorire la circolazione dell’aria calda) che sono elementi tipici del calidarium, ambiente delle terme dedicato ai bagni caldi.
Una saletta di passaggio ospita una collezione numismatica che, con i suoi esemplari di monete, testimonia l’intero periodo di vita della villa dal I al IV sec. d.c., mentre alcune monete di età medievale ne attestano comunque l’utilizzo tra il XIII e il XIV secolo.