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IL TESORETTO DI COMO

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Monete d'oro romane, Bonisoli: 'Ritrovamento epocale'
(Fonte)

Eccezionale ritrovamento a Como nel corso di alcuni scavi in vista della costruzione di palazzine: trovato un 'tesoretto' di 300 monete d'oro romane, per il ministro Bonisoli è un evento epocale:
"Per me questo è un caso più che eccezionale è epocale, uno di quelli che segna il percorso della storia" ha detto il ministro dei Beni Culturali, Alberto Bonisoli, nella conferenza stampa di presentazione, a Milano, del ritrovamento delle monete d'oro di epoca romana avvenuto a Como.

"Non siamo ancora in grado di capirlo, ma è un messaggio che ci arriva dai nostri antenati".
All'interno dell'anfora trovata a Como non solo monete, forse anche un lingotto che deporrebbe per il deposito di una cassa pubblica, difficilmente di un privato.

All'interno, infatti, sono stati individuati almeno altri tre oggetti. Lo hanno spiegato gli archeologi della Soprintendenza della Lombardia a Milano, a una conferenza stampa alla quale ha partecipato anche il ministro dei Beni Culturali, Alberto Bonisoli. 

"Di certo abbiamo intravisto una barretta d'oro - ha spiegato una funzionaria - e altri due oggetti
Ma al momento nel microscavo abbiamo rimosso solo il primo strato di 27 monete da circa 4 grammi d'oro, coniate nel periodo degli imperatori Onorio, Valentiniano III, Leone I e Livio Severo, quindi non collocabili oltre il 474 d.c. Un lingotto deporrebbe sicuramente per un deposito di una cassa pubblica, poco probabile un privato".


La zona del ritrovamento del tesoro non riguarda scavi archeologici, ma un cantiere moderno: il cantiere della Officine Immobiliari Srl di Como, una ditta privata che sta trasformando l’ex teatro Cressoni dismesso negli anni 90 in un complesso residenziale, si trova in un’area molto vicina a quello che era il foro di Comum, la Como romana.
Gli scavi, realizzati con l’aiuto di pompe idrovore per risolvere il problema dell’acqua di falda, hanno portato alla luce un edificio di funzione ignota e di epoca tardoantica, fabbricato con pezzi di reimpiego, tra cui alcune epigrafi di epoca imperiale.

In uno di questi vani dell'edificio, poggiato sopra uno strato in cocciopesto (che i romani utilizzavano per impermeabilizzare pavimenti o pareti), nel livello più antico finora individuato nello scavo, era poggiato un boccale con coperchio in pietra ollare grigia, proveniente dalle Alpi Centrali, con una strana forma. Infatti il vaso presenta un’ansa quadrangolare ed è più largo alla base e più stretto sul collo.


La pietra ollare viene di solito lavorata in un solo blocco in forme cilindriche o eventualmente anche troncoconiche, ma con l’orlo più largo rispetto alla base. Questo permette di ridurre al minimo lo scarto e di ottenere più forme da uno stesso blocco. Quindi una lavorazione come quella del nostro recipiente, che prevede una grande quantità di scarto, è pensabile solo per oggetti estremamente preziosi.

Non sappiamo quante monete contenga di preciso il boccale, però sappiamo che sono state tutte riposte con cura e non abbandonate in fretta come capita in altri ripostigli. Probabilmente sono state impilate, un po’ come fanno anche le banche di oggi, forse entro rotoli di stoffa o altro materiale deperibile che ora non c’è più e che si potrà forse dedurre dallo scavo stratigrafico in miniatura dell’olla, da analizzare millimetro per millimetro.

La Facchinetti ha avanzato l’ipotesi che possa trattarsi di una cassa pubblica sotterrata in un momento di pericolo. Un’idea suggestiva che dovrà però essere chiarita dalle indagini future.
Comunque il ministro Bonisoli, ha annunciato che il tesoretto appartiene alla città in cui è stato trovato, e cioè a Como.

IL RITROVAMENTO


CHI NE USUFRUISCE

La legge parla chiaro: l'operaio che ha trovato materialmente il tesoro di monete d’oro in via Diaz potrebbe diventare ricco. La legge gli assegna infatti un quarto del valore del ritrovamento. Allo stesso modo, un altro quarto dovrà essere corrisposto ai proprietari del terreno, mentre lo Stato tratterrà per sé il 50%.

Il premio può essere «corrisposto in denaro o mediante rilascio di parte delle cose ritrovate».
Una volta stimate le monete, insomma, lo Stato potrà decidere se pagare o dare una parte del tesoro ai proprietari dell’area e a chi ha scoperto l’anfora.



LA SORPRESA (settembre 2018)
(Fonte)

Già estratti dal vaso e catalogati 275 pezzi. Confermata anche la presenza di gioielli e di un lingotto: a una settimana dalla clamorosa scoperta di via Diaz, l’entità del prezioso rinvenimento nelle fondazioni dell'ex Teatro Cressoni va molto probabilmente rivista al rialzo.

Il soprintendente ai beni archeologici Luca Rinaldi, da cui dipende lo studio dei reperti, ancora non vuole dare cifre, ma si sbilancia in una previsione: «Il tesoro di Como potrebbe essere superiore a quello sensazionale di Sovana», più di 400 monete d’oro trovate nel 2004 nelle fondazioni della chiesa di san Mamiliano nel piccolo borgo in piena Maremma.

«A meno di non trovare grossi oggetti sul fondo della pentola - dice ancora Rinaldi - la massa di monete ancora da tirar fuori è tale da far supporre un quantitativo notevole. Peraltro l’epoca è la stessa di Sovana, il V secolo dopo Cristo, identici gli imperatori che troviamo in effigie».

A una settimana dalla scoperta, prosegue dunque spedita la catalogazione delle monete e degli oggetti in oro rinvenuti all’interno della pentola in pietra ollare. Siamo a quota 275 soldi estratti e fotografati.




ADDIRITTURA SI PARLA DI MILLE MONETE (marzo 2019)

E non solo. "Oltre alle 1000 monete erano stati inseriti nel vaso alcuni oggetti in oro: un frammento di barretta, tre orecchini e tre anelli con castone”. Le attività di studio e catalogazione si svilupperanno, sotto la direzione della dottoressa Grazia Facchinetti, esperta in numismatica della Soprintendenza.

«La Soprintendenza sta lavorando su più fronti– ha dichiarato il Soprintendente Luca Rinaldi – per consentire di presentare il tesoro al pubblico in tempi ragionevoli anche in collaborazione con il Comune di Como e il Museo Archeologico “Paolo Giovio”».


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