IL GRANDE PERISTILIO E' DIETRO LA SALA A QUADRIPARTITO CON LE COLONNE RIALZATE (1) |
L'abitato aveva pianta regolare con mura in parte conservate. Gli scavi archeologici hanno rivelato vari edifici ellenistici, tra cui il mausoleo e il cosiddetto Palazzo delle Colonne. Di età romana sono i resti del foro, l'anfiteatro e un arco onorario a tre fornici del sec. IV d.c. Sono state rinvenute anche notevoli sculture di età ellenistica.
INTERNO STILE TOLEMAICO (2) |
Nella Tolemaide libica sorgeva il cosiddetto Palazzo delle Colonne, in realtà un'antica domus di Tolemaide, che occupava tutto un isolato del centro cittadino, a nord dell'agorà.
Alcuni studiosi ritengono risalga all'epoca ellenistica, II - I secolo a.c., altri che risalga al periodo flavio o addirittura traianeo.
Presentandosi come una dimora ricca e articolata si pensa fosse il palazzo dell'autorità locale in epoca tolemaica e poi imperiale romana, fino all'epoca tardo-antica in cui sarebbe stata la sede del governatore della provincia dioclezianea della Libia superiore.
Sopravvisse nel periodo bizantino, ma con tutt'altro uso, poichè alcuni ambienti furono riutilizzati per attività artigianali.
Alcuni capitelli nel prato indicano il punto dove scavando si possono trovare le rispettive colonne.
Qui la maggior parte del sito archeologico è tuttora sotto terra, ma forse un giorno potrà vedere la luce intatto come venne abbandonato quel giorno del 365 d.c. quando il terremoto che fece scomparire la pentapoli libica, distrusse buona parte della città di Tolemaide.
LA STORIA
Tolemaide fu una città libica risalente al VII e il VI sec. a.c. e legata alle cinque principali città della Nella Libia orientale c'era la Pentapoli cirenaica di origine greca, con capoluogo Cirene, di cui faceva parte la città di Barca, i cui coloni fondarono all'epoca il porto.
Qui la maggior parte del sito archeologico è tuttora sotto terra, ma forse un giorno potrà vedere la luce intatto come venne abbandonato quel giorno del 365 d.c. quando il terremoto che fece scomparire la pentapoli libica, distrusse buona parte della città di Tolemaide.
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LA STORIA
Tolemaide fu una città libica risalente al VII e il VI sec. a.c. e legata alle cinque principali città della Nella Libia orientale c'era la Pentapoli cirenaica di origine greca, con capoluogo Cirene, di cui faceva parte la città di Barca, i cui coloni fondarono all'epoca il porto.
Poichè il commercio divenne sempre più prosperoso il porto crebbe e richiamò commercianti e residenti, formando un centro che. allargatosi col tempo, finì per formare formare una città a sè stante, a cui fu dato poi il nome di Tolemaide,
MOSAICO MEDUSA OPUS VERMICULATUM (6) |
Subì le invasioni barbariche nel III sec. e nel 365 un terribile terremoto distrusse totalmente la pentapoli e danneggiò Tolemaide che però sopravvisse divenendo capitale della Libya Superior, finchè, nel 428, venne devastata dai Vandali.
A partire dal periodo della dominazione italiana ebbero luogo numerosi scavi, che portarono alla luce il centro e la cinta di mura che lo difendeva. Nel 2001 una missione dell'Istituto di archeologia dell'Università di Varsavia diede corso ad ulteriori scavi archeologici.
GLI SCAVI DI TOLEMAIDE
Negli scavi sono emersi fino ad ora:
PLANIMETRIA DEI DUE PIANI DELLA VILLA (clicca per ingrandibili) |
- La casa delle quattro stagioni, databile all’inizio del III sec. d.c.. impostata su due peristili intorno ai quali vi sono gli ambienti residenziali. La casa subi’ molte trasformazioni nel V secolo d.c venne aggiunto il mosaico che ha dato il nome al complesso raffigurante le 4 stagioni.
- il teatro. Un edificio a pianta rettangolare e irregolare esterna e semicircolare interna, dovette essere in origine un edificio per riunioni pubbliche e politiche, ma dalla sua forma attuale possiamo riconoscerlo come u teatro acquatico, dove si svolgeva un tipo particolare di spettacolo.
- la via monumentale dove sorgevano numerosi edifici;
- le terme pubbliche
- il tetrasylon
- l’aula Dorica
- il Palazzo delle Colonne.
DESCRIZIONE
Il Palazzo delle colonne, o Villa delle Colonne, occupa occupa lo spazio di un'insula cittadina, per questo è definito Palazzo, ha la forma di rettangolo allungato e leggermente irregolare, lungo m 164,10 x m 36,45 a nord e 37,60 a sud.
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Lo spazio a giardino era circondato da colonne ioniche su tre lati e corinzie sul lato nord, tutte con trabeazione dorica.
L'ingresso a questo settore, posto allo stesso livello, avveniva dal lato est.
