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VIA LAURENTINA

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ANTICA VIA LAURENTINA
"Roma, un tratto dell'antica Laurentina riemerge dal cantiere per il distributore. Verrà reinterrata per far posto a un distributore di benzina che ovviamente distruggerà o alienerà ogni bene del sottosuolo. L'antica Laurentina, larga 6-8 metri, che seguiva il percorso dell'attuale via di Decima, per poi penetrare all'Eur e dirigersi verso il centro, è stata lungamente studiata e in alcuni tratti anche scavata. Nel 2011 gli archeologi hanno esplorato un tracciato di poco meno di 300 metri, che corre quasi parallelo a Via di Decima e si congiunge al tratto scoperto su via dell'Acqua Acetosa Ostiense.
"Ora concluderemo gli studi, per cercare di capire se accanto alla strada scoperta vi sono altri reperti, come necropoli o cave - conclude Buccellato - anche se un tratto interessato da arterie stradali così imponenti è ormai occupato dalla città moderna. D'altronde a Roma, se scavi, trovi". In centro e in periferia, che siano strade, ville, o sarcofagi romani."

(R.it - Arianna Di Cori)

NECROPOLI DI VIA LAURENTINA

RODOLFO LANCIANI

A San Paolo alle tre Fontane sulla via Laurentina nel lavoro dell'orto dei Trappisti venne alla luce un cippo di marmo, che nella parte superiore è decorato di un busto femminile entro la nicchia: ai lati è scolpito un albero con frutta, simile alle mele, ma che non ho potuto ben discernere. L'iscrizione incisa nella fronte, è scolpita pure nel lato postico :
D • M
SVLPICIA • PALES
TRICE • ET • Q_- SVL
PICIVS • B ASILIS
C VS • FECERVNT
SVPICIAE • AC TE
FILIAE-PIENTISSIMAE
ET . SIBI
Quella ripetuta di dietro, la quale doveva riguardare il sepolcro, mentre quella dinanzi prospettava la via, differisce solo nella disposizione dei versi :
D . M
SVLPICIA • PA
LESTRICE-ET
Q^SVLPICIVS
BASILISCVS
FECERVNT
SVLPICIAE-ACTE
FILI AE
PIENTISSIMAE
ET-SIBI

NECROPOLI VIA LAURENTINA

VIA LAURENTINA

L'attuale via Laurentina era l'antica strada che, corrispondendo a via delle Tre Fontane, procedeva oltre la Chiesa di San Paolo alle Tre Fontane (Ad aquas salvias, dove sorgeva un tempio alla Dea Dia di cui rimane l'altare dedicato), passava per la località di Monte Migliore (circa al ventunesimo km di via Laurentina), e giungeva fino ad Ardea.

Secondo Dionigi di Alicarnasso, Ardea fu fondata da Ardeas, figlio di Odisseo e Circe. Un'altra leggenda fa risalire Ardea, nel XV secolo a.c. a Danae, figlia del re di Argo, che dopo la nascita di Perseo da Zeus, sarebbe giunta sulle coste laziali e avrebbe sposato il rutulo Pilumno. Insieme decisero di fondare una nuova città sulla ripida rupe tufacea, scoperta risalendo il fiume.

Ovidio invece riferisce l'origine del nome di Ardea all'alzarsi in volo di un airone cenerino (ardea cinerea) dopo l'incendio e la distruzione della città ad opera di Enea, vittorioso sul re rutulo Turno, figlio di Dauno, a sua volta figlio di Danae e di Pilumno.

ALTARE DELLA DEA DIA ALLE TRE FONTANE
«Turno muore. Ardea cade con lui, città fiorente finché visse il suo re. Morto Turno, il fuoco dei Troiani la invade e le sue torri brucia e le dorate travi. Ma, poi che tutto crollò disfatto ed arso, dal mezzo delle macerie un uccello, visto allora per la prima volta, si alza in volo improvvisamente e battendo le ali, si scuote di dosso la cenere. Il suo grido, le sue ali di color cenere, la sua magrezza, tutto ricorda la città distrutta dai nemici. Ed infatti, d'Ardea il nome ancor gli resta. Con le penne del suo uccello Ardea piange la sua sorte»
(Ovidio, Metamorfosi, XV.)

Giunta ad Ardea, la Laurentina proseguiva nella diramazione della attuale via di Trigoria, nota in passato come via di Pratica, cioè di Pratica di Mare, l'antica Lanuvium. Ora trigoria dovrebbe derivare o dal latino "tres gores" (tre fiumi, però in zona questi tre fiumi non ci sono mai stati.), oppure dal greco Τρι-οδια (Trivium), oppure da Trigonia, triangolata, o Triplice, o Trinitaria, o Trinità.Il significato è lo stesso, è la Grande Madre Natura, la Grande Dea che dà la vita, il nutrimento e la morte. Esisteva tra i romani il culto della Venere Trivia, ma anche della Ecate Trivia, si sa che ai trivi venivano collocati i santuari della ierodulia, la prostituzione sacra.
Dall'antica Via Trigoria la via Laurentina giungeva presso Laurentum, da cui il nome della via.

