ROMA |
I CONFINI
La Regio I Latium et Campania, fu la prima tra le undici regioni dell'Italia augustea, giustamente Prima perchè conteneva la città di Roma. Politicamente confinava:
- a sud-est con la Regio III Lucania et Bruttii,
- ad est ed a nord con la Regio IV Samnium,
- a nord-ovest con la Regio VII Etruria.
Geograficamente confinava:
Geograficamente confinava:
- a nord con l'Aniene e il Tevere, tranne che per un breve tratto alla foce tiberina dove sconfinava oltre la sua sponda destra.
- a sud con la Regio III attraverso la foce del fiume Silarus (Sele).
- ad est con la catena degli Appennini.
- ad ovest con il mar Tirreno.
IL COMPRENSORIO
Essa comprendeva la Campania, il Latium vetus e il Latium Novum che conteneva a sua volta la capitale. La Campania era, secondo Strabone il territorio a sud del Liri, ma secondo Plinio il Vecchio e Caio Lucilio, il territorio a sud di Sinuessa. L'antica regione, densa di civiltà e di bellezze naturali, lambita dal mare e dal sole, ricca per una particolarissima terra fertilizzata dalle antichissime eruzioni vulcaniche, giustamente fu definita dai romani Capania Felix, dove Felix stava per opima, ricca e fertile.
I Greci si insediarono a Cuma (punto della terraferma più vicino a Lacco Ameno) e poi a Dicearchia (Pozzuoli), Parthenope e poi presso la definitiva Nea Polis (Napoli), col tipico impianto urbanistico ippodameo costituito da plateiai e stenopoi, divenuti poi nell'epoca romana l'area dei decumani di Napoli. L'insediamento greco avvenne infatti solo lungo le coste, mentre la parte interna era abitata dagli etruschi che diedero vita ad una lega di dodici città con a capo Capua, Nuceria, Nola, Acerra, Suessula.
La prima delle colonie in Campania ma pure di tutta l'Italia meridionale, fu l'isola di Ischia, dove agli inizi del VIII sec. a.c. un gruppo tecnico culturale proveniente dalla Calcide di Eubea si insediò priva di armi e con il consenso dei Cartaginesi nella baia di Lacco Ameno, onde apprendere le abilità etrusche nell'estrazione e la lavorazione del ferro dell'Elba.
La Campania diventò così uno dei centri culturali più importanti della Magna Grecia la quale influenzerà nel corso dei secoli la società romana e tutta la civiltà occidentale. Si pensi a Cuma che diffuse in Italia la cultura greca e l'alfabeto calcidese, che assimilato e fatto proprio dagli Etruschi e dai Latini, divenne l'alfabeto della lingua e della letteratura di Roma e poi di tutto l'occidente.
Successivamente la regione venne invasa dai Sanniti ( V sec. a.c.) finchè Roma decise che voleva un'altra colonia,. A seguito delle tre guerre sannitiche (343-290 a.c.), fu occupata dai Romani, che vi fondarono parecchie colonie (come quella di Puteoli, l'attuale Pozzuoli).
Il Latium comprendeva i diversi popoli di:
Essa comprendeva la Campania, il Latium vetus e il Latium Novum che conteneva a sua volta la capitale. La Campania era, secondo Strabone il territorio a sud del Liri, ma secondo Plinio il Vecchio e Caio Lucilio, il territorio a sud di Sinuessa. L'antica regione, densa di civiltà e di bellezze naturali, lambita dal mare e dal sole, ricca per una particolarissima terra fertilizzata dalle antichissime eruzioni vulcaniche, giustamente fu definita dai romani Capania Felix, dove Felix stava per opima, ricca e fertile.
I Greci si insediarono a Cuma (punto della terraferma più vicino a Lacco Ameno) e poi a Dicearchia (Pozzuoli), Parthenope e poi presso la definitiva Nea Polis (Napoli), col tipico impianto urbanistico ippodameo costituito da plateiai e stenopoi, divenuti poi nell'epoca romana l'area dei decumani di Napoli. L'insediamento greco avvenne infatti solo lungo le coste, mentre la parte interna era abitata dagli etruschi che diedero vita ad una lega di dodici città con a capo Capua, Nuceria, Nola, Acerra, Suessula.
La prima delle colonie in Campania ma pure di tutta l'Italia meridionale, fu l'isola di Ischia, dove agli inizi del VIII sec. a.c. un gruppo tecnico culturale proveniente dalla Calcide di Eubea si insediò priva di armi e con il consenso dei Cartaginesi nella baia di Lacco Ameno, onde apprendere le abilità etrusche nell'estrazione e la lavorazione del ferro dell'Elba.
La Campania diventò così uno dei centri culturali più importanti della Magna Grecia la quale influenzerà nel corso dei secoli la società romana e tutta la civiltà occidentale. Si pensi a Cuma che diffuse in Italia la cultura greca e l'alfabeto calcidese, che assimilato e fatto proprio dagli Etruschi e dai Latini, divenne l'alfabeto della lingua e della letteratura di Roma e poi di tutto l'occidente.
Successivamente la regione venne invasa dai Sanniti ( V sec. a.c.) finchè Roma decise che voleva un'altra colonia,. A seguito delle tre guerre sannitiche (343-290 a.c.), fu occupata dai Romani, che vi fondarono parecchie colonie (come quella di Puteoli, l'attuale Pozzuoli).
Il Latium comprendeva i diversi popoli di:
Aborigeni,
Ausoni,
Capenati,
Ernici,
Equi,
Etruschi,
Falisci,
Rutuli,
Sabini
Volsci.
Già il connubio tra queste diversi gruppi etnici portò a un confronto tra culture diverse e informazioni diverse che arricchirono la popolazione. Il territorio inoltre si suddivideva in Vetus (vecchio, cioè originario) e Novum (o adiectus), cioè nuovo e aggiunto al vecchio.
Il Latium vetus, territorio originario dei Latini, era composto dalle zone comprese lungo la costa tirrenica (per 50 miglia) dal fiume Tevere al Circeo. Confinava, pertanto, a nord con l'Etruria, ad est dagli Appennini, dal mare ad occidente ed a sud dai Volsci. Pertanto era situato a nord della linea formata dalle città di Lavinium, Colli Albani e Praeneste (Palestrina).
Invece il Latium novum o Latium adiectum ("Lazio aggiunto") era il territorio centrale con le popolazioni originarie di Ernici, Volsci ed Aurunci, ben presto soggetti all'egemonia di Roma nel V-IV secolo a.c. Il suo confine a sud-est andava dai Latium vetus (dal Tevere al Circeo) fino alla Campania ed al fiume Liri, presso Sinuessa, limitata sul lato interno dagli Appennini, dove si stabilirono invece Volsci, Osci ed Ausoni, e che venne chiamata dai Romani Latium adiectum, perchè conquistato e non originario.LE STRADE
- la via Salaria che risaliva la valle del Tevere;
- la via Valeria che attraversava la valle dell'Aniene collegava Roma a Tibur.
- la via Appia, da Roma fino a Brindisi.
- la via Latina, fino a Fregellae, Casinum, Teanum, Cales e Capua per ricongiungersi alla via Appia.
- la via Severiana da Ostia a Terracina.
- la via Domitiana che si staccava dalla Appia a Sinuessa per raggiungere Miseno e Puteoli.
- la via consolare Campana che collegava Capua al porto di Puteoli.
- la Via Popilia da Capua a Nola, Nuceria Alfaterna e Salernum, giungendo fino a Rhegium.
- la via Valeria che attraversava la valle dell'Aniene collegava Roma a Tibur.
- la via Appia, da Roma fino a Brindisi.
- la via Latina, fino a Fregellae, Casinum, Teanum, Cales e Capua per ricongiungersi alla via Appia.
- la via Severiana da Ostia a Terracina.
- la via Domitiana che si staccava dalla Appia a Sinuessa per raggiungere Miseno e Puteoli.
