Brigetio (odierna Komárom) era una località nel territorio della moderna Ungheria. appartenente all'antica tribù degli Azali, di origine illirica, ma con connotazioni celtiche, infatti il suo nome deriverebbe dal celtico "brig" cioè "fortezza".
Venne conquistata dai romani alla fine del regno di Augusto o l'inizio di quello di Tiberio, e dotata in un fortino di unità ausiliarie, a partire dalla fine del regno di Claudio (49-50), quando furono costruite numerose vie di comunicazione in Pannonia (Ungheria occidentale), ad esempio la strada che collegava Brigetio con Sirmium/Singidunum (attuale Sremska Mitrovica in Serbia).
Brigetio venne edificata quando Vannio (19 - 50), re dei Quadi e dei Marcomanni, fu cacciato dai suoi sudditi, per cui l'imperatore Claudio, preoccupato dai disordini a nord del fiume Danubio, ordinò al governatore della Pannonia “di disporre una legione con un corpo scelto di milizie ausiliarie sulla riva del Danubio per proteggere i perdenti e dissuadere i barbari vittoriosi dalla tentazione di invadere la provincia".
LE FONDAZIONI |
Al termine delle guerre condotte da Adriano in Sarmatia contro gli Iazigi ed in Moldavia e Valacchia contro i Roxolani, fu installata in modo definitivo la Legio I Adiutrix a Brigetio e qui rimase fino al IV secolo.
Pertanto Brigetio, nei cui pressi sono stati trovati i resti di una ventina di castrum, fu al centro delle operazioni militari romane in territorio germanico tra il 172 ed il 180. Lo stesso Marco Aurelio avrebbe stazionato in questa importante fortezza nel 179, come riporta nel suo primo libro dei Colloqui con se stesso, intitolato "Sulla Granua" (fiume della Slovacchia a nord di Brigetio).
- nel 167 nella zona di Brigetio ed Arrabona;
- nel 170 quando erano giunti fino ad Aquileia, lungo la via dell'Ambra),
- poi nei territori di Gallia cisalpina, Norico e Rezia (170-171),
- infine in territorio germanico e sarmatico, fino al 175.
In quel periodo l'imperatore dovette risiedere per vari anni lungo il fronte pannonico, senza mai, con suo sommo rincrescimento, dato che non amava la guerra, poter far ritorno a Roma. Ma la tregua con queste popolazioni, tra cui Marcomanni, Quadi e Iazigi, durò però solo un paio d'anni.
Alla fine del 178 l'imperatore Marco Aurelio dovette tornare nel castrum di Brigetio, da cui nel 179, condusse l'ultima campagna. La morte dell'imperatore nel 180 pose fine ai piani espansionistici romani e determinò l'abbandono dei territori occupati della Marcomannia, sebbene il figlio Commodo, continuò a combattere a fasi alterne nella piana del Tibisco fino al 188/189.
Alcune epigrafi del 213, rinvenute a Brigetio, alluderebbero a spedizioni punitive contro i Daci liberi del Banato, compresi tra la Pannonia inferiore ad occidente e la Dacia ad oriente.
L'anno successivo Caracalla, partì per la Pannonia, dove si erano verificate nuove incursioni tra Brigetio ed Aquincum da parte di Quadi e sarmati Iazigi. Caracalla ottenne l'alleanza dei Marcomanni, contro i vicini Vandali, ora nemici dell'Impero romano, giustiziò il re dei Quadi, Gabiomaro, che aveva invaso le due Pannonie e sconfisse anche gli Iazigi, assumendo così l'appellativo di "Sarmaticus".
Così la Pannonia inferiore fu ampliata, includendo ora anche la fortezza legionaria di Brigetio, in modo che ognuna delle due Pannonie potesse disporre di due legioni ciascuna, mentre i centri civili di Carnuntum (Colonia Septimia Aurelia Antoniana) e della stessa Brigetio furono elevati al rango di colonie.
Il limes pannonico venne attaccato di nuovo nel 245 dai Quadi, tanto che l'anno successivo dovette intervenire l'imperatore Filippo l'Arabo, il quale riportò grandi vittorie per cui gli fu attribuito l'appellativo di "Germanicus maximus". Tuttavia nel 252 i Quadi tornarono ad attaccare il limes pannonico, nella zona di fronte alla fortezza legionaria di Brigetio.
Nel 282, alla morte dell'imperatore, gli Iazigi, da pochi anni sottomessi, si unirono ai Quadi e ripresero le battaglie, sfondando il limes pannonico e mettendo in pericolo l'intero Illirico, la Tracia e il suolo italico. L'anno successivo, il nuovo imperatore, Marco Aurelio Caro (230 - 283), affidò la parte occidentale dell'impero al figlio maggiore, Marco Aurelio Carino (257 - 285), il quale, intervenuto con prontezza e determinazione, riuscì ad intercettare le bande di armati germano-sarmatici che avevano sfondato ancora una volta il limes in Pannonia e ne fece grande strage.