PORTA NEVIA
Nella Tavola Peutingeriana l'unica via che collega Roma con Laurento è una via priva di denominazione della lunghezza di XII miglia (km 17,7 ca.). Considerando che la Tavola nel suo impianto originario risale al I secolo a.c., la riproduzione della via senza nome potrebbe far pensare o ad un asse viario composto da più tratti, o ad un tracciato viario ormai in disuso, soppiantato in parte nei primi secoli dell'era cristiana dal tracciato attuale, definito da Ashby come un diverticolo che collegava l'Ostiense con la Laurentina antica (forse nei pressi di Tor Pagnotta, situata tra le vie Laurentina e Ardeatina), per raggiungere il santuario della Dea Dia alle Acque Salvie.

Rodolfo Lanciani ad inizio secolo XX nel suo studio sulle antichità del territorio laurentino, avvalorando le ricerche fatte da Pietro Rosa, nel sostenere che la strada dovesse procedere in modo pressoché rettilineo e radiale rispetto alle mura serviane, non spiega perchè la via Laurentina, invece che dalla porta Raudusculana dovesse uscire insieme alla Ardeatina dalla Porta Naevia, costringendola a percorrere un'ansa verso est per farla ricongiungere alla attuale Laurentina al VI miglio nei pressi dei ritrovamenti archeologici identificati come il sito dei rituali dei Terminalia, ed allungarne il percorso rispetto alla lunghezza data da Plinio.

BASOLATO ROMANO DELLE ACQUE SALVIE
Numerose citazioni di Cicerone, Plinio il Giovane e Simmaco che rispetto a questa parte del suburbio di Roma scrivono di ville e possedimenti lungo la Via Ostiense, riportando nomi di proprietari famosi o sconosciuti, a cui si possono aggiungere quelli tramandatici dalla documentazione epigrafica su cippi e da tubazioni plumbee.

Il nome della via Laurentina scompare dopo il V secolo per ricomparire solo nel XVI secolo nella cartografia dell'agro romano attribuendolo a diramazioni dalla via per Ostia. 

Appare inoltre discutibile attribuire la medievale località di Ponte o Castel di Decimo (oggi Decima), sorto nei pressi di un sito pre-romano, alla via Laurentina; perchè il miliario rinvenuto dovrebbe dovrebbe indicare la distanza tra questa e la Porta S. Paolo sulla via Ostiense, abbandonandola all'altezza di via di Decima per percorrerla fin quasi al limitare dell'ager laurentinus, e incorporando parte della numerazione dell'Ostiense, ipotesi che non concorda con Plinio il Giovane che distingue invece le due vie, per cui la strada che collegava a Laurentum, traversasse territori a lei ostili e non ancora sotto il suo controllo.

Sembra che la Via Laurentina sia quella che portava fuori dalla Porta Ardeatina delle Mura Aureliane e andava direttamente a Tor Paterno, mentre la strada che dalla Via Ostiense al terzo miglio, e poi da Decimo a Lavinio (Pratica), che traversa l'altra strada ad angolo retto non lontano dalla sua destinazione (la Laurentina che corre SW e quella di Lavinium SE) può per comodità essere chiamata Lavinatis, anche se questo nome non si verifica in tempi antichi. 

La fondazione di Lavinium è attribuita ad Enea (mentre Laurentum era la primitiva città di re Latino), che la chiamò in onore di sua moglie Lavinia. Lavinium è raramente menzionato nella storia romana e spesso confuso con Lanuvium o Lanivium nel testo sia degli autori che delle iscrizioni. L'usanza con cui i consoli, i pretori o i dittatori sacrificati sul Monte Albano e l Lavinio ai Penati e a Vesta, prima che entrassero in carica o partiti per la loro provincia, sembra fosse consueto nell'antichità. 

Sulla Lavinatis, al di là di Decimo, sono state trovate due pietre miliari, una di Tiberio (42 a.c. 37 d.c.), l'altra di Massenzio (278-312), ognuna con il numero II; e più avanti, a Capocotta, tracce di antichi edifici e un'importante iscrizione sepolcrale di un capo ebreo di una sinagoga sono venuti alla luce. 

Che la Via Laurentina fosse vicino alla Via Ardeatina è chiaro dal fatto che lo stesso appaltatore era responsabile di entrambe le strade. Laurentum era accessibile anche da un ramo della Via Ostiense all'ottavo miglio (a Malafede ) che conduceva davanti a Castel Porziano, che è identico all'antico Ager Solonius (nel quale, ci dice Festus, era situato il Pomonal o sacro boschetto di Pomona ) e che in seguito appartenne a Gaio Mario.

NECROPOLI VIA LAURENTINA

Via Laurentina-Severiana

Una via omonima, riutilizzata forse poi nel percorso della via Severiana, doveva collegare Ostia antica mediante la porta Laurentina, posta al termine del tratto meridionale del cardine massimo, con la medesima località di Laurentum distante circa 8 miglia (Km 14,4 ca.). La via Severiana era l'antica strada romana che congiungeva Portus (Fiumicino) con Terracina. Edificata nel 198 d.c. dall'imperatore Settimio Severo (146-211 pertanto severiana), che collegò e lastricò semplicemente pezzi di strade preesistenti lungo il percorso della costa laziale.


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