- la via consolare Campana che collegava Capua al porto di Puteoli.
- la Via Popilia da Capua a Nola, Nuceria Alfaterna e Salernum, giungendo fino a Rhegium.
REGIO I - (INGRANDIBILE) |
- Misenum, porto militare che dal 12 a.c. ospitò la flotta imperiale del Tirreno (la Classis Misenensis);
- Puteoli (Pozzuoli), il principale porto fino all'avvento di Ostia;
- il porto fluviale di Roma dove giungevano le merci dal porto di Ostia risalendo il corso del Tevere o dall'entroterra discendendolo;
- Ostia, porto artificiale di Roma sul Tirreno:
- Il porto fluviale di Nuceria Alfaterna;
- Pompeii (Pompei), porto usato da Abella (Acerra) Nola e Nuceria Alfaterna (Nocera).
L'ECONOMIA
La base dell'economia era ovviamente costituita dall'agricoltura e dall'allevamento, in più c'erano saline alla foce del Tevere, i depositi minerali dovuti alle eruzioni del Vesuvio che resero la sua terra fertilissima, del grano e dei pregiatissimi vini: il Falerno, lo Statano, il Caleno e il Sorrentino, il Massicum, nonchè la coltivazione dell'olivo, soprattutto nel territorio di Venafrum.
Ma ricca fu anche la lavorazione dei metalli, dagli etruschi prima e dall'impero poi, ma pure le terracotte architettoniche, la ceramica, il vetro, i cosmetici, l'esportazione della Nocerite (tufo grigio), del tufo giallo, calcare, legna, noci e nocciole importantissime per gli eserciti, latticini e formaggi. A Pompei si produceva un ottimo e costosissimo garum.
La base dell'economia era ovviamente costituita dall'agricoltura e dall'allevamento, in più c'erano saline alla foce del Tevere, i depositi minerali dovuti alle eruzioni del Vesuvio che resero la sua terra fertilissima, del grano e dei pregiatissimi vini: il Falerno, lo Statano, il Caleno e il Sorrentino, il Massicum, nonchè la coltivazione dell'olivo, soprattutto nel territorio di Venafrum.
Ma ricca fu anche la lavorazione dei metalli, dagli etruschi prima e dall'impero poi, ma pure le terracotte architettoniche, la ceramica, il vetro, i cosmetici, l'esportazione della Nocerite (tufo grigio), del tufo giallo, calcare, legna, noci e nocciole importantissime per gli eserciti, latticini e formaggi. A Pompei si produceva un ottimo e costosissimo garum.
LE CITTA'
Dopo Roma, la principale città del Latium dell'età imperiale era Ostia, poi sostituita da Porto (civitas Flavia Constatiniana Portuensis) sotto Costantino. Le antiche città latine persero l'importanza politica che ebbero nella prima fase della storia romana, ma divennero lussuosi centri di villeggiatura per i patrizi romani, come ad esempio: Tusculum (presso l'odierna Frascati), Aricia (Ariccia), Lavinium, Ardea e Praeneste (Palestrina)
- Abella - (Avella) -
Di origini vagamente ibride, tra greci, etruschi ed aborigene, venne ben presto occupata dai sanniti, ma in seguito cadde sotto il dominio dei romani. Per la sua fedeltà a Roma durante la guerra sociale (91 a.c.-89 a.c.) venne punita nell'87 a.c. con la distruzione da parte dei sanniti che ancora occupavano Nola.Di un santuario fuori della città, ad occidente, nella zona di S. Candida, è testimonianza un deposito votivo con statuette di terracotta e ceramica a vernice nera, solo in parte esplorato.
Di grande importanza, oggi come allora ,a produzione delle famose nocciole avellane.
Civitavecchia di Arpino fu, probabilmente, il nucleo originario del primitivo insediamento volsco (popolo del VII-VI sec. a.c.), fondato per necessità di difesa su un luogo alto e dirupato e poi circondato da possenti mura.
- Antium - (Anzio) -
affacciata sul tirreno, menzionata da Plinio il Vecchio nella "Naturalis Historia" e antica capitale dei Volsci. Dopo la conquista romana del 338 a.c. divenne un importante centro portuale e residenziale della repubblica e poi dell'impero romano.
affacciata sul tirreno, menzionata da Plinio il Vecchio nella "Naturalis Historia" e antica capitale dei Volsci. Dopo la conquista romana del 338 a.c. divenne un importante centro portuale e residenziale della repubblica e poi dell'impero romano.
- Aqua Albula o Aquae Albulae - (Bagni di Tivoli) -
Plinio le fa celebri per i loro mitri salutari: "juxta Romam albulae aquae vulneribus medentur." Si veneravano le ninfe e quindi le stesse acque. Nel 1736 si scavarono in Tivoli quattro colonne di marmo pario ed altre con frammenti di statue con lapidi.
- Aquinum - (Aquino) -
città romana di cui ci resta Porta Capuana come unico monumento integro e l'Arco onorario romano “detto di Marcantonio” , visibile solo in parte. Secondo la leggenda l’arco sarebbe stato eretto in una sola notte in onore del console Marcantonio.
- Ardea - (Ardea) -
Città fondata da Danae, madre di Perseo. Durante la II guerra punica, Ardea fu una delle dodici colonie che rifiutarono ai Romani gli aiuti militari. Dopo la vittoria i Romani privarono dell'autonomia.le città ribelli. Ovidio fa derivare il nome di Ardea all'alzarsi in volo di un airone cenerino (ardea cinerea) dopo l'incendio e la distruzione della città ad opera di Enea, vittorioso sul re rutulo Turno, figlio di Dauno, che a sua volta era figlio di Danae.«Turno muore. Ardea cade con lui, città fiorente finché visse il suo re. Morto Turno, il fuoco dei Troiani la invade e le sue torri brucia e le dorate travi. Ma, poi che tutto crollò disfatto ed arso, dal mezzo delle macerie un uccello, visto allora per la prima volta, si alza in volo improvvisamente e battendo le ali, si scuote di dosso la cenere. Il suo grido, le sue ali di color cenere, la sua magrezza, tutto ricorda la città distrutta dai nemici. Ed infatti, d'Ardea il nome ancor gli resta. Con le penne del suo uccello Ardea piange la sua sorte»
(Ovidio, Metamorfosi, XV.)
- Aricia (Ariccia) -
Ovidio (libro XV "Le metamorfosi") narra che il figlio di Teseo, Ippolito, dovette fuggire dalla Grecia accusato di incesto con sua madre Fedra, e in Italia dove venne accolto dalla Dea Artemide nel suo bosco sacro del Lazio presso il lago di Nemi sui Colli Albani. La Dea mutò nome ad Ippolito chiamandolo Virbio ed egli fondò la città di Aricia, dalla moglie indigena del fondatore, chiamata appunto Aricia.La città ebbe la prima mansio ("stazione di sosta") lungo la via Appia provenendo da Roma, per cui si aprì ai commerci e ai viaggi. Decadde invece dopo il sacco di Roma del 410 da parte dei Visigoti di re Alarico.
Baiae
- abitata dagli antichi romani, area archeologica situata a Baia, frazione di Bacoli, nell'area dei Campi Flegrei. Rimane oggi soltanto quella che allora era la parte collinare della città, trovandosi la rimanente sotto il livello del mare, sprofondata a causa di fenomeni bradisismici. Nel Parco Archeologico di Baia (Terme Romane e/o Palazzo Imperiale) con gli edifici termali monumentali: Tempio di Diana, Tempio di Mercurio, Tempio di Venere, la villa di Cesare inglobata nel Castello Aragonese (Baia), il Parco sommerso di Baia con il Ninfeo di Punta Epitaffio.
- Bacoli - abitata dagli antichi romani che la chiamarono Bauli. Vanta molti monumenti tra cui: Cisterna romana Centocamerelle, Cisterna romana Piscina Mirabilis, piccolo odeion chiamato "Tomba di Agrippina".
