ROMOLO QUIRINO |
Il 5 Luglio del 716 a.c. è la presunta data (alcune fonti indicano il 7 luglio) della morte di Romolo, gemello di Remo, fondatore e primo Re di Roma. La leggenda racconta che dopo la morte Romolo viene assunto in cielo durante una tempesta ed un’eclissi, avvolto da una nube, nei pressi del Campo Marzio.
I Romani lo proclamano Dio (con il nome di Quirino, figlio di Marte, Re e “Pater” di Roma). Probabilmente il 5 muore e il 7 viene proclamato Dio e gli si pone un culto nel tempio già esistente del Dio Quirino, già venerato all'epoca dai sabini.
Tito Livio, nella sua “Ab Urbe condita”, riporta il racconto del compagno di Romolo, Proculo Giulio, alcuni giorni dopo la sua morte:
“Stamattina o Quiriti, verso l’alba, Romolo, padre di questa città, è improvvisamente sceso dal cielo e apparso davanti ai miei occhi. […] Va e annuncia ai Romani che il volere degli Dei è che la mia Roma diventi la capitale del mondo. Che essi diventino pratici nell’arte militare e tramandino ai loro figli che nessuna potenza sulla Terra può resistere alle armi romane”.
Ovidio, come Festo e Varrone, ce ne tramanda il mito:"Mentre Romolo, per passare in rassegna l'esercito, teneva un'assemblea nel capo presso la palude delle Capre, all'improvviso una tempesta levatasi con grande fragore di tuoni avvolse il re con una nuvola così densa che tolse la sua vista all'assembea; poi Romolo non fu sulla terra.
Quando, dopo una così torbida giornata, una luce limpida e serena apparve, i giovani romani, abbandonati al terrore, videro il trono vuoto; ma poiché i patrizi, che si erano trovati vicinissimo, affermarono che Romolo era stato trascinato in aria dalla tempesta, (la gioventù) afflitta mantenne il silenzio per molto tempo.
Poi tutti quanti salutarono Romolo, dio disceso dagli dei, re e fondatore della città di Roma; implorano con preghiere la pace, e che benevolo protegga la sua stirpe in ogni tempo. La spartizione dei resti fu un atto rituale per riconsegnare il potere di Romolo-Marte ai Quiriti che con lui avevano dato vita all’Urbe."
I TEMPLI
Il più antico santuario di Quirino è la rupe più alta del colle Quirinale, che del resto dal Dio Quirino prende il nome. Successivamente gli fu costruito un tempio presso la porta Quirinale e poi un altro nel 293 a.c., dedicato da Lucio Papirio Cursore, nel quale era conservato il trattato fra Roma e Gabii scritto su una pelle di bue che copriva uno scudo.
Il tempio fu restaurato da Augusto nel 16 a.c. e il giorno della dedica, il 29 giugno, divenne la nuova festa di Quirino. Secondo la tradizione, Tito Tazio gli aveva dedicato un sacello sul Campidoglio, poi sostituito col tempio di Giove capitolino al tempo di Tarquinio il Superbo.
IL PRESUNTO SARCOFAGO E L'ARA |
LA TOMBA DI ROMOLO
Nel