PORTA CARMENTALIS A ROMA |
Carmenta (Carmentis) ebbe il suo culto in Roma come Madre di Evandro, avuto da Mercurio (o da Pallante). Fu Dea maga e profetessa, protettrice della donne, della gravidanza e della nascita, patrona delle levatrici. Fu proprio sotto il consiglio materno che Evendro, dopo che era approdato in Italia fuggendo da Troia, fondò una città su un colle e la chiamò in onore del padre Pallante: il colle sarà il Palatino.
Fu detta anche Nicostrata, o Nicostrate, ritenuta la moglie di Hermes (Mercurio) ed era compresa nel gruppo dei Di indigetes. Gli Di indigetes ("dei indigeni") erano un gruppo di divinità e spiriti della religione e della mitologia romana precedenti l'influenza etrusca a greca, non adottati da altre religioni.
Si trattava di una religione di tipo animistico, con una Grande Madre personificazione della natura e molte creature semidivine abitanti delle acque, dei prati, degli alberi, dei fiumi e delle fonti che ne costituivano l'anima.
NICOSTRATA |
Si oppongono ai Di novensides ("dei nuovi arrivati") nella terminologia dello storiografo tedesco della religione romana Georg Wissowa.
Secondo una tradizione diversa fu invece una celebre profetessa dell' Arcadia che oracolava in versi.
Dopo la sua morte fu fatta Dea e diede il nome alla porta Carmentale ed alle feste in Roma dette Carmentalia, che erano celebrate soprattutto dalle donne l'11 e il 15 febbraio.
Presso la Porta Carmentale, nelle vicinanze del Campidoglio, le venne infatti eretto un tempio dove si svolgeva il suo culto pubblico. Le carmentali a Roma si fusero poi con le sibille, delle quali molto famosa fu quella di Cuma.
Sembra che a Roma, secondo alcuni autori, non vi fosse una sola Dea Carmenta ma due Dee Carmente, a cui vennero dedicati due altari perchè portassero aiuto dei parti. La Dea dal parto retto (cioè corretto) fu detta Prosa o Porrima, la Dea dal parto obliquo (quando il neonato si poneva di traverso nel ventre) fu detta invece Postverta o Postvorta (volta indietro). In realtà questi sono miti più tardi, la Dea Carmenta era unica ma possedeva due facce, una rivolta al passato ed una al futuro, ed erano dette Antevorta (rivolta al prima) e Postvorta (rivolta al dopo).
Ambedue le Dee erano considerate divinità oracolari. La prima conosceva il passato e s'invocava per riparare i mali incorsi. La seconda prediceva l'avvenire e s'invocava per prevenire i mali venturi ed erano comunque ambedue invocate nei parti. Da lei tutte le donne che profetavano si dissero Carmente. Dice Plutarco che Carmenta presso i Greci era la stessa Dea Temi.
La Dea era venerata anche come l'inventrice dell'alfabeto latino e del calendario, perchè anticamente il suo tempio era retto unicamente da sacerdotesse che determinavano anche la cultura del popolo. Nel suo tempio era proibito indossare abiti ed oggetti di pelle, in quanto erano le parti cadaveriche dell'animale ucciso. Anche se il nutrimento attraverso gli animali era tollerato, era proibito sacrificare animali e portare resti di animali uccisi. Le sacerdotesse si astenevano dai prodotti animali.
Sembra che a Roma, secondo alcuni autori, non vi fosse una sola Dea Carmenta ma due Dee Carmente, a cui vennero dedicati due altari perchè portassero aiuto dei parti. La Dea dal parto retto (cioè corretto) fu detta Prosa o Porrima, la Dea dal parto obliquo (quando il neonato si poneva di traverso nel ventre) fu detta invece Postverta o Postvorta (volta indietro). In realtà questi sono miti più tardi, la Dea Carmenta era unica ma possedeva due facce, una rivolta al passato ed una al futuro, ed erano dette Antevorta (rivolta al prima) e Postvorta (rivolta al dopo).
Ambedue le Dee erano considerate divinità oracolari. La prima conosceva il passato e s'invocava per riparare i mali incorsi. La seconda prediceva l'avvenire e s'invocava per prevenire i mali venturi ed erano comunque ambedue invocate nei parti. Da lei tutte le donne che profetavano si dissero Carmente. Dice Plutarco che Carmenta presso i Greci era la stessa Dea Temi.
La Dea era venerata anche come l'inventrice dell'alfabeto latino e del calendario, perchè anticamente il suo tempio era retto unicamente da sacerdotesse che determinavano anche la cultura del popolo. Nel suo tempio era proibito indossare abiti ed oggetti di pelle, in quanto erano le parti cadaveriche dell'animale ucciso. Anche se il nutrimento attraverso gli animali era tollerato, era proibito sacrificare animali e portare resti di animali uccisi. Le sacerdotesse si astenevano dai prodotti animali.
Carmenta era anche Dea della musica e della danza e veniva rappresentata con sul capo una corona di fave, il frutto che nasconde i suoi semi per cui doveva possedere i Sacri Misteri. Altro suo attributo era un'arpa con cui intonava le melodie dell'universo, attributo passato poi al Dio Apollo. Quando nasceva un bambino veniva portato al tempio perchè gli si profetizzasse il futuro. Al culto pubblico della Dea a Roma era preposto il Flamen Carmentalis, il flamine carmentale.
La Dea Carmenta veniva festeggiata l'11 gennaio, nei Carmentalia a cui, successivamente, si aggiunse il 15 gennaio come secondo giorno di festa voluto dalle matrone romane per onorare la dea che le aveva favorite nella loro battaglia contro il Senato che aveva proibito loro l'uso delle carrozze. Per non essere costrette a casa o ad estenuanti camminate, le donne si coalizzarono negando ai propri mariti il piacere dei sensi finché le agitazioni e le proteste costrinsero il Senato a tornare sulle sue decisioni.
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