- Caieta (Gaeta) -
Dal 345 a.c. il territorio di Gaeta divenne dominio di Roma arricchendosi di commerci e monumenti. Inoltre divenne un luogo di villeggiatura molto rinomato per la bellezza dei luoghi e del mare, frequentato da imperatori, ricchi patrizi, consoli e famosi senatori dell'epoca. Si conserva ancora nel suo territorio il Mausoleo di Lucio Munazio Planco, console romano, prefetto dell'Urbe, generale sia di Giulio Cesare, di Marco Antonio e di Ottaviano Augusto.- Cales - (Calvi Risorta) -
Antichissima città degli Aurunci e degli Ausoni, Cales venne conquistata del Romani nel 335 a.c. che vi insediarono una colonia di 2500 uomini. Poichè si schierò dalla parte di Annibale, la città fu punita da Roma con l'imposizione di alti tributi nel 204 a.c., per venire poi riabilitata come colonia, nel secolo II a.c. divenendo celebre per le ceramiche (vasi caleni). Eretta in municipio, fu dotata di templi, di anfiteatro, di terme nel secolo I a.c., e di teatro.
La ceramica calena a rilievo era realizzata con un’argilla grigia o camoscio chiaro o rosato molto depurata, coperta da una vernice nera piombina dai riflessi metallici, rappresentata all'inizio da patere con medaglione e patere ombelicate, con disegni della mitologia greca o di gladiatori. Tale ceramica imita la lavorazione del metallo in ambito greco ed etrusco.
Resti archeologici: Anfiteatro, Cinta muraria, Santuari, Terme romane.
Resti archeologici: Anfiteatro, Cinta muraria, Santuari, Terme romane.
- Capua - (Santa Maria Capua Vetere) -
Nel 504 a.c., Greci e Latini alleatisi fra loro sconfissero gli Etruschi che avevano occupato Capua nella battaglia di Ariccia, e nel 474 a.c., con Nola, Nocera, Ercolano, Pompei, Sorrento, Marcina, Velcha, Velsu, Irnthi, Uri, e Hyria. Poi venne assediata dai sanniti nel IV sec. a.c. a.c., per cui inviò un'ambasceria a Roma chiedendone la protezione, ma il Senato romano, che aveva già un trattato di non belligeranza con i Sanniti, fu costretto a respingere la richiesta.
Allora gli ambasciatori disperati perchè conoscevano la ferocia e la distruttività dei Sanniti, consegnarono la città a Roma, nella cosiddetta cosiddetta DEDITIO, per cui diventava territorio romano e come tale doveva essere difesa a tutti i costi. Infatti Roma diede per questo inizio alla I guerra sannita, nel 343 a.c.. e nel 338 a.c. le concesse la civitas sine suffragio, ovvero la cittadinanza senza l'esercizio del diritto di voto. Resti archeologici: Museo campano, Anfiteatro Campano, Arco di Adriano, Criptoportico, Mausoleo Carceri Vecchie, Mausoleo La Conocchia, Mitreo, Via Appia.
- Casalucense -
Il Santuario di Santa Maria di Casalucense è situato a circa 3 Km dall’abitato di Sant’Elia Fiumerapido, alla sommità di una collinetta sulle pendici del monte Cifalco. Come la prospiciente Abbazia di Montecassino, anche il santuario di Casalucense sorge su un luogo pagano dedicato al culto delle Ninfe, come testimonia un’epigrafe risalente all’epoca dell’imperatore Tiberio Claudio rinvenuta sul luogo. Nei pressi delle sue mura poligonali è stata rinvenuta, di recente, un’ara sacrificale costituita da un unico masso calcareo, evidentemente dedicata alle ninfe.
Allora gli ambasciatori disperati perchè conoscevano la ferocia e la distruttività dei Sanniti, consegnarono la città a Roma, nella cosiddetta cosiddetta DEDITIO, per cui diventava territorio romano e come tale doveva essere difesa a tutti i costi. Infatti Roma diede per questo inizio alla I guerra sannita, nel 343 a.c.. e nel 338 a.c. le concesse la civitas sine suffragio, ovvero la cittadinanza senza l'esercizio del diritto di voto. Resti archeologici: Museo campano, Anfiteatro Campano, Arco di Adriano, Criptoportico, Mausoleo Carceri Vecchie, Mausoleo La Conocchia, Mitreo, Via Appia.
- Casalucense -
Il Santuario di Santa Maria di Casalucense è situato a circa 3 Km dall’abitato di Sant’Elia Fiumerapido, alla sommità di una collinetta sulle pendici del monte Cifalco. Come la prospiciente Abbazia di Montecassino, anche il santuario di Casalucense sorge su un luogo pagano dedicato al culto delle Ninfe, come testimonia un’epigrafe risalente all’epoca dell’imperatore Tiberio Claudio rinvenuta sul luogo. Nei pressi delle sue mura poligonali è stata rinvenuta, di recente, un’ara sacrificale costituita da un unico masso calcareo, evidentemente dedicata alle ninfe.
- Formiae - (Formia) -
Venne fondata in epoca antica dai Laconi che la chiamavano Hormia. In epoca romana era chiamata Formiae. Legata alla leggenda di Troia e al peregrinare di Ulisse, viene citata dell'Odissea come terra dei Lestrigoni, giganti cannibali presso cui approdarono le navi di Ulisse e delle quale solo la sua riuscì a salvarsi. Antica città aurunca, come dimostrano le mura poligonali, dopo la conquista da parte dei romani, V - IV secolo a.c., entrò a far parte del Latium adiectum divenendo civitas sine suffragio nel 338 a.c. perché il passaggio attraverso il suo territorio era sempre stato sicuro. Passaggio così importante per i Romani, che vi fecero passare la via Appia nel 312 a.c. e nel 188 a.c., Formia ricevette la cittadinanza romana.Formia fu una località turistica molto apprezzata in epoca romana come testimoniano i numerosi resti di ville, tra le quali celebri erano quelle di Mamurra, Mecenate e Cicerone.
L'antica città di Fregellae, le cui vestigia sono visibili su un altopiano posto nel territorio del comune di Arce e, in parte, in quello limitrofo di Ceprano, fu molto probabilmente fondata dagli Osci, e venne poi occupata e popolata dai Volsci.
La vicina Fabrateria Vetus (oggi Ceccano, fondata anch'essa dai Volsci) chiamò in aiuto Roma contro le minacce dell'espansione sannitica finché nel 328 a.c. i romani vi stanziarono una colonia di diritto latino nei pressi del Liri, fondando così la Fregellae romana.
La vicina Fabrateria Vetus (oggi Ceccano, fondata anch'essa dai Volsci) chiamò in aiuto Roma contro le minacce dell'espansione sannitica finché nel 328 a.c. i romani vi stanziarono una colonia di diritto latino nei pressi del Liri, fondando così la Fregellae romana.
ERCOLANO |
- Herculaneum - (Ercolano) -
- Laurentum -
Posta lungo la via Laurentina, a 10 miglia da Roma e a sei miglia dalla vicina Lavinium. Città del Latium vetus, era già scomparsa nella tarda età repubblicana. Secondo Plinio i resti della città si trovavano nella sua villa, i cui ruderi oggi si trovano nella tenuta presidenziale di Castel Porziano pur non essendo ancora chiara la sua ubicazione.Si dice fondata da Pico, antico re di Alba Longa. Su Laurentum regnò per 35 anni re Latino, figlio di Fauno e di una ninfa locale, discendente di Saturno, la sua sposa si chiamava Amata e sua figlia Lavinia.
Secondo Virgilio vi si stabilirono i troiani di Enea al termine della loro fuga da Troia, dopo essere sbarcati sulle coste del Latium nei pressi della foce del Tevere nel 1180 a.c. circa, ospiti di re Latino che volle concedere in sposa ad Enea sua figlia Lavinia, già promessa in sposa a Turno re dei Rutuli. Durante la guerra che ne seguì tra Rutuli e Troiani Laurentum sarebbe stata abbandonata o distrutta, e i suoi abitanti si sarebbero trasferiti, fondando nelle vicinanze Lavinium.