« In pochissimi giorni [l'imperatore Caro] poté restituire sicurezza alla Pannonia, uccidendo sedicimila Sarmati e catturandone ventimila di ambo i sessi. »
(Historia Augusta - Caro Carino Numeriano)
Per la vittoria, l'imperatore nel 284 ricevette l'appellativo di "Germanicus maximus", celebrò un trionfo a Roma e batté moneta dove coi prigionieri barbari e la dicitura "Triumfus Quadorum". L'anno successivo i popoli furono nuovamente e pesantemente sconfitti dal nuovo imperatore, Diocleziano, che il titolo di "Germanicus maximus" e "Sarmaticus maximus".
Nel 357 Quadi, nella loro Marcomanni e sarmati Iazigi invasero e saccheggiarono le province di Rezia, Pannonia e Mesia. Costanzo II in parte combattè e in parte assegnò nuove aree d'insediamento ad alcune tribù della coalizione. Ammiano narra che l'imperatore pose i propri quartieri generali a Brigentio. Per la vittoria, l'imperatore nel 284 ricevette l'appellativo di "Germanicus maximus", celebrò un trionfo a Roma e batté moneta dove coi prigionieri barbari e la dicitura "Triumfus Quadorum". L'anno successivo i popoli furono nuovamente e pesantemente sconfitti dal nuovo imperatore, Diocleziano, che il titolo di "Germanicus maximus" e "Sarmaticus maximus".
Il capo dei Quadi, Vitrodoro, ed il vassallo Agilimundo, oltre ad altri capi nobili, all'apparire dell'esercito nel loro regno, si gettarono ai piedi dei soldati romani ed ottennero il perdono, consegnando i loro figli come ostaggi e promettendo che sarebbero rimasti fedeli ai patti.
Nel 374, una nuova incursione di Quadi e Iazigi, mosse l'imperatore Valentiniano I (321 - 375) in territorio germanico in territorio germanico, dalla fortezza legionaria di Carnuntum, per una spedizione punitiva, in questa occasione la fortezza legionaria di Brigetio fu restaurata per l'ultima volta.
Qui morì Valentiniano I, al termine delle campagne militari contro i Quadi, nel 375, come ci racconta Ammiano Marcellino. Il limes danubiano tenne ancora per alcuni decenni alle devastazioni barbariche, tanto che al tempo della Notitia Dignitatum nel 400, la legio I Adiutrix si trovava ancora nell'antico castrum. Cadde sotto i colpi delle armate degli Unni di Attila, il quale riuscì ad occupare tutta la Pannonia nel 433.
IL SITO ARCHEOLOGICO
Di Brigetio possiamo oggi ammirare il castrum legionario, ad est del villaggio di Szőny, dove sono state scoperte nel corso degli scavi:
- la porta praetoria,
- la porta decumana,
- una parte del praetorium,
- varie opere difensive (torri delle porte, torri laterali, camminamento di ronda, ecc.);
- una necropoli,
- numerose abitazioni civili riccamente dipinte nella regione della canabae,
- le terme,
- alcuni templi,
- un anfiteatro (un ovale di 166x97 metri),
- un foro
- un acquedotto (che portava l'acqua da Tata).
DA
I tesori dell'antica Brigetio sono esplorati dagli archeologi di ELTE
2011.06.28. 08:05 Peter Bernát
Brigetio, uno dei più grandi insediamenti nella provincia romana della Pannonia con antichi tesori archeologici presso il cui Dipartimento ELTE dei ricercatori hanno iniziato la loro ventesima stagione di scavo. Secondo la sua descrizione, la formazione di Brigetio fu determinata da oltre a 6-10 mila familiari di soldati in servizio nelle artigiani legione e artigiani, e la popolazione indigena romanizzata che viveva nella parte della città una certa distanza. Durante il regno di Settimio Severo.
Ammiano Marcellino (330-400), narra che l'imperatore è venuto a Pannonia a causa della campagna contro i Quadi. Secondo la sua descrizione, l'imperatore trovava difficile trovare un alloggio per sé. Carnuntum (oggi Bassa Austria) era allora una città devastata. " Brigetio è stata la scelta come luogo in cui gli inviati Quadi parlarono di condizioni di pace. "eperti archeologici indicano che la vita romana poi lentamente scomparve.