Sul lato nord una grande sala a quadriportico con colonne corinzie sorretta da un criptoportico, e sul lato sud due grandi aule, un oecus (salone), con capitelli ornati da teste di Serapide, e un cubicolo (camera da letto).
A nord del "Grande peristilio, ad un livello inferiore, si trovano gli ambienti delle terme private e invece sulla facciata nord, una serie di taberne munite di retrobottega (dove in genere vivevano i proprietari), che si aprivano sulla via.
A nord del "Grande peristilio, ad un livello inferiore, si trovano gli ambienti delle terme private e invece sulla facciata nord, una serie di taberne munite di retrobottega (dove in genere vivevano i proprietari), che si aprivano sulla via.
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In quest'area un ambiente sotterraneo ha restituito degli scheletri umani e una grande quantità di frammenti ceramici: potrebbe essere stata una prigione oppure forse una tomba familiare, ma è più probabile la seconda ipotesi.
Tutti questi nuclei apparentemente isolati formano in realtà un unico complesso abitativo e sono collegati tra loro da corridoi e scale. Altri ambienti separati si trovano tra il muro che chiude a sud il complesso del Grande peristilio e la facciata meridionale dell'edificio.
I lussuosi ambienti, esterni e interni, avevano numerose colonne con fini lavorazioni, ed erano spesso dipinti e mosaicati. Dei pavimenti restano diversi esemplari conservati al museo di Tolemaide e che riportiamo qui sopra.
A seguito dell'imponente cataclisma del 365 d.c., gran parte del litorale sprofondò di alcuni metri, e, nella foto di cui sotto, si vede una strada che entra nel mare in direzione dell’isolotto sul quale si intravedono delle colonne.
IL TESORO DI BENGASI (tra cui i reperti della Villa delle Colonne)
"Il cosiddetto Tesoro di Bengasi è una raccolta di importanti antichità rinvenute in Cirenaica dopo la I guerra mondiale, durante l’occupazione libica della Libia seguita al crollo dell’impero ottomano.
- Gli oggetti di maggior valore furono trovati nel 1917 nel Tempio di Artemide a Cirene.
- Altro materiale proviene dall’ellenistico Palazzo delle colonne a Tolemaide (tra Cirene e Bengasi), oggetto di scavi a partire dal 1937.
- Un terzo elemento è la collezione Meliu di 2.000 monete.
In totale il Tesoro di Bengasi comprende 364 monete d’oro, 2.433 d’argento, 4.848 di bronzo, 306 gioielli e 43 altri reperti antichi tra cui figurano anche statue.
Nel 1942, mentre gli Alleati si stavano avvicinando alla Libia, gli archeologi italiani a Bengasi impacchettarono il tesoro che l’anno seguente fu spedito a Roma nei bauli militari. A maggio 1944 i bauli furono trasferiti per ragioni di sicurezza a Cremona e più tardi in Val Brenta, nelle Dolomiti. Dopo la guerra i reperti libici tornarono a Roma dove furono depositati nel Museo Coloniale. Anche se l’Italia non aveva nessun titolo per detenere i reperti, solo nel 1961 la collezione fu finalmente restituita alla Libia. Venne stilato un inventario dattiloscritto, purtroppo senza fotografie.
Nel 1942, mentre gli Alleati si stavano avvicinando alla Libia, gli archeologi italiani a Bengasi impacchettarono il tesoro che l’anno seguente fu spedito a Roma nei bauli militari. A maggio 1944 i bauli furono trasferiti per ragioni di sicurezza a Cremona e più tardi in Val Brenta, nelle Dolomiti. Dopo la guerra i reperti libici tornarono a Roma dove furono depositati nel Museo Coloniale. Anche se l’Italia non aveva nessun titolo per detenere i reperti, solo nel 1961 la collezione fu finalmente restituita alla Libia. Venne stilato un inventario dattiloscritto, purtroppo senza fotografie.
Tornato in patria, il tesoro fu collocato nel sotterraneo della banca di Bengasi, situazione che perdurò dopo la salita al potere di Gheddafi otto anni più tardi. Nel 1980 nuovi ritrovamenti archeologici andarono ad arricchire il tesoro.All’inizio di quest’anno, i ribelli hanno istituito a Bengasi il Consiglio nazionale di transizione (Cnt), e Fadel Ali Mohammed è stato nominato presidente del Dipartimento di archeologia. Il 2 giugno ha scritto al procuratore generale, riferendo del furto del Tesoro di Bengasi. Fadel ha anche scritto al ministro italiano degli Esteri Franco Frattini, chiedendo assistenza per la documentazione dei reperti.
Il problema principale è che non esistono tracce fotografiche delle migliaia di reperti, una lacuna che Ensoli descrive come «assolutamente deplorevole» e che renderà difficile, se non impossibile, identificare i pezzi nel caso in cui dovessero apparire sul mercato."
( Fonte )
COMMENTO
PER QUALE RAGIONE IL TESORO NON VENNE MAI FOTOGRAFATO?
Per la stessa ragione per cui non si conosce esattamente la consistenza archeologica e artistica dei maggiori musei italiani:
perchè così questi beni possono venire tranquillamente trafugati.