- Lavinium - (Lavinio) -
L'antica Lavinio è la città dove Enea, capo dei profughi di Troia, fondò il primo insediamento, avvenuto in Italia d'estate, due anni dopo la caduta di Troia. Secondo la tradizione, il nome della città deriva da Lavinia, figlia di Latino re dei Latini e di Amata, data in sposa ad Enea.
Nel 489 a.c. Lavinio fu conquistata dai Volsci, condotti da Gneo Marcio Coriolano. Nel 390 a.c. Marco Furio Camillo, nel celebre discorso con cui convinse i romani a non abbandonare Roma, appena saccheggiata dai Galli di Brenno, ricorda i riti sacri che per tradizione, i romani ancora compivano sul monte Albano e a Lavinio. Nel 338 a.c., al termine della guerra latina, Lavinio rinnovò un foedus sacro con Roma, e la città divenne municipio. Di Lavinio, in età imperiale, rimase ancora attiva e frequentata solo l'area sacra.
- Liternum - (Literno) -
Sembra che gli Osci vi crearono una colonia, ampliata dai romani che nel 194 a.c. sulla sponda sud del Lago di Patria (detto allora Literna Palus) presso la foce del fiume Clanis vicino alla Selva Gallinara. La colonia fu assegnata a dei veterani della II guerra punica, appartenenti all'esercito di Scipione l'Africano che qui si rifugiò esule e vi morì nel 183 a.c. La sua tomba e la sua villa furono descritte da Seneca. Nel luogo venne eretta la sua statua ed il sepolcro coll'epigrafe, osservata da T. Livio, in cui si leggeva: "Ingrata Patria nec ossa quidem mea habes". Successivamente, secondo la tradizione, fra le rovine della città vi si trovò un frammento della suddetta epigrafe, in cui si leggeva solo "... ta Patria nec..." e perciò tutto quel luogo prese il nome di Patria, e ugualmente il lago detto di Patria. La città fiorì in epoca augustea, soprattutto tra la fine del I ed il II secolo d.c., grazie alla Via Domiziana che, partendo da Sinuessa, la collegava con i centri della costa campana e con il porto di Puteoli (Pozzuoli).
RICOSTRUZIONE DEL FORO DI MINTURNAE |
- Minturnae - (Minturno) -
Antico centro ausone Pentapoli Aurunca, chiamata Pirae, che sorgeva lungo il percorso della via Appia, presso il fiume Garigliano dove c'era un culto particolare per la Dea Marica “la dea dell'acqua che brilla sotto la luce del sole”, ma anche la Dea “che distrugge, infuria, consuma, inaridisce” - in onore della quale era stato eretto, verso la fine del sec. VI a.c., un tempio in tufo, che fu poi coperto in muratura alla fine del I secolo dai Romani. Sconfitto il popolo aurunco nel 340 a.c., i romani vi fondarono una colonia romana con il suo ager compreso tra i Monti Aurunci e il Tirreno, e la zona residenziale sulla costa dell'odierna Scauri (già Pirae), con emagnifiche villae maritimae, e una zona agricola e produttiva, lungo il fiume e sulle colline, con villae rusticae. Presso la foce del Garigliano sorgeva il bosco sacro della Dea Marica dove c'era un santuario e si svolgeva il suo culto. Nelle sue paludi trovò rifugio, nell'88 a.c., il console Caio Mario, inseguito dagli uomini di Silla. I magistrati locali ordinarono la sua uccisione per mano di uno schiavo cimbro, che però intimorito da Mario, lo lasciò fuggire..
- Misenum - (Miseno) -
frazione del comune di Bacoli, il cui nome, deriva da sinus militum, citato da Virgilio che ricorda il Miseno trombettiere di Enea, secondo la tradizione qui sepolto dopo aver sfidato Tritone. Capo Miseno è citato anche da Plinio il Giovane nella lettera dedicata a Tacito dove narra dello zio Plinio il Vecchio deceduto durante l’eruzione del Vesuvio del 79. Già porto cumano dal IV secolo a.c., nel III secolo a.c. vi sostò Annibale, e nel II secolo a.c. divenne un lussuoso centro residenziale. Con l'impraticabilità del Portus Iulius, divenne colonia autonoma e base della flotta pretoria romana del basso Tirreno, ospitando la prima flotta imperiale, la Classis Praetoria Misenensis. In età augustea divenne il più importante sito militare romano della zona, fiorì all'epoca di Marco Aurelio (161 d.c.), ma decadde con la caduta dell'Impero romano d'Occidente.VILLA IMPERIALE DI PAUSILYPON IN TERRITORIO NEAPOLIS |
- Neapolis - (Napoli) -
Dopo gli Osci e i Greci, Neapolis fu romana. Nel VIII sec. a.c. il primo stanziamento avvenne sulla collina di Pizzofalcone e sull'isolotto di Megaride da parte dei Cumani, sviluppandosi in un centro abitato chiamato Partenope, dal nome della Sirena vinta da Ulisse, il cui sepolcro, secondo le fonti, fu ritrovato sulla costa napoletana, col corpo ancora intatto. In seguito alla distruzione del centro nel VI sec. a.c. ad opera di Cuma, la città fu rifondata in una zona più a valle prendendo il nome di Neapolis, cioè la "città nuova", ancora ad opera dei Cumani stessi insieme a un gruppo di coloni Rodii, verso la fine del VI - inizi V sec. a.c. Il vecchio insediamento di Partenope si chiamò invece Palaeapolis, cioè la "città vecchia".
