MARCO EMILIO LEPIDO |
Nascita: -
Morte: 152 a.c.
Professione: Generale e magistrato
Marco Emilio Lepido (in latino: Marcus Aemilius Lepidus; ... – 152 a.c.), di stirpe patrizia, fu un importante esponente dei Lepidi, un ramo della gens Aemilia, nonchè un buon politico e un ottimo generale della Repubblica romana. Si tratta di una delle più grandi personalità del II sec. a.c., apprezzato grandemente nella sua vita e dopo la sua morte.
IL CURSUM HONORUM
Edile
- Lepido fu nominato edile nel 193 a.c. insieme a L. Emilio Paolo, promuovendo la costruzione del nuovo porto fluviale a sud del colle Aventino. Questa nuova costruzione, chiamata Emporium, prevedeva una banchina di circa 500 m e un grosso edificio di 50 vani, i Navalia.
Lo spazio retrostante i Navalia era occupato da diversi horrea, magazzini per lo stoccaggio delle merci, di cui i più noti sono gli horrea Galbana.
Pontefice
- Divenne pontefice dal 199 a.c. (cfr. Liv. 32,7,15).
Pretore
- Venne anche eletto pretore nel 191 a.c..
Console
- Divenne console romano nel 187 a.c., in cui ebbe come collega Gaio Flaminio, ucciso dall'esercito di Annibale nella battaglia del Trasimeno, e in quell'anno riportò la vittoria sui Liguri, facendo voto di erigere un tempio a Giunone.
È noto per aver dato il nome alla via Emilia, che venne costruita dal 189 al 187 a.c., per 177 miglia romane in meno di due anni.
La via doveva collegare collegare Piacenza con Rimini, e il suo nome dette nome all'Emilia che a sua volta ha dato nome alla regione Emilia-Romagna. La città di Reggio Emilia si chiamava in età
romana Regium Lepidi in suo onore.
Con l'invasione dell'Italia da parte dei cartaginesi guidati da Annibale (218-203 a.c.) Roma perse il controllo della Pianura Padana; molte tribù già sottomesse (come i Boi e gli Insubri) si ribellarono e si unirono ad Annibale per riacquisire la loro indipendenza.
Solo nel 189 a.c. l'ultima resistenza dei Galli fu vinta con la conquista di Bona, l'odierna Bologna, e nello stesso anno Roma avviò la costruzione della strategica via Emilia, che venne completata nel 187 a.c.
- La gens cui apparteneva era tradizionalmente vicina alle posizioni politiche dei Cornelii: egli fu sempre ostile al conservatorismo catoniano, oltre che avversario personale di M. Fulvio Nobiliore, l'eroe di Ambracia, che Emilio nel 187, l’anno appunto del suo consolato, cercò di ostacolare in ogni modo, circa la grave opposizione in precedenza fatta dal Nobiliore all’elezione a console di Lepido.
- Nel 180 a.c. dovette però scendere a patti con i Fulvii e con lo stesso Nobiliore per conseguire i suoi obiettivi politici, tra i quali il pontificato massimo. (Liv. 40,42,11-12).
Censore
- Divenne censore nel 179 a.c, e dedicò (23 dicembre) il tempio di Giunone Regina al Campo Marzio. Dedicò inoltre, sempre durante la censura, il tempio D dell'Area sacra di Largo Argentina ai Lari Permarini.
Il tempio di Giunone Regina (in latino: templum o aedes Iuno Regina) era un tempio dedicato alla Dea Giunone nel Circo Flaminio, nella zona meridionale del Campo Marzio.
Il console Marco Emilio Lepido aveva fatto voto di costruire un tempio nel 187 a.c., durante la sua ultima battaglia contro i Liguri, e lo dedicò nel 179 a.c., mentre era censore, il 23 dicembre.
Un portico metteva in comunicazione il tempio di Giunone Regina e un tempio della Fortuna, forse il tempio della Fortuna Equestre. Si trovava probabilmente a sud del portico di Pompeo, sul lato orientale del circo Flaminio.
Il tempio D dell'area sacra di Largo Argentina è il più grande dei quattro templi di quest'area e il terzo in ordine cronologico. Si fa risalire al II sec. a.c. e si presume fosse dedicato ai Lares Permarini, votato nel 190 a.c. da Lucio Emilio Regillo, venne dedicato nel 179 a.c. dal censore Marco Emilio Lepido.
Secondo i Fasti Prenestini il tempio dei Lari Permarini si trovava infatti presso la Porticus Minucia.
Solo una parte di questo tempio è stata scoperta, restando la maggior parte di questo sotto il piano stradale di via Florida.
La parte più antica del tempio è in opera cementizia e venne rifatta nel I sec. a.c. in travertino. La pianta è piuttosto arcaica, con una grande cella rettangolare preceduta da un pronao esastilo (a sei colonne), che è profondo quanto tre moduli intercolumni. Oggi si vede solo il podio di travertino del I sec., con le sagome taglienti e non molto sporgenti, per un'altezza di circa tre m.
Princeps senatus
- Sempre nel 179 a.c. venne nominato princeps senatus (cfr. Liv. 40,45,6; Per. 48), era colui che aveva la prima parola in senato ed era il più influente tra tutti i senatori.
Console per la II volta
- Venne ancora eletto console nel 175 a.c..
