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CULTO DI TANA

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LA DEA CHE CAMMINA A PIEDI NUDI SULLA TERRA

TANA, detta in etrusco THAINA, fu appunto una divinità etrusco/romana della magia e della trasformazione. Di origine etrusca venne, con la conquista romana dei territori etruschi, importata a Roma, dove venne pian piano assimilata a Diana.

Fu Dea del cielo, della Luce e della natalità, ovvero del parto; come Dea del cielo veniva rappresentata dalla prima stella del mattino, quella che i latini chiamarono Lux-Fero (Porto la luce) italianizzata in Lucifero e demonizzata dalla chiesa cattolica che le mutò sesso trasformandola in maschio e demone, anzi nel capo della schiera dei demoni maledetti da Dio.

Era pure Dea della magia e della trasformazione, ella operava, come le sue sacerdotesse nell'oscurità di un antro che diveniva la Tana della Dea. Attraverso la magia, tanto temuta anche dai romani, si operavano le trasformazioni, esteriori ed interiori. Del resto la Dea della Natura operava magie in continuazioni trasformando uomini, animali e piante mediante la trasformazione delle stagioni.

LA TANA DEGLI ANIMALI SELVAGGI
Fu pure Dea della liberazione, e quindi della libertà, pertanto protettrice di oppressi e di fuorilegge, divenendo Asylum per gli uomini ricercati che si rifugiavano nel suo tempio, dopodichè divenivano intoccabili o Tana per gli animali selvaggi. Ella camminava a piedi nudi sulla Terra perchè non poneva ostacoli tra sè e il suolo, ella era tutt'uno con la Terra.

Venne anche assimilata a Feronia, Dea degli animali selvaggi e a sua volta pure Dea dei Liberti, cioè dei liberati.

Ella proteggeva le tane degli animali dove si rifugiavano i nuovi nati, ma pure le tane degli animali che cadevano in letargo.

Questa Dea, nella qualità di Liberatrice (opzione oggi passata pari pari alla Madonna) presenziava come nume tutelare alla funzione di liberazione degli schiavi. Da Dea Tana Liberatrice divenne S. Maria Liberatrice.

Secondo alcuni ebbe anche il nome di Fero dai molti doni che le si portavano. Invece Feronia è la Potnia Theron, come lo era Tana, che dette anche il nome alle cavità dove si rifugiavano gli animali, cioè le tane (o viceversa).

Feronia come Tana venne chiamata "Fero" abbreviativo della locuzione "Lux Fero" (io porto la luce,
dal lat. portare = fero fers ferre). In qualità di tana divenne pure un sinonimo della vagina che può essere penetrata dal fallo, per cui il "fare tana" equivaleva a fare sesso.

Anche se Feronia doveva il suo nome alle Ferae, le fiere, cioè gli animali selvaggi che costellavano la sua veste e che ella proteggeva.

L'idea della liberazione cui conduceva oltre che all'esterno, all'interno delle anime (un po' il "Conosci te stesso"), si è tramandato attraverso il gioco del "nascondino" conosciuto anche dai romani come si vede a Pompei dove due eroti giocano a "nascondarella".

Chi scopriva colui che si era nascosto allo sguardo, esclamava, come ancora oggi fanno i bambini nel gioco: "Tana libera tutti!" sembra retaggio dell'antica Dea.


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