Sconfitti i sanniti Roma la occupò lasciandole però molta autonomia, nonostante però i tentativi di Annibale di sobillare i suoi abitanti contro Roma, Neapolis rimase fedele a Roma e fu promossa a municipio romano, e nel I sec. a.c. venne dichiarata Municipium. Nell'82 a.c., nella lotta fra Mario e Silla, Neapolis parteggiò per Mario e la vendetta sillana fu terribile. Neapolis fu saccheggiata, devastata, sommersa dal sangue delle stragi e la sua flotta venne confiscata o distrutta, condannandola ad un periodo di decadenza. Con la successiva trasformazione da municipio romano a colonia, in città andò affermandosi la lingua latina e si ebbe una graduale ripresa dal periodo di decadenza. I suoi resti archeologici:
Sconfitti i sanniti Roma la occupò lasciandole però molta autonomia, nonostante però i tentativi di Annibale di sobillare i suoi abitanti contro Roma, Neapolis rimase fedele a Roma e fu promossa a municipio romano, e nel I sec. a.c. venne dichiarata Municipium. Nell'82 a.c., nella lotta fra Mario e Silla, Neapolis parteggiò per Mario e la vendetta sillana fu terribile. Neapolis fu saccheggiata, devastata, sommersa dal sangue delle stragi e la sua flotta venne confiscata o distrutta, condannandola ad un periodo di decadenza. Con la successiva trasformazione da municipio romano a colonia, in città andò affermandosi la lingua latina e si ebbe una graduale ripresa dal periodo di decadenza. I suoi resti archeologici:
- Chiesa del Carminiello ai Mannesi (Resti di un edificio di epoca romana),
- Crypta Neapolitana,
- Fontana delle zizze (Sarcofago romano),
- Grotta del Cane,
- Decumani di Napoli,
Insediamenti agricoli di età romana (Ponticelli),
- Isolotto di Megaride,
- Monte Echia,
- Napoli sotterranea,
- Crypta Neapolitana,
- Fontana delle zizze (Sarcofago romano),
- Grotta del Cane,
- Decumani di Napoli,
Insediamenti agricoli di età romana (Ponticelli),
- Isolotto di Megaride,
- Monte Echia,
- Napoli sotterranea,
- Oasi di Santa Maria di Pietraspaccata,
- Parco archeologico della Mostra d'Oltremare,
- Parco archeologico di Posillipo (comprende la Grotta di Seiano, la villa imperiale di Pausilypon con annesso teatro dell'Odeon, il Parco sommerso di Gaiola ed il palazzo degli Spiriti),
- Ponte romano (via Salvator Rosa),
- Ponti Rossi (acquedotto romano del Serino),
- Ponti Rossi (acquedotto romano del Serino),
- Reperti archeologici nella Stazione Neapolis,
- Resti archeologici di Pizzofalcone (Necropoli),
- Resti archeologici di Scampia,
- Resti archeologici di Pizzofalcone (Necropoli),
- Resti archeologici di Scampia,
- Resti del Tempio dei Dioscuri (Colonne sulla facciata di epoca greca),
- Resti dell'Acropoli sulla collina di Caponapoli,
- Resti della Porta Furcillensis,
- Resti di epoca romana in Sant'Aspreno al Porto,
- Resti di una Domus Romana negli scantinati di una Banca,
- Resti nel Chiostro dei SS. Marcellino e Festo,
- Scavi archeologici di San Lorenzo Maggiore,
- Scavi archeologici interni al Maschio Angioino,
- Scavi di Santa Chiara,
- Scavi archeologici del Duomo,
- Scavi di Piazza del Municipio (antico circondario del Maschio Angioino),
- Strada romana all'interno del Palazzo Corigliano (aula "Mura Greche"),
- Teatro romano di Neapolis,
- Tempio della Gaiola,
- Terme romane di Agnano,
- Terme romane di via Terracina,
- Tunnel Borbonico,
- Villa di Licinio Lucullo,
- Tazza di Porfido (proveniente dal Tempio di Era di Paestum),
- Catacombe delle Anime del Purgatorio ad Arco,
- Catacombe di San Gaudioso,
- Catacombe di San Gennaro,
- Catacombe di San Paolo Maggiore,
- Catacombe di San Pietro ad Aram,
- Catacombe di San Severo fuori le mura,
- Catacombe greche,
- Cimitero delle Fontanelle,
- Cimitero di Santa Maria del Pianto,
- Catacombe di Sant'Eufebio,
- Colombarium di via Pigna,
- Mura greche di Neapolis,
- Parco Vergiliano.
Sul culto della sirena, o ninfa, Partenope ci sono poche notizie, tra cui una corsa con le fiaccole che ogni anno si compiva in suo onore, le cosiddette Lampadoforie, il che fa pensare a un culto misterico greco. Pare che la sirena sia morta a Megaride, essendo stata trasportata dal mare nella zona in cui oggi sorge Castel dell'Ovo e proprio lì, guarda caso, venne fatta seppellire dalla chiesa cristiana una dei patroni di Napoli, santa Patrizia.
Isolotto di Megaride
Secondo Strabone, l'isola fu fondata da coloni provenienti da Rodi che qui avrebbero stabilito, tra il IX-VIII sec. a.c., un emporio commerciale. I culti religiosi in epoca greca furono appunto quelli dei greci, ed uno dei culti più antichi fu il culto della sirena Partenope, già noto in Grecia orientale prima della fondazione della città.
Secondo Strabone, l'isola fu fondata da coloni provenienti da Rodi che qui avrebbero stabilito, tra il IX-VIII sec. a.c., un emporio commerciale. I culti religiosi in epoca greca furono appunto quelli dei greci, ed uno dei culti più antichi fu il culto della sirena Partenope, già noto in Grecia orientale prima della fondazione della città.
MEGARIDE |
Secondo alcuni, Partenope morì dopo essere stata rifiutata da Ulisse, per altri gli Argonauti passarono per l'isola dove viveva la sirena e Orfeo, che era con loro, suonò la cetra facendo suicidare Partenope in mare (suonava così male?). Comunque a Napoli la Partenope era venerata come Dea protettrice.
Così il primo stanziamento di coloni interessò l'isola di Ischia e poi passò alla zona della provincia di Napoli, divenendo a tutti gli effetti una colonia greca.
Così il primo stanziamento di coloni interessò l'isola di Ischia e poi passò alla zona della provincia di Napoli, divenendo a tutti gli effetti una colonia greca.
- Nola - (Nola) -
- Nuceria Alfaterna - (Nocera Superiore e Nocera Inferiore) -
Posta tra Nocera Superiore e Nocera Inferiore, una delle città più estese e importanti della Campania antica. È stata città osca, etrusca, sannita e romana. Nacque come insediamento etrusco intorno alla fine del VII secolo a.c. entrando a far parte della dodecapoli della colonizzazione etrusca in Campania, nata per bloccare l'espansione greca verso settentrione. Dopo la sconfitta del 474 a.c. nel mare di Cuma, gli etruschi abbandonano la regione e l'antica Nuvkrinum passa ai Sanniti. Nel V secolo a.c., cambiò nome in Nuvkrinum Alfaternum, dalla tribù sannitica degli Alfaterni. Sconfitta divenne alleata di Roma nel 307 a.c. ma nel 216 a.c. fu distrutta da Annibale proprio per la sua fedeltà ai romani.
Alla fine della guerra fu ricompensata dai romani con una completa ricostruzione. Fu ancora saccheggiata durante la guerra sociale (Appiano, Bellum Civile) a seguito della quale ottenne la cittadinanza romana, inserita nella tribù Menenia. Decadde a cominciare dall'esplosione del Vesuvio del 79 d.c. Resti archeologici: Anfiteatro, Battistero paleocristiano di Santa Maria Maggiore (chiamato La Rotonda), Mura di cinta, Teatro romano, Necropoli di San Clemente.
- Oplontis -
Presso Pompei, corrispondente all'attuale Torre Annunziata, in Campania, sepolta dall'eruzione del Vesuvio del 79. Un insediamento suburbano della vicina Pompei dove erano presenti alcune ville di villeggiatura, diverse fattorie, saline e complessi termali, vista la ricchezza di acque della zona.
- Oplontis -
Presso Pompei, corrispondente all'attuale Torre Annunziata, in Campania, sepolta dall'eruzione del Vesuvio del 79. Un insediamento suburbano della vicina Pompei dove erano presenti alcune ville di villeggiatura, diverse fattorie, saline e complessi termali, vista la ricchezza di acque della zona.
- Ostia - (Ostia Antica) -
Fu la prima colonia romana fondata nel VII secolo a.c. dal IV re di Roma Anco Marzio, crebbe grandemente in epoca imperiale come centro commerciale e portuale, legato all'annona per l'approvvigionamento di grano per la capitale. Aumentò la sua importanza dopo la costruzione dei porti di Claudio e di Traiano, ma decadde in epoca tardo-antica, sostituita dal centro portuale di Porto.
- Puteoli - (Pozzuoli) -
Fondata nel 531 a.c. da alcuni profughi di Samo, la città venne chiamata Dicearchia cioè la città del giusto governo. Venne occupata nel 421 a.c. dai Sanniti che le concessero però una discreta autonomia. Nel 338 a.c., venne occupata dai romani che la battezzarono Puteoli cioè "piccoli pozzi", forse per le sorgenti di acque termo-minerali. Nel porto di Puteoli, con la lex Atinia de coloniis quinque deducendis, del 197 a.c., per la romanizzazione della fascia tirrenica della Magna Grecia, i romani dedussero, nel 195 a.c. una colonia marittima e Puteoli divenne il porto mediterraneo di Roma, decadendo poi con la costruzione del porto di Ostia.
