ECCO COME DOVEVA APPARIRE IN EPOCA IMPERIALE |
Ponte Sublicio, noto anche come ponte Aventino o ponte Marmoreo, è un ponte che collega piazza dell'Emporio a piazza di Porta Portese, a Roma, nei rioni Ripa, Trastevere e Testaccio e nel quartiere Portuense. Il più antico ponte di Roma, il primo di cui si abbia notizia, oltrepassava il fiume Tevere poco a valle dell'Isola Tiberina, dopo il ponte Emilio, in corrispondenza dell'antico guado che rappresentava una tappa obbligata del percorso nord-sud in epoca protostorica, ai piedi dell'Aventino.
La sua costruzione è attribuita al re Anco Marzio (642 - 617 a.c.) da Tito Livio e da Dionigi di Alicarnasso. Un'altra versione narra che venne eretto da popolazioni abitanti la sponda destra del Tevere molti anni prima della presunta nascita di Roma, restaurato una prima volta da Ercole in persona ed una seconda nel 614 a.c. sotto il regno di Anco Marzio.
Il nome deriva dal termine sublica, di lingua volsca, che signofica "tavole di legno". Il ponte era infatti costruito originariamente interamente in legno, con piloni formati da fasci di travi affondati nel letto del fiume e con le altre parti assemblate con sistemi ad incastro, con traversine di legno duro, senza nè ferro nè bronzo e vi è legato il mitico episodio di Orazio Coclite, nei primi anni della Repubblica romana.
Caio Gracco, il tribuno della plebe, per sfuggire alla morsa degli optimates che volevano ucciderlo, corse verso il ponte Sublicio per dirigersi verso il Gianicolo. Inseguito fin lì, piuttosto che finire nelle mani dei suoi nemici, raggiunto il bosco della dea Furrina (l'attuale villa Sciarra), si lasciò uccidere dal servo Filocrate, che subito dopo si tolse la vita. L'antico ponte, dunque, stava all'altezza della porta Trigemina, tra l'ospizio di S. Michele e l'Aventino.
IL CERIMONIALE
La tradizione religiosa, nata dalla necessità di poterlo smontare facilmente per difesa, prescriveva che non fosse utilizzato altro materiale che il legno. Il ponte era considerato sacro (da pons deriva il termine "pontefice" o pontifex, facitore di ponti) e vi si svolgevano cerimonie arcaiche, tra cui quella del lancio nel fiume degli Argei, o pupazzi di paglia (forse in sostituzione di più antichi sacrifici umani), durante il cerimoniale dei Lemuria.
Il cerimoniale del 15 maggio prevedeva una lunga processione di vergini romane che seguivano la vestale Flaminia, sacerdotessa di giove, il pontefice massimo, il pretore e i sacerdoti lungo le strade della città. Al ponte Sublicio il corteo si arrestava e Flaminia, con le sue vesti discinte per mimare il dolore, dopo aver legato mani e piedi a 24 fantocci in vimini portati fin li, li gettava nelle acque del fiume uno dopo l'altro.
Il ponte subì frequenti restauri e ricostruzioni (60, 32, 23 a.c., 5 d.c., 69 d.c.), sotto Antonino Pio e forse sotto gli imperatori Traiano, Marco Aurelio e Settimio Severo, con la ricostruzione dei piloni in muratura e rivestimenti in travertino. Sulle monete di epoca imperiale compaiono alle estremità del ponte anche archi con statue.
LA DISTRUZIONE
La rovina del ponte si lega con il tramonto della religione pagana e con il cessare dei rituali che avevano per oggetto questa reliquia della città, tanto che non fu più ricostruito, ma nel medioevo ancora si vedevano i resti nei periodi di magra, fino a che nel 1484, più di quattrocento blocchi di travertino furono asportati dal ponte per fabbricare palle di cannone. Infatti i resti del ponte furono demoliti del tutto sotto Sisto IV, il grande demolitore di Roma antica che "Il 23 luglio 1484" come riferisce il diario dell'Infessura, "Papa Sisto mandò.... 400 grandi palle di cannone di travertino, fatte dei resti di un ponte di Marmorata, chiamato il ponte di Orazio Coclite". Così il ponte glorioso finì cristianamente in palle di cannone.
Le pochissime tracce del ponte visibili nell'acqua del Tevere fino al 1890 circa, furono completamente demolite per la risistemazione degli argini del fiume.
