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VIA CASSIA

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IL PERCORSO DELLA CASSIA
La via Cassia fu un'importante via consolare romana che congiungeva Roma a Florentia (Firenze) poi prolungata sino alla via Aurelia passando per Lucca e Pistoia. Era l'unica delle strade che partono da Roma il cui chilometraggio non iniziava dal Campidoglio ma da Ponte Milvio.

Poichè infatti uscendo dalle Mura Serviane da Porta Fontanalis, per un lungo tratto era comune con la via Flaminia da cui si separava dopo Ponte Milvio, la sua distanza venne presa non dal "miliarum aureum" ma dal suo distacco dalla Flaminia a ponte Milvio. Dalla etrusca via Clodia si separava invece al IX miglio, all'altezza dall'attuale "La Storta".

Non vi è certezza sul curator o console che le diede il nome. Di certo un Cassio, e forse il censore Cassio Longino;del 154 a.c. (Livio, Periochae ab Urbe condita libri, 48.2.), oppure il senatore Cassio Longino, console del 127 a.c., ma è più accreditato il primo.

PONTE MILVIO
Inizialmente venne realizzata fino a Clusium - ad fines Clusinorum (Chiusi), al suo inizio collegando e riunendo vari percorsi etruschi preesistenti come ad esempio la Via Veientana, ma venne in breve prolungata fino a Florentia (Firenze), da cui si aprivano diverse vie per il passaggio dell’Appennino.

Infine venne ulteriormente sistemato il prolungamento che, passando per Lucca, portava a ricongiungersi con l'Aurelia, ma il suo ruolo principale fu di connessione rapida tra Roma e Firenze.

Infatti per strade di interesse militare progettate per trasferimenti a lunga distanza, come la Cassia, i Romani procedevano in linea retta, senza curarsi delle località preesistenti, ricorrendo a "tagliate", per ridurre i dislivelli, nonchè a ponti su corsi d'acqua o su terraferma. Le tecniche romane erano molto più avanzate di quelle etrusche e furono i primi a realizzare i ponti con gli archi in muratura.


Da Roma la Cassia toccava: 
- Veio, 
- Sutri, 
- Forum Cassi (Vetralla) per poi entrare nell'Etruria meridionale (Tuscia), toccando 
- Castrum Viterbii (Viterbo), 
Mons Flascun (Montefiascone negli Annales Stadenses, itinerario dell'abate Alberto di Stade tra il 1230 - 1240)
- Volsini (Bolsena sul lago di Bolsena)
CIPPO MILIARIO DELLA VIA CASSIA
- Nel percorso più antico portava a poi Urbs Vetus (Orvieto, città etrusca di Velzna)
- e di lì a Clusium (Chiusi)
- Nel percorso più recente, invece, portava direttamente da Bolsena a Clusium, 
- poi a Cortona 
- e infine ad Arretium (Arezzo).
- Poi per i rapidi spostamenti di truppe verso la Cispadania venne prolungata fino a Florentia (Firenze), 
- passando per Cortona e Arretium (Arezzo), 
- per Luca (Lucca) 
- Pistoria (Pistoia), 
- valicava il Monte Magno
- raggiungeva Campus Maior (Camaiore) 
- Pietrasanta 
- Taberna Frigida (Massa), castrum romano del IX secolo munito dell'Hospitalium di San Leonardo al Frigido, per accogliere i viandanti che percorrevano la Via Francigena,
- arrivava a Luni dove si congiungeva all'Aurelia. 

La Cassia costituì una via ulteriore alle vie consolari Aurelia o la Flaminia, per le comunicazioni verso nord, essendo intermedia tra via Aurelia che corre lungo la costa tirrenica, e la via Flaminia, che si congiungeva alla via Emilia ad Ariminum (Rimini) e quindi per il nord d'Italia.

TOMBA DI NERONE

LA TOMBA DI NERONE

Già all'inizio della via, verso il X km, nella parte ora all'interno della città, si trova la cosiddetta Tomba di Nerone, che dà anche il nome alla zona, benché il sarcofago sul ciglio della strada, poco prima del km 10, contenga in realtà i resti di Publio Vibio Mariano (funzionario imperiale nativo di Tortona) e di sua moglie Regina Maxima.

Venne detto Tomba di Nerone dopo che papa Pasquale II nel XII secolo ordinò di abbattere la vera tomba di Nerone, il sepolcro dei Domizi, ubicata dove ora sorge Santa Maria del Popolo. Si dice che vedendo dei corvi volteggiare nei pressi del sepolcro ed in base a riscontri cabalistici il Papa avesse dedotto che Nerone si sarebbe reincarnato nell’Anticristo di cui narra Giovanni nell’Apocalisse, decidendo di farlo abbattere.

In realtà il cristianesimo non credeva alla reincarnazione ma avversò qualsiasi ricordo o affezione del passato romano, non a caso venne deposta la presunta urna di Giulio Cesare, la palla che sta al Palazzo dei Conservatori, perchè i pellegrini del Vaticano andavano là ad omaggiare il grande generale di Roma.

Infatti il popolo romano, che ancora amava la figura dell' Imperatore Nerone, forse per i sontuosi spettacoli che aveva sempre offerti al popolo, era solito portare i fiori alla tomba il 9 Luglio, anniversario della morte di Nero. Così il Papa ordinò di distruggere il monumento. La cosa però dispiacque molto al popolo che manifestò contro il capo della Chiesa con molto vigore.

Allora, per placare il malcontento popolare, venne artatamente diffusa la voce che le ceneri fossero state traslate in un mausoleo sulla Cassia, abbastanza lontano per sperare che cessasse la tradizione di portare i fiori sulla tomba al 9 di Luglio. La speranza però restò disillusa, perchè i romani affrontarono il viaggio continuando ad omaggiare l'imperatore, e la cosa si protrasse talmente che ancora oggi la località che ospita il sepolcro si chiama "Tomba di Nerone".

Sotto Traiano le condizioni della strada erano già deteriorate per cui l'imperatore scelse di edificare un tratto ex novo tra Volsinii Novi e Clusium, chiamata Via Traiana Nova, continuando per un tratto in comune con la Via Cassia (che in origine attraversa, senza bypassare, la rupe di Orvieto) ed evitando di attraversare alle Colonnacce, dirute, la valle alluvionale del Fiume Paglia, attraverso un percorso più corto e diretto.

PARCO DI VEIO

LA DECADENZA

Dopo la caduta dell'impero romano d'occidente e le prime invasioni barbariche, l'Etruria venne divisa tra Longobardi e Bizantini e la Cassia rimase come un corridoio serrato tra i possedimenti longobardi, che posero sotto controllo parte del territorio di Vico e Bolsena. Il longobardo Liutprando cedette questa zona alla Chiesa, costituendo il Patrimonio di San Pietro in Tuscia. 

Poco tempo dopo i Franchi subentrarono ai Longobardi, Carlo Magno ampliò ancor di più i possedimenti della Chiesa, e la Cassia divenne la Via Francigena, da cui giungevano i pellegrini dalla Francia (Lotaringia).


BIBLIO

- La via Cassia. Sopravvivenza di un’antica strada con note per un’escursione tra Sutri e Bolsena - Arnod Esch - Roma nel Rinascimento.
- Strade romane, di Romolo A. Staccioli, L’Erma di Bretschneider, 2010.
- L. Quilici, S. Quilici Gigli, Architettura e pianificazione urbana nell'Italia antica - L'Erma di Bretschneider -1997.
- R. Knobloch, - Il sistema stradale di età romana: genesi ed evoluzione.
- Le strade dell'Italia romana, Touring Club Italiano, Milano, 2004.

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