Resti rcheologici: Acquedotto romano, Anfiteatro Flavio di Pozzuoli, Anfiteatro Minore, Area archeologica del Rione Terra, Cisterna romana Cento Camerelle, Cisterna romana Piscina Cardito, Cisterna romana Piscina Lusciano, Macellum (chiamato Tempio di Serapide), Mausolei romani del Fondo Di Fraja, Necropoli romana di San Vito, Necropoli romana di Via Antiniana, Necropoli romana di Via Celle, Ruderi dei Collegia, Stadio romano, Tabernae romane, cd. Tempio di Diana, Terme di Nettuno, Via Celle, Via Consolare Campana, Via Puteolis-Neapolim, Villa romana detta Villa di Cicerone.
- Salernum - (Salerno) -
Vi si attesta nel VI secolo a.c. un centro osco-etrusco che, nel V secolo a.c., venne occupato dai Sanniti. che l'abbandonarono nel 280 a.c. per ragioni ignote. Con la lex Atinia de coloniis quinque deducendis, del 197 a.c., per la romanizzazione della fascia tirrenica della Magna Grecia, vennero fondate cinque colonie marittime di cittadini romani a Vulturum, Liternum, Puteoli, Castrum Salerni e Beneventum.
Nel 199 a.c. Scipione fece inviare a Salerno, ormai Salernum e non più Castrum Salerni, trecento cittadini romani per fondarvi la colonia marittima, nello stesso periodo in cui vi istituirono il portorium, trasformando lo scalo marittimo della città in dogana di Stato. I salernitani parteciparono, quali alleati di Roma, alla II Guerra Punica e furono ricordati da Scipione L'Africano quali "pugnaci guerrieri lanciatori di giavellotti". Dopo la Battaglia di Canne furono un valido presidio contro i Picentini, schieratisi dalla parte di Annibale. La città si espanse e durante l'impero di Diocleziano divenne il centro amministrativo della provincia della Lucania e del Bruzio. Resti archeologici: Impianto termale romano sotto la Chiesa di San Pietro a Corte e resti del cd. tempio di Pomona (presso palazzo arcivescovile).
- Sinuessa - (Mondragone) -
- Suessa - (Sessa Aurunca) -
Città aurunca, che aderiva alla Pentapoli Aurunca. Nel 337 a.c. la postazione troppo esigua fu abbandonata in favore della zona dell'attuale centro storico di Sessa. Nel IV secolo a.c. venne conquistata dai Romani, che sconfissero anche la Pentapoli Aurunca, facendovi sorgere una colonia di diritto latino, Suessa. Nella II guerra punica (219-202 a.c.), però si rifiutò di fornire armi, soldati e denari a Roma e per questo venne punita, ma poi riabilitata ed elevata a "municipium" nel 90 a.c.. Durante la guerra civile si schierò al fianco di Silla prima e più tardi di Pompeo. È di questo periodo la cinta muraria in opus quadratum, con sei porte. Al tempo di Augusto Sessa ospitò una colonia di veterani classarii e si ampliò. Cesare distribuì le terre di Sessa fra i suoi veterani, per cui la città assume talvolta il nome di Colonia Julia Felix Classica Suessa.
- Tarracina - (Terracina) -
Un tempo chiamata Anxur in lingua volsca, posta forse sul sito dell'antica Amyclae o Amynclae. Dionigi di Alicarnasso narra che i suoi fondatori furono alcuni profughi di Sparta che si sarebbero stabiliti a Feronia, ai piedi del Monte Leano, dove poi sorse un luogo di culto dedicato a tale divinità. Secondo Tito Livio la città era già occupata dai romani già alla fine del VI secolo a.c., tanto che Tarquinio il Superbo avrebbe inviato coloni a Segni e a Circeii, per presidiare il mare.
Venne rioccupata dai Volsci, che le diedero il nome di Anxur, come riporta Plinio, poi. riconquistata dai Romani nel 406 a.c., e poi ancora nel 400 a.c., finchè vi fu dedotta nel 329 a.c. la colonia romana, che inizialmente prese il nome di "Colonia Anxurnas".
- Teanum - (Teano) -
Fu un luogo celebre nell'antichità per la bellezza dei suoi edifici, per le splendide Villae d'otium, per gli Oracoli della sua famosa Sibilla, per la salubrità dell'aria, per lo splendido paesaggio e le numerose cascate che la decorano. Tivoli fu chiamata da Strabone città d'Ercole, Tibur Herculeum, e la disse dedicata ad Ercole.
Dal IV secolo a.c., terminate le battaglie con Roma in espansione, fu riconosciuta municipio romano con la Lex Iulia municipalis nel I secolo a.c., cosicchè Tivoli divenne sede di molte ville di ricchi romani, come testimoniano i numerosi resti. Quelle identificate sono attribuite a Orazio, a Cassio, a Publio Quintilio Varo, a Manlio Vopisco (i cui resti sono incorporati nell'attuale Villa Gregoriana) e la mirabile villa di Adriano, del II secolo d.c..
- Velitrae - (Velletri)
Sembra che i Volsci la chiamassero Velestrom, Anco Marzio, IV re di Roma, assediò Velitrae, che venne a patti con Roma con cui stipulò un'alleanza,in nome della quale la Gens Octavia, originaria di Velitrae, al momento del suo trasferimento a Roma all'epoca di Tarquinio Prisco, ottenne il riconoscimento della cittadinanza romana e i diritti politici.
Nel 510 a.c., cacciati i Re di Roma, la Lega Latina assieme agli Etruschi di Porsenna presero le armi per rimettere Tarquinio il Superbo sul trono. Anche i Volsci di Velitrae parteciparono a questa alleanza, ma anche quando i romani vinsero nella battaglia del Lago Regillo (499 a.c.) i Volsci continuarono le ostilità contro Roma. Così nel 494 a.c., il console Aulo Celiomontano marciò contro i Volsci, conquistò Velitrae, e vi pose una colonia romana.
- Venafrum - (Venafro) -
Oggi in territorio molisano, nel III secolo a.c. combattè aspramente contro Roma durante le Guerre Sannitiche. Nell'89 a.c. Venafrum, durante la Guerra Sociale, venne espugnata a tradimento dal frentano Mario Egnazio che fece strage di sei coorti romane. Anche Silla la rase al suolo. Nel gennaio del 49 a.c. Pompeo Magno venendo da Teano, vi fece sosta. Divenne Colonia romana sotto Augusto (Colonia Augusta Julia Venafrum), e recepì la caratteristica sistemazione urbanistica, parzialmente conservata nell'abitato attuale. In epoca romana vanta di una sviluppata economia con il rinomato olio, molto apprezzato anche da Marziale, che secondo la leggenda fu portato da Licinio il quale ne parla in molte sue opere.
- Pithekoussai (o Pithecusae) - (Isola d'Ischia) -
Il ritrovamento di muri a secco, nel 1989 a seguito di uno smottamento, in località Punta Chiarito, nella frazione di Panza, ha dato l'avvio tra il 1993 ed il 1995 ai lavori di scavo che hanno evidenziato una fattoria greca, anticipando lo sbarco dei primi coloni greci di circa venti anni, cioè intorno al 790-780 a.c. Fu fondata nella prima metà dell'VIII sec. a.c. (770 a.c. ca.) dai Greci di Eretria e di Calcide (Eubea). Qui è stata rinvenuta una fattoria greca tenuta da agricoltori benestanti, e la colonia era famosa per l'ottima produzione di ceramica.
Il ritrovamento di muri a secco, nel 1989 a seguito di uno smottamento, in località Punta Chiarito, nella frazione di Panza, ha dato l'avvio tra il 1993 ed il 1995 ai lavori di scavo che hanno evidenziato una fattoria greca, anticipando lo sbarco dei primi coloni greci di circa venti anni, cioè intorno al 790-780 a.c. Fu fondata nella prima metà dell'VIII sec. a.c. (770 a.c. ca.) dai Greci di Eretria e di Calcide (Eubea). Qui è stata rinvenuta una fattoria greca tenuta da agricoltori benestanti, e la colonia era famosa per l'ottima produzione di ceramica.
