ECATE FURRINA |
Inoltre le era dedicato un boschetto sacro, il Lucus Furrinae, posto ai piedi del Gianicolo, presso il Pons Suplicius, dove si dovevano tenere i culti. Oggi vi sorge sull'area il giardino di Villa Sciarra, dove si trovava anche una fonte a lei dedicata. In questo bosco si era rifugiato Gaio Gracco perchè nella sacralità del luogo ogni essere vivente, uomo o animale, era inviolabile, ma si fece uccidere dal suo schiavo nel 121 a.c., quando capì che neppure il luogo sacro l'avrebbe protetto.
Dal momento che Furrina era associata con l'acqua e che i Furrinalia seguivano i Lucaria (festa dei boschi), ed i Neptunalia, gli studiosi hanno ipotizzato che le festività servissero a scongiurare la siccità. Ma non ha senso, perchè Furrina (o Furina) non era Dea della pioggia nè dei fiumi nè dei torrenti, ma bensì delle acque sotterranee e dei pozzi, ma pure delle sorgenti perchè erano acque sotterranee che uscivano alla luce.
Virgilio Varrone, che visse nella prima metà del I sec. a.c., riferisce che al suo tempo pochi ne conoscessero anche solo il nome. L'esatta natura della Dea si era già persa in epoca imperiale, tanto che cominciò a essere associata alle Furie sulla base della semplice assonanza del nome. Ma nello stesso periodo, documenti epigrafici attestano che la Dea cominciò ad essere nominata al plurale come Furrinae o nymphae Forrinae. Il che la attesta come Dea delle acque perchè le ninfe erano da sempre collegate soprattutto alle acque e alla vegetazione.
Dal momento che Furrina era associata con l'acqua e che i Furrinalia seguivano i Lucaria (festa dei boschi), ed i Neptunalia, gli studiosi hanno ipotizzato che le festività servissero a scongiurare la siccità. Ma non ha senso, perchè Furrina (o Furina) non era Dea della pioggia nè dei fiumi nè dei torrenti, ma bensì delle acque sotterranee e dei pozzi, ma pure delle sorgenti perchè erano acque sotterranee che uscivano alla luce.
Cicerone nel suo De Natura Deorum (Libro III, XLVI) scrive:
« Se consideri Latona una Dea come puoi non fare altrettanto per Ecate che è figlia di Asteria, una sorella di Latona? È dunque una Dea anche costei? Si direbbe di sì, dal momento che in Grecia abbiamo visto altari e templi a lei consacrati. E se costei è una Dea, perché non dovrebbero esserlo anche le Eumenidi? E se lo sono le Eumenidi, che in Atene hanno un tempio ad esse consacrato e qui da noi - per quanto io penso di poter ritenere - il bosco di Furina, sono Dee anche le Furie, osservatrici e punitrici dei delitti e delle scelleratezze. »
« Se consideri Latona una Dea come puoi non fare altrettanto per Ecate che è figlia di Asteria, una sorella di Latona? È dunque una Dea anche costei? Si direbbe di sì, dal momento che in Grecia abbiamo visto altari e templi a lei consacrati. E se costei è una Dea, perché non dovrebbero esserlo anche le Eumenidi? E se lo sono le Eumenidi, che in Atene hanno un tempio ad esse consacrato e qui da noi - per quanto io penso di poter ritenere - il bosco di Furina, sono Dee anche le Furie, osservatrici e punitrici dei delitti e delle scelleratezze. »
Furrina infine, per assonanza del nome, venne assimilata ad Aleto, una delle Erinni, o Furie che dir si voglia. Comunque il suo triangolo sacro la svela come Dea Ctonia, cioè delle profondità dell'Ade, l'antica Dea Trina che dà la vita, il nutrimento e la morte.
FURRINA COME FURIA
In qualità di Dea distruttrice, colei che dà la morte, venne fatta corrispondere, per semplice assonanza alle Furie greche, o Erinni, e precisamente ad Aletto, la persecutrice dei crimini, protettrice dell’ordine sociale e della giustizia.
LA DEA DELLA MORTE |
I romani avevano un sacro timore dei culti ctonii, tanto è vero che quando si apriva il tempio del Mundus, scoprendo il suo altare dedicato agli Dei inferi, Roma cadeva nel lutto: niente feste, niente matrimoni, niente cause in tribunale, niente mercati.
Il fatto poi che le venne conservato il flamine, onore concesso a pochi Dei del pantheon romano, dà la misura della sua importanza. Non a caso venne assimilata a Ecate Dea della Magia e degli Inferi.
I romani non erano ostili ai Sacri Misteri, che non cercavano proseliti e non divulgavano nulla. Erano un popolo multirazziale e multi cultuale, accettavano tutte le razze e tutti culti, purchè non minassero l'ordine sociale.
Ora si dice che Furrina venisse dal suono dell'acqua che scorre, altri dalle Furie, ma Furrina è Dea italica, e sicuramente collegata al verbo "furere" che alludeva alla furia.
Ora si dice che Furrina venisse dal suono dell'acqua che scorre, altri dalle Furie, ma Furrina è Dea italica, e sicuramente collegata al verbo "furere" che alludeva alla furia.
Ma si trattava di quella sacra, inebriante, come quella delle Baccanti, significava entrare nell'ardore della battaglia o nell'ardore sessuale, insomma fuori dagli schemi mentali. Era un lasciare inebriarsi della Dea per farsi possedere
dal suo folle ardore.
La Dea, come Ecate, venne associata:
- Ai crocevia, essendo le sacerdotesse deputate alle direzioni e ai punti cardinali da loro creati e scoperti onde favorire i viaggi ma soprattutto la navigazione.
- Ai portali di ingresso, alle case, alle strade agli edifici, perchè la Dea presiedeva ai passaggi, soprattutto quelli della vita e della morte.
- Al fuoco, per il focolare familiare, per le torce che illuminano la notte e per il fuoco sacro trasformatore. Ma soprattutto fu la Dea delle due torce, quella in alto accesa che annuncia la vita, e quella in basso spenta che annuncia la morte.
- Alla magia, consumata nell'ombre dei boschi o nella notte rischiarata dalla luna.
- Alle pozioni curative, estratte dalle erbe e dai minerali, poichè nelle campagne erano le donne a conoscere e utilizzare le erbe medicinali.
- All'interrogazione dei morti per ottenere responsi.
Le venivano sacrificati dei capretti neri e si mangiava e beveva fino al tramonto, dopodichè tutto finiva e ci si rinchiudeva dentro casa compiendo riti e scongiuri domestici atti ad allontanare il mondo dei morti. Viceversa era in questa notte che le maghe, o streghe che fossero, compivano i loro riti magici per mettersi in contatto coi morti ed avere responsi.