Dall'inizio del XX secolo sono state scoperte varie opere e sono state conservate collezioni ricche in varie collezioni in Ungheria e all'estero. Le esplorazioni per la ricerca scientifica sono iniziate solo nella prima metà degli anni '40, che è esplosa dopo la guerra, e in seguito sono stati effettuati solo scavi relativi ai lavori di costruzione.
Nel 374, una nuova incursione di Quadi e Iazigi, mosse l'imperatore Valentiniano I (321 - 375) in territorio germanico in territorio germanico, dalla fortezza legionaria di Carnuntum, per una spedizione punitiva, in questa occasione la fortezza legionaria di Brigetio fu restaurata per l'ultima volta.
Qui morì Valentiniano I, al termine delle campagne militari contro i Quadi, nel 375, come ci racconta Ammiano Marcellino. Il limes danubiano tenne ancora per alcuni decenni alle devastazioni barbariche, tanto che al tempo della Notitia Dignitatum nel 400, la legio I Adiutrix si trovava ancora nell'antico castrum. Cadde sotto i colpi delle armate degli Unni di Attila, il quale riuscì ad occupare tutta la Pannonia nel 433.
IL SITO ARCHEOLOGICO
Di Brigetio possiamo oggi ammirare il castrum legionario, ad est del villaggio di Szőny, dove sono state scoperte nel corso degli scavi:
- la porta praetoria,
- la porta decumana,
- una parte del praetorium,
- varie opere difensive (torri delle porte, torri laterali, camminamento di ronda, ecc.);
- una necropoli,
- numerose abitazioni civili riccamente dipinte nella regione della canabae,
- le terme,
- alcuni templi,
- un anfiteatro (un ovale di 166x97 metri),
- un foro
- un acquedotto (che portava l'acqua da Tata).
DA
I tesori dell'antica Brigetio sono esplorati dagli archeologi di ELTE
2011.06.28. 08:05 Peter Bernát
Brigetio, uno dei più grandi insediamenti nella provincia romana della Pannonia con antichi tesori archeologici presso il cui Dipartimento ELTE dei ricercatori hanno iniziato la loro ventesima stagione di scavo. Secondo la sua descrizione, la formazione di Brigetio fu determinata da oltre a 6-10 mila familiari di soldati in servizio nelle artigiani legione e artigiani, e la popolazione indigena romanizzata che viveva nella parte della città una certa distanza. Durante il regno di Settimio Severo.
Ammiano Marcellino (330-400), narra che l'imperatore è venuto a Pannonia a causa della campagna contro i Quadi. Secondo la sua descrizione, l'imperatore trovava difficile trovare un alloggio per sé. Carnuntum (oggi Bassa Austria) era allora una città devastata. " Brigetio è stata la scelta come luogo in cui gli inviati Quadi parlarono di condizioni di pace. "eperti archeologici indicano che la vita romana poi lentamente scomparve.
Su richiesta del comune di Komárom, l'antico dipartimento archeologico di ELTE ha iniziato gli scavi nel 1992 a Brigetio. Negli ultimi 19 anni, sono emersi gli edifici residenziali e gli edifici agricoli associati decorati in modo molto ricco nel presunto centro della città.
Come risultato degli scavi, la struttura di una città ha cominciato ad emergere, in forma di insulae "Per quanto ne sappiamo, gli isolati erano di 50 metri, 50 metri di larghezza e 3 metri di larghezza, lcon strade lastricate, reciprocamente parallele e rettangolari."
Il riscaldamento a pavimento negli edifici del soggiorno serviva il comfort dei residenti e gli archeologi sono riusciti a trovare una parte della rete fognaria.
Come risultato degli scavi, la struttura di una città ha cominciato ad emergere, in forma di insulae "Per quanto ne sappiamo, gli isolati erano di 50 metri, 50 metri di larghezza e 3 metri di larghezza, lcon strade lastricate, reciprocamente parallele e rettangolari."
Il riscaldamento a pavimento negli edifici del soggiorno serviva il comfort dei residenti e gli archeologi sono riusciti a trovare una parte della rete fognaria.
Tra i ritrovamenti, i dipinti murali, molti dei quali sono stati prodotti negli ultimi due decenni. Uno dei più significativi è un affresco del soffitto, raffigurante le costellazioni delle costellazioni di Andromeda e Pegaso. Ai quattro angoli del soffitto le quattro stagioni. C'è anche una raffigurazione di una festa: nelle grandi aree di immagine con "pelli di animali", dove gente di pelle nera offre i pasti. "Gli abiti dei servi hanno fatto scalpore tra gli specialisti nei costumi romani, l'affresco sarà centrale per l'anno prossimo alla mostra internazionale mannhim dedicata ai costumi antichi", ha detto László Borhy.