POMPEI |
- Pompeii - (Pompei) -
La vita commerciale a Pompei era molto attiva: come testimonia la presenza di un nutrito numero di
botteghe, taverne, officine ed osterie. Gli archeologi hanno riportato alla luce ben 614 esercizi
commerciali, fra cui 207 laboratori artigianali, officinae, 34 panifici, pistrinae, 89 thermopolia (tavole calde dell’antichità) e 120 osterie, cauponae o popinae o tabernae vinarie, segno palese che a
mezzogiorno quasi tutti i 15.000 Pompeiani consumavano un pasto veloce fuori casa.
- Praeneste - (Palestrina) -
L'antica Praeneste, fu città latina celeberrima per il Santuario della Fortuna Primigenia, col suo splendido santuario databile al II secolo a.c. La città venne conquistata da Roma nelle battaglie contro la Lega Latina, pur avendo Preneste stretto un'alleanza anche con i Galli per contrastare Roma. Nel 90 a.c. i cittadini di Palestrina ottennero la cittadinanza romana e nell'82 a.c., durante la guerra civile, la città parteggiò per Gaio Mario, che qui vi morì. Il crudele Silla, per ritorsione, ne sterminò tutti i cittadini maschi e vi installò una colonia militare. Fu uno dei luoghi di villeggiatura preferiti da Augusto.
La vita commerciale a Pompei era molto attiva: come testimonia la presenza di un nutrito numero di
botteghe, taverne, officine ed osterie. Gli archeologi hanno riportato alla luce ben 614 esercizi
commerciali, fra cui 207 laboratori artigianali, officinae, 34 panifici, pistrinae, 89 thermopolia (tavole calde dell’antichità) e 120 osterie, cauponae o popinae o tabernae vinarie, segno palese che a
mezzogiorno quasi tutti i 15.000 Pompeiani consumavano un pasto veloce fuori casa.
PRAENESTE |
- Praeneste - (Palestrina) -
L'antica Praeneste, fu città latina celeberrima per il Santuario della Fortuna Primigenia, col suo splendido santuario databile al II secolo a.c. La città venne conquistata da Roma nelle battaglie contro la Lega Latina, pur avendo Preneste stretto un'alleanza anche con i Galli per contrastare Roma. Nel 90 a.c. i cittadini di Palestrina ottennero la cittadinanza romana e nell'82 a.c., durante la guerra civile, la città parteggiò per Gaio Mario, che qui vi morì. Il crudele Silla, per ritorsione, ne sterminò tutti i cittadini maschi e vi installò una colonia militare. Fu uno dei luoghi di villeggiatura preferiti da Augusto.
- Puteoli - (Pozzuoli) -
Fondata nel 531 a.c. da alcuni profughi di Samo, la città venne chiamata Dicearchia cioè la città del giusto governo. Venne occupata nel 421 a.c. dai Sanniti che le concessero però una discreta autonomia. Nel 338 a.c., venne occupata dai romani che la battezzarono Puteoli cioè "piccoli pozzi", forse per le sorgenti di acque termo-minerali. Nel porto di Puteoli, con la lex Atinia de coloniis quinque deducendis, del 197 a.c., per la romanizzazione della fascia tirrenica della Magna Grecia, i romani dedussero, nel 195 a.c. una colonia marittima e Puteoli divenne il porto mediterraneo di Roma, decadendo poi con la costruzione del porto di Ostia.
Resti rcheologici: Acquedotto romano, Anfiteatro Flavio di Pozzuoli, Anfiteatro Minore, Area archeologica del Rione Terra, Cisterna romana Cento Camerelle, Cisterna romana Piscina Cardito, Cisterna romana Piscina Lusciano, Macellum (chiamato Tempio di Serapide), Mausolei romani del Fondo Di Fraja, Necropoli romana di San Vito, Necropoli romana di Via Antiniana, Necropoli romana di Via Celle, Ruderi dei Collegia, Stadio romano, Tabernae romane, cd. Tempio di Diana, Terme di Nettuno, Via Celle, Via Consolare Campana, Via Puteolis-Neapolim, Villa romana detta Villa di Cicerone.
- Salernum - (Salerno) -
Vi si attesta nel VI secolo a.c. un centro osco-etrusco che, nel V secolo a.c., venne occupato dai Sanniti. che l'abbandonarono nel 280 a.c. per ragioni ignote. Con la lex Atinia de coloniis quinque deducendis, del 197 a.c., per la romanizzazione della fascia tirrenica della Magna Grecia, vennero fondate cinque colonie marittime di cittadini romani a Vulturum, Liternum, Puteoli, Castrum Salerni e Beneventum.
Nel 199 a.c. Scipione fece inviare a Salerno, ormai Salernum e non più Castrum Salerni, trecento cittadini romani per fondarvi la colonia marittima, nello stesso periodo in cui vi istituirono il portorium, trasformando lo scalo marittimo della città in dogana di Stato. I salernitani parteciparono, quali alleati di Roma, alla II Guerra Punica e furono ricordati da Scipione L'Africano quali "pugnaci guerrieri lanciatori di giavellotti". Dopo la Battaglia di Canne furono un valido presidio contro i Picentini, schieratisi dalla parte di Annibale. La città si espanse e durante l'impero di Diocleziano divenne il centro amministrativo della provincia della Lucania e del Bruzio. Resti archeologici: Impianto termale romano sotto la Chiesa di San Pietro a Corte e resti del cd. tempio di Pomona (presso palazzo arcivescovile).
Posta ai confini tra il Latium adiectum e la Campania antica, venne fondata dai romani nel 296 a.c. dopo aver sottomesso il popolo degli Aurunci. Venne attraversata dalla Via Appia, per cui divenne luogo ameno dove i patrizi collocarono molte ville per gli otii. Fiorì con la realizzazione della Via Domiziana, nel 94 d.c., e per lo sbocco commerciale del porto di Puteoli (Pozzuoli).
Celebri le sue terme di acque calde e salubri, ma pure il suo pregiato vino, il Falerno, e il suo ottimo clima Con la caduta dell'Impero Romano d'Occidente, anche Sinuessa venne distrutta dalle invasioni barbariche, nonchè dal bradisismo, che ne cancellò la costa.
Celebri le sue terme di acque calde e salubri, ma pure il suo pregiato vino, il Falerno, e il suo ottimo clima Con la caduta dell'Impero Romano d'Occidente, anche Sinuessa venne distrutta dalle invasioni barbariche, nonchè dal bradisismo, che ne cancellò la costa.
- Sora - (Sora) -
Antica città volsca, poi occupata dai Sanniti. Nel 345 a.c. venne conquistata da Roma, che nel 303 a.c. vi inviò 4.000 uomini, a fondazione della colonia romana. Da allora ne condivise la storia fino alla caduta dell'Impero. La Chiesa di Santa Maria Assunta eretta sulle rovine di un tempio pagano del Dio "Sole-Sorano" del III sec. a.c., scoperto sotto la chiesa nel 1974.GROTTA DI TIBERIO A SPERLONGA |
- Speluncae - (Sperlonga) -
Antica città di Amyclae, affacciata sul Mar Tirreno, che si dice fondata dagli Spartani. In età romana vi sorsero numerose e splendide ville, la più celebre delle quali è quella dell'imperatore Tiberio, comprendente una grotta naturale modificata e decorata con sculture del ciclo dell'eroe omerico Ulisse. Le ville erano inoltre proficui centri di produzione per l'industria della pesca, edificando sulle acque marine enormi vasche per l'allevamento ittico.- Stabiae -
Castellammare di Stabia - Napoli - Sanniti, Etruschi, Magna Grecia - Scavi archeologici di Stabiae (Villa Arianna, Villa San Marco, secondo complesso, Villa del Pastore, Villa Petraro, Villa Carmiano, Villa Sant'Antonio Abate, Necropoli); Musei: Antiquarium stabiano.
