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ARCO DI FABIANO

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POSIZIONE DELL'ARCO

ARCO Dl FABIANO. "A piedi del lato Orientale del Comizio si pone comunemente l'arco di Fabiano, il quale doveva trovarsi nello sbocco della via Sacra nel foro."



QUINTO FABIO MASSIMO

RICOSTRUZIONE DELL'ARCO DI FABIANO
Quinto Fabio Massimo Allobrogico, ovvero Quintus Fabius Maximus Allobrogicus, appartenne alla nobile gens Fabia, antichissima famiglia patrizia romana, inclusa fra le cento gentes originarie ricordate dallo storico Tito Livio.

Era figlio di Quinto Fabio Massimo Emiliano, console romano nel 145 a.c. Venne nominato questore nel 134 a.c., lo stesso anno in cui lo zio Scipione Emiliano ottenne il secondo consolato, cosicchè partì a suo fianco per la guerra contro i Celtiberi in Hispania, guerra che terminò nel 133 a.c. con la distruzione della città di Numanzia, l'antica roccaforte celtiberica di Numancia, in Spagna, dopo 15 mesi di assedio.

Tornato a Roma nel 132 a.c., si occupò personalmente nel 129 a.c., delle esequie dello zio, pronunciando egli stesso il discorso funebre in suo onore. Venne poi nominato Pretore della Spagna nel 124 a.c., cui seguì la carica di console nel 121 a.c., avendo come collega l'infame Lucio Opimio, colui che pur essendo di estrazione plebea sterminò tremila Romani sul monte Aventino, costringendo Gaio Gracco al suicidio.

GENS FABIA
A Fabio venne affidata la guerra contro gli Allobrogi nella Gallia Transalpina.

Qui guidò l'esercito assieme al suo predecessore Gneo Domizio Enobarbo, console romano nel 122 a.c. Vinse nello stesso anno  una vittoria decisiva sugli Allobrogi e su Bituito, re degli Arverni. Tornato a Roma venne eletto console nel 121 a.c.

Nel 120 a.c., per queste vittorie, gli venne accordato dal senato il trionfo, durante il quale fece sfilare il re degli Arverni, Bituito, nella sua armatura d'argento, e gli fu conferito l'agnomen Allobrogicus.

Inoltre il Senato decise di far innalzare in suo onore il Fornix Fabianus, un arco sulla Via Sacra che segnava l’angolo del Foro all’altezza della Basilica Aemilia, e fu il primo arco nel perimetro del Foro.

Il senato accordò il monumento ma fu pagato dallo stesso Fabio grazie ai bottini di guerra.

Il Fornix Fabianus, o Arco Fabiano venne eretto nel Foro Romano a cavallo della via Sacra tra la Regia e la Casa delle Vestali da Quinto Fabio Massimo Allobrogico nel 121 a.c. per celebrare la vittoria sugli Allobrogi.

Fu poi restaurato da suo nipote nel 56 a.c. che se lo dedicò a sua volta, Ancora esistente ai tempi di Cicerone, fu abbattuto spoliato e riciclato non sappiamo quando.

Nel XVI secolo furono rinvenuti nei paraggi frammenti di iscrizioni appartenenti al monumento, ma la sua collocazione è stata precisata solo in seguito a sondaggi nel XX secolo.



I RESTI DELL'ARCO


Nel 1546 vennero rinvenute presso il Tempio di Antonino e Faustina le epigrafe dedicatorie dell'Arco ed altri frammenti che erano stati utilizzati per la copertura della Cloaca sulla Via Sacra. L’epigrafe dedicatoria dell’arco (CIL VI, 1407) era però intitolata a Quinto Fabio Massimo nipote dell’Allobrogico. 

POSIZIONE DELL'ARCO DI FABIANO (clicca per ingrandire)
Sembra che all'epoca l’epigrafe già si trovasse "in Hortis Maximorum ad Forum Boarium" perché, come narra Pirro Ligorio, la gens Maximorum stava raccogliendo documenti epigrafici che testimoniassero le antiche origini della famiglia e quando si seppe che erano stati ritrovati frammenti del Fornix Fabianus, ottennero dal Papa Paolo III l’autorizzazione a condurre gli scavi per conto proprio, per cui ciò che veniva ritrovato lo portavano nei loro Horti della zona del Foro Boario (dove i cinquecentisti credevano che anticamente si trovasse la domus dei Massimi).

Secondo le epigrafi, l'arco era stato decorato con le statue di Q. Fabio Massimo Allobrogico, di Lucius Aemilius Paullus, vincitore di Perseo di Macedonia, e e di Lucio Cornelio Scipione Africano minore.

Altri avanzi del Fornix Fabianus, soprattutto i pesanti blocchi componenti la volta, dai quali si può calcolare la luce dell'arco a m.3,80, furono rinvenuti nel 1882, ma anche essi vennero spoliati e riutilizzati nel medioevo.


CICERONE

L’Arco Fabiano viene citato due volte da Cicerone che lo chiama "fornix" proprio perché era ad un solo arco e narra che il Fornice si trovava sulla Via Sacra nel tratto che collegava il Foro al Vico per il quale si saliva sul Palatino, dove si trovava la casa di Ortensio che poi divenne di proprietà di Augusto.

MONETA DI Q. FABIO MASSIMO
Cicerone aggiunge che quando la folla scendeva giù dalla Via Sacra Summa, iuxta Regia, all’altezza della Regia doveva stringersi per passare sotto il Fornice Fabiano, posizione del resto confermata dall'oratore Crasso che, per burlarsi del vanitoso Memmio, diceva "credersi egli tanto alto da dover abbassare il capo quando, scendendo sul Foro, passava sotto l' arco Fabiano".

L'arco era probabilmente ancora in piedi nel V o VI secolo d.c., si che Rufo e Vittore alla fine del IV secolo lo chiamano Arcus Fabianus, ma sono le ultime citazioni del monumento.




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