LA MORTE
- Negli ultimi decenni di vita, che furono i più luminosi della sua carriera, Marco Emilio Lepido esercitò ininterrottamente la carica di princeps senatus. Fino alla fine restò anche Pontefice Massimo (180-152). Quando morì, probabilmente nel 152, dispose che i figli gli celebrassero un funerale il più semplice possibile, perché, diceva, "i grandi uomini si riconoscono dalla fama dei loro antenati e non dallo sfarzo".
- Lepido fu nominato edile nel 193 a.c. insieme a L. Emilio Paolo, promuovendo la costruzione del nuovo porto fluviale a sud del colle Aventino. Questa nuova costruzione, chiamata Emporium, prevedeva una banchina di circa 500 m e un grosso edificio di 50 vani, i Navalia.
Lo spazio retrostante i Navalia era occupato da diversi horrea, magazzini per lo stoccaggio delle merci, di cui i più noti sono gli horrea Galbana.
Pontefice
- Divenne pontefice dal 199 a.c. (cfr. Liv. 32,7,15).
Pretore
- Venne anche eletto pretore nel 191 a.c..
Console
- Divenne console romano nel 187 a.c., in cui ebbe come collega Gaio Flaminio, ucciso dall'esercito di Annibale nella battaglia del Trasimeno, e in quell'anno riportò la vittoria sui Liguri, facendo voto di erigere un tempio a Giunone.
È noto per aver dato il nome alla via Emilia, che venne costruita dal 189 al 187 a.c., per 177 miglia romane in meno di due anni.
La via doveva collegare collegare Piacenza con Rimini, e il suo nome dette nome all'Emilia che a sua volta ha dato nome alla regione Emilia-Romagna. La città di Reggio Emilia si chiamava in età
romana Regium Lepidi in suo onore.
Con l'invasione dell'Italia da parte dei cartaginesi guidati da Annibale (218-203 a.c.) Roma perse il controllo della Pianura Padana; molte tribù già sottomesse (come i Boi e gli Insubri) si ribellarono e si unirono ad Annibale per riacquisire la loro indipendenza.
Solo nel 189 a.c. l'ultima resistenza dei Galli fu vinta con la conquista di Bona, l'odierna Bologna, e nello stesso anno Roma avviò la costruzione della strategica via Emilia, che venne completata nel 187 a.c.
- La gens cui apparteneva era tradizionalmente vicina alle posizioni politiche dei Cornelii: egli fu sempre ostile al conservatorismo catoniano, oltre che avversario personale di M. Fulvio Nobiliore, l'eroe di Ambracia, che Emilio nel 187, l’anno appunto del suo consolato, cercò di ostacolare in ogni modo, circa la grave opposizione in precedenza fatta dal Nobiliore all’elezione a console di Lepido.
- Nel 180 a.c. dovette però scendere a patti con i Fulvii e con lo stesso Nobiliore per conseguire i suoi obiettivi politici, tra i quali il pontificato massimo. (Liv. 40,42,11-12).
TEMPIO DI LARGO ARGENTINA |
Censore
- Divenne censore nel 179 a.c, e dedicò (23 dicembre) il tempio di Giunone Regina al Campo Marzio. Dedicò inoltre, sempre durante la censura, il tempio D dell'Area sacra di Largo Argentina ai Lari Permarini.
Il tempio di Giunone Regina (in latino: templum o aedes Iuno Regina) era un tempio dedicato alla Dea Giunone nel Circo Flaminio, nella zona meridionale del Campo Marzio.
Il console Marco Emilio Lepido aveva fatto voto di costruire un tempio nel 187 a.c., durante la sua ultima battaglia contro i Liguri, e lo dedicò nel 179 a.c., mentre era censore, il 23 dicembre.
Un portico metteva in comunicazione il tempio di Giunone Regina e un tempio della Fortuna, forse il tempio della Fortuna Equestre. Si trovava probabilmente a sud del portico di Pompeo, sul lato orientale del circo Flaminio.
Il tempio D dell'area sacra di Largo Argentina è il più grande dei quattro templi di quest'area e il terzo in ordine cronologico. Si fa risalire al II sec. a.c. e si presume fosse dedicato ai Lares Permarini, votato nel 190 a.c. da Lucio Emilio Regillo, venne dedicato nel 179 a.c. dal censore Marco Emilio Lepido.
Secondo i Fasti Prenestini il tempio dei Lari Permarini si trovava infatti presso la Porticus Minucia.
Solo una parte di questo tempio è stata scoperta, restando la maggior parte di questo sotto il piano stradale di via Florida.
La parte più antica del tempio è in opera cementizia e venne rifatta nel I sec. a.c. in travertino. La pianta è piuttosto arcaica, con una grande cella rettangolare preceduta da un pronao esastilo (a sei colonne), che è profondo quanto tre moduli intercolumni. Oggi si vede solo il podio di travertino del I sec., con le sagome taglienti e non molto sporgenti, per un'altezza di circa tre m.
PORTO AVENTINO CON L'HORREA |
Princeps senatus
- Sempre nel 179 a.c. venne nominato princeps senatus (cfr. Liv. 40,45,6; Per. 48), era colui che aveva la prima parola in senato ed era il più influente tra tutti i senatori.
Console per la II volta
- Venne ancora eletto console nel 175 a.c..
LA MORTE
- Negli ultimi decenni di vita, che furono i più luminosi della sua carriera, Marco Emilio Lepido esercitò ininterrottamente la carica di princeps senatus. Fino alla fine restò anche Pontefice Massimo (180-152). Quando morì, probabilmente nel 152, dispose che i figli gli celebrassero un funerale il più semplice possibile, perché, diceva, "i grandi uomini si riconoscono dalla fama dei loro antenati e non dallo sfarzo".