CIBELE ED ATTIS |
I romani, pur avendo grande rispetto per gli Dei stranieri, non erano molto attratti dai culti dove c'era fanatismo. Il romano doveva essere pio e tanto bastava, morigerato e continente in ogni settore della sua vita. Avere un'amante era segno di vivacità, averne troppe era segno di poco equilibrio. Così anche nella religione, chi pregava troppo o passava troppo tempo nei templi aveva qualcosa di poco equilibrato.
Eppure il culto di Cibele fece grossa presa sui romani, anche se lo stato vietò ai romani di farsi sacerdoti della Dea, visto il fanatismo che spingeva i Galli, cioè i suoi sacerdoti, a colpirsi nei genitali fino a mutilarsi.
IL MITO
Il mito parla di Cibele, Dea della Natura, che viene corteggiata invano da Zeus; questo, sognandola ardentemente ha una polluzione che feconda una roccia da cui nasce Agdistis. Costui, malvagio e violento, venne legato per punizione ad un albero per i testicoli e cadendo se li strappò: morì dissanguato ma fece fiorire il melograno.
Quando una ninfa toccò un frutto, rimase incinta e così nacque il bellissimo Attis di cui Cibele si innamorò. Ma ad egli lei non bastava, e cercò amore altrove. Cercando di nascondersi, venne sorpreso dalla Dea sotto un pino e si uccise.
Ma le versioni sono tante: in un'altra si narra che Agdistis era un dio ermafrodita, figlio di Zeus e Cibele, nato da una pietra su cui era caduto del seme del Dio durante l’accoppiamento. Gli Dei temevano che, racchiudendo in sé sia il potere del padre degli Dei che della Grande Madre, uniti ai principi sia maschile che femminile, Agdistis potesse diventare troppo potente, perciò lo evirarono. Dal suo sangue sorse un mandorlo da cui poi la ninfa Nana prenderà un frutto, restando incinta.
CIBELE |
CANNA INTRAT
Le celebrazioni iniziavano il 15 marzo, quando una processione, detta Canna intrat ("Entra la canna"), raggiungeva il tempio di Cibele sul Palatino. I partecipanti erano i "cannofori", che portavano al tempio fusti di canne, allo scopo di commemorare l'esposizione di Attis bambino in un canneto. Si ritiene che questa cerimonia sia collegata ad antichi rituali propiziatori della pioggia in ambito agricolo.
ARBOR INTRAT
CIBELE SUL CARRO E ATTIS |
Quel giorno si tagliava il pino, simbolo del Dio, se ne fasciava il tronco con sacre bende di lana rossa, lo si ornava di viole e strumenti musicali e sulla sua sommità si ponevano le effigi del Dio giovanetto. L'albero veniva portato dai "dendrofori" fino al tempio di Cibele, dove avveniva la commemorazione funebre di Attis.
SANGUEM
Il 24 marzo era il Sanguem, o anche "Dies Sanguinis": iniziavano le cerimonie funebri e i fedeli lamentavano la morte di Attis. L'arcigallo, il gran sacerdote, si tagliava le carni con cocci e si lacerava la pelle con pugnali per spargere sull'albero-sacro il sangue che usciva dalle ferite, in ricordo del sangue versato dal Dio da cui nacquero le viole. Il gesto veniva imitato dagli altri sacerdoti, poi gli uomini che seguivano la scena iniziavano una danza frenetica e nell'eccitazione sguainavano le spade per ferirsi. Il pino decorato veniva chiuso nel sotterraneo del tempio, da cui sarebbe stato rimosso l'anno successivo. La notte era poi passata nella veglia.
E' evidente che si allude alla primavera, cioè alla rinascita della vegetazione, Attis è il figlio vegetazione della Grande Madre, quindi portatore di vita, ma prima di lui vi è Agdistis, il fratello malvagio, cioè il distruttore, vale a dire la morte. Prima la morte invernale poi la rinascita primaverile. ma anche Attis morirà ricongiungendo le sue energie a quelle della Madre, per essere ripartorito ad ogni primavera. Questo mito è riprodotto in varie religioni.
E' l'alternanza della vita e della morte, il susseguirsi dei cicli, dove però la morte, ovvero la distruzione viene vista come malvagia, per il semplice fatto che gli uomini ne hanno paura. Il Sanguem è il venerdì santo della chiesa cattolica, è la morte di Attis cui seguirà la resurrezione per il nuovo ciclo di vita annuale.
ATTIS |
HILARIA, REQUEITO E LAVATIO
Il giorno seguente, 25 marzo, il Dio risorgeva e si celebravano allora le feste chiamate Hilaria e per le strade vi erano cortei gioiosi. Dopo un giorno di riposo, il Requetio, il 27 marzo giungeva il momento della Lavatio ("Abluzione") della statua di Cibele: veniva messa su un carro e portata fino al fiume Almone e spinta nel fiume.
INITIUM CAIANI
L'Initium Caiani era la cerimonia di iniziazione ai misteri di Attis, che veniva praticata il 28 marzo. L'iniziazione veniva praticata in un santuario frigio situato sul colle Vaticano, fuori dalle mura cittadine. Gli iniziandi consumavano un pasto negli strumenti musicali, cimbali e timpani. Poi veniva una processione, in cui veniva portato il "kernos", un cratere contenente dei lumi. Infine avveniva una ierogamia, in cui gli iniziati, identificandosi con Attis, celebravano le nozze mistiche con la Dea Cibele.
I Sacri Misteri di Attis, come tutti i Misteri sono segreti e non possono essere rivelati, l'imperatore Giuliano scrive appunto che lui, pur essendo stato iniziato ai Misteri delle madre degli Dei, non può rivelarli ma tenta di spiegare chi sia Cibele, la Madre degli Dei:
“Chi è dunque la Madre degli Dei? È la sorgente degli dei intelligenti e demiurghi che governano le cose visibili, la genitrice e allo stesso tempo la sposa del grande Zeus, grande dea venuta all’esistenza subito dopo e insieme al grande demiurgo.
È la signora di ogni vita, causa di ogni generazione, che (oziosamente) porta a compimento nella quiete ciò che è fatto, partorisce senza dolore ed è demiurga col padre di ciò che esiste, è la vergine senza madre, il cui trono è in comune con quello di Zeus, ed è effettivamente la madre di tutti gli dei.
Infatti avendo ricevuto in sè le cause di tutti gli dei intelligibili sovracosmici, divenne la fonte degli dei intelligenti. Questa dea….è anche provvidenza”.
(Giuliano L’ Apostata, Inno alla Madre degli dei)