IL PONTE NUOVO
Dello scomparso ponte romano porta la stessa denominazione il ponte, costruito nel 1918 su progetto del valido architetto Marcello Piacentini (quello che edificò il Colosseo Quadrato), che congiunge le due rive del Tevere all'altezza di Piazza di Porta Portese con Piazza dell'Emporio. Il ponte, che inizialmente, secondo il progetto del 1914, si sarebbe dovuto chiamare ponte Aventino per la vicinanza al mitico colle, è in muratura ed ha tre arcate, misura 105 m in lunghezza e 20 in larghezza.
Dell'antico ponte non resta oggi alcuna traccia, ma la sua ubicazione era all'altezza dell'odierna via del Porto, all'estremità settentrionale del complesso del San Michele.
Si narra che nel 508 a.c., nei primi anni della Repubblica romana, Orazio Coclite riuscì ad arrestare l'avanzata degli Etruschi mentre i compagni demolivano il ponte Sublicio per impedire che i nemici passassero il Tevere. Quando rimase da abbattere soltanto una piccola parte del ponte, Orazio ordinò ai compagni di mettersi in salvo, rimanendo a combattere da solo. Al termine della demolizione si gettò nel Tevere con tutta l’armatura e secondo Polibio affogò. Secondo Tito Livio, invece, riuscì a traversare il fiume nuotando e a raggiungere Roma. Il popolo di Roma gli dimostrò la sua gratitudine dedicandogli una statua e donandogli un appezzamento di terreno pari a quanto ne poteva arare in un intero giorno.
Caio Gracco, il tribuno della plebe, per sfuggire alla morsa degli optimates che volevano ucciderlo, corse verso il ponte Sublicio per dirigersi verso il Gianicolo. Inseguito fin lì, piuttosto che finire nelle mani dei suoi nemici, raggiunto il bosco della dea Furrina (l'attuale villa Sciarra), si lasciò uccidere dal servo Filocrate, che subito dopo si tolse la vita. L'antico ponte, dunque, stava all'altezza della porta Trigemina, tra l'ospizio di S. Michele e l'Aventino.
IL CERIMONIALE
La tradizione religiosa, nata dalla necessità di poterlo smontare facilmente per difesa, prescriveva che non fosse utilizzato altro materiale che il legno. Il ponte era considerato sacro (da pons deriva il termine "pontefice" o pontifex, facitore di ponti) e vi si svolgevano cerimonie arcaiche, tra cui quella del lancio nel fiume degli Argei, o pupazzi di paglia (forse in sostituzione di più antichi sacrifici umani), durante il cerimoniale dei Lemuria.
NELLA SUA PRIMA VERSIONE DOVEVA APPARIRE COSI' |
Il ponte subì frequenti restauri e ricostruzioni (60, 32, 23 a.c., 5 d.c., 69 d.c.), sotto Antonino Pio e forse sotto gli imperatori Traiano, Marco Aurelio e Settimio Severo, con la ricostruzione dei piloni in muratura e rivestimenti in travertino. Sulle monete di epoca imperiale compaiono alle estremità del ponte anche archi con statue.
LA DISTRUZIONE
La rovina del ponte si lega con il tramonto della religione pagana e con il cessare dei rituali che avevano per oggetto questa reliquia della città, tanto che non fu più ricostruito, ma nel medioevo ancora si vedevano i resti nei periodi di magra, fino a che nel 1484, più di quattrocento blocchi di travertino furono asportati dal ponte per fabbricare palle di cannone. Infatti i resti del ponte furono demoliti del tutto sotto Sisto IV, il grande demolitore di Roma antica che "Il 23 luglio 1484" come riferisce il diario dell'Infessura, "Papa Sisto mandò.... 400 grandi palle di cannone di travertino, fatte dei resti di un ponte di Marmorata, chiamato il ponte di Orazio Coclite". Così il ponte glorioso finì cristianamente in palle di cannone.
Le pochissime tracce del ponte visibili nell'acqua del Tevere fino al 1890 circa, furono completamente demolite per la risistemazione degli argini del fiume.
IL PONTE NUOVO
IL PONTE SUBLICIO OGGI |
Dell'antico ponte non resta oggi alcuna traccia, ma la sua ubicazione era all'altezza dell'odierna via del Porto, all'estremità settentrionale del complesso del San Michele.
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