- Suessa - (Sessa Aurunca) -
Città aurunca, che aderiva alla Pentapoli Aurunca. Nel 337 a.c. la postazione troppo esigua fu abbandonata in favore della zona dell'attuale centro storico di Sessa. Nel IV secolo a.c. venne conquistata dai Romani, che sconfissero anche la Pentapoli Aurunca, facendovi sorgere una colonia di diritto latino, Suessa. Nella II guerra punica (219-202 a.c.), però si rifiutò di fornire armi, soldati e denari a Roma e per questo venne punita, ma poi riabilitata ed elevata a "municipium" nel 90 a.c.. Durante la guerra civile si schierò al fianco di Silla prima e più tardi di Pompeo. È di questo periodo la cinta muraria in opus quadratum, con sei porte. Al tempo di Augusto Sessa ospitò una colonia di veterani classarii e si ampliò. Cesare distribuì le terre di Sessa fra i suoi veterani, per cui la città assume talvolta il nome di Colonia Julia Felix Classica Suessa.
- Tarracina - (Terracina) -
Un tempo chiamata Anxur in lingua volsca, posta forse sul sito dell'antica Amyclae o Amynclae. Dionigi di Alicarnasso narra che i suoi fondatori furono alcuni profughi di Sparta che si sarebbero stabiliti a Feronia, ai piedi del Monte Leano, dove poi sorse un luogo di culto dedicato a tale divinità. Secondo Tito Livio la città era già occupata dai romani già alla fine del VI secolo a.c., tanto che Tarquinio il Superbo avrebbe inviato coloni a Segni e a Circeii, per presidiare il mare.
Venne rioccupata dai Volsci, che le diedero il nome di Anxur, come riporta Plinio, poi. riconquistata dai Romani nel 406 a.c., e poi ancora nel 400 a.c., finchè vi fu dedotta nel 329 a.c. la colonia romana, che inizialmente prese il nome di "Colonia Anxurnas".
- Teanum - (Teano) -
Venne fondata nel IV secolo a.c. come capitale dal popolo italico dei Sidicini, facente parte degli Osci. Nel 340 a.c. i Sidicini furono alleati con i Latini e i Campani contro Roma, nella guerra latina.
Combattè prima con i Sanniti e poi con i Romani che però ebbero la meglio facendone un municipio romano (Teanum Sidicinum) con propria monetazione. Ottenne lo stato di colonia sotto Augusto.
Fiorì grandemente n questo periodo, edificando un anfiteatro, un foro, un teatro, templi e terme.
- Tibur - (Tivoli) -Combattè prima con i Sanniti e poi con i Romani che però ebbero la meglio facendone un municipio romano (Teanum Sidicinum) con propria monetazione. Ottenne lo stato di colonia sotto Augusto.
Fiorì grandemente n questo periodo, edificando un anfiteatro, un foro, un teatro, templi e terme.
TEMPIO DI ERCOLE A TIVOLI |
Fu un luogo celebre nell'antichità per la bellezza dei suoi edifici, per le splendide Villae d'otium, per gli Oracoli della sua famosa Sibilla, per la salubrità dell'aria, per lo splendido paesaggio e le numerose cascate che la decorano. Tivoli fu chiamata da Strabone città d'Ercole, Tibur Herculeum, e la disse dedicata ad Ercole.
Dal IV secolo a.c., terminate le battaglie con Roma in espansione, fu riconosciuta municipio romano con la Lex Iulia municipalis nel I secolo a.c., cosicchè Tivoli divenne sede di molte ville di ricchi romani, come testimoniano i numerosi resti. Quelle identificate sono attribuite a Orazio, a Cassio, a Publio Quintilio Varo, a Manlio Vopisco (i cui resti sono incorporati nell'attuale Villa Gregoriana) e la mirabile villa di Adriano, del II secolo d.c..
Sembra che i Volsci la chiamassero Velestrom, Anco Marzio, IV re di Roma, assediò Velitrae, che venne a patti con Roma con cui stipulò un'alleanza,in nome della quale la Gens Octavia, originaria di Velitrae, al momento del suo trasferimento a Roma all'epoca di Tarquinio Prisco, ottenne il riconoscimento della cittadinanza romana e i diritti politici.
Nel 510 a.c., cacciati i Re di Roma, la Lega Latina assieme agli Etruschi di Porsenna presero le armi per rimettere Tarquinio il Superbo sul trono. Anche i Volsci di Velitrae parteciparono a questa alleanza, ma anche quando i romani vinsero nella battaglia del Lago Regillo (499 a.c.) i Volsci continuarono le ostilità contro Roma. Così nel 494 a.c., il console Aulo Celiomontano marciò contro i Volsci, conquistò Velitrae, e vi pose una colonia romana.
- Venafrum - (Venafro) -
Oggi in territorio molisano, nel III secolo a.c. combattè aspramente contro Roma durante le Guerre Sannitiche. Nell'89 a.c. Venafrum, durante la Guerra Sociale, venne espugnata a tradimento dal frentano Mario Egnazio che fece strage di sei coorti romane. Anche Silla la rase al suolo. Nel gennaio del 49 a.c. Pompeo Magno venendo da Teano, vi fece sosta. Divenne Colonia romana sotto Augusto (Colonia Augusta Julia Venafrum), e recepì la caratteristica sistemazione urbanistica, parzialmente conservata nell'abitato attuale. In epoca romana vanta di una sviluppata economia con il rinomato olio, molto apprezzato anche da Marziale, che secondo la leggenda fu portato da Licinio il quale ne parla in molte sue opere.
Si crede fondata intorno al 740 a.c., dagli Eubei di Calcide che scelsero di approdare in quel punto perché attratti dal volo di una colomba o secondo altri da un fragore di cembali. Cuma diffuse in Italia la cultura greca, con l'alfabeto Calcidese, assimilato dagli Etruschi e dai Latini. Nel III libro dell'Eneide è scritto che Enea, se vorrà trovare la terra destinata al suo popolo, dovrà interrogare l'oracolo della sibilla Cumana (Eneide, III, 440-452) il cui antro ancora si conserva. I Cumani combatterono per difendersi dagli Etruschi di Capua, dagli Aurunci e dalle popolazioni interne della Campania, stabilendo il suo predominio su quasi tutto il litorale campano fino a Punta Campanella, ma nel 524 a.c. gli Etruschi di Capua formarono una lega con altre popolazioni, per riconquistare Cuma, però ebbero la peggio.
Tuttavia intorno al 421 a.c., venne conquistata dei Campani, finchè non subentrarono i romani che dettero a Cuma (nel 334 a.c.) la civitas sine suffragio. Quando, oltre un secolo dopo, Annibale tentò di conquistarla, essa gli si oppose infliggendogli una dura sconfitta. Da allora Cuma fu fedele alleata di Roma e diventò municipium. Nel 215 a.c., ai 300 cavalieri campani che avevano compiuto il servizio militare in Italia e si erano recati a Roma, venne concessa la cittadinanza romana e vennero iscritti nel municipio di Cuma. Durante le guerre civili Cuma fu una delle più valide roccaforti che Ottaviano oppose a Sesto Pompeo, ma dopo la vittoria di Ottaviano, essa diventò posto di riposo e di villeggiatura.
Tuttavia intorno al 421 a.c., venne conquistata dei Campani, finchè non subentrarono i romani che dettero a Cuma (nel 334 a.c.) la civitas sine suffragio. Quando, oltre un secolo dopo, Annibale tentò di conquistarla, essa gli si oppose infliggendogli una dura sconfitta. Da allora Cuma fu fedele alleata di Roma e diventò municipium. Nel 215 a.c., ai 300 cavalieri campani che avevano compiuto il servizio militare in Italia e si erano recati a Roma, venne concessa la cittadinanza romana e vennero iscritti nel municipio di Cuma. Durante le guerre civili Cuma fu una delle più valide roccaforti che Ottaviano oppose a Sesto Pompeo, ma dopo la vittoria di Ottaviano, essa diventò posto di riposo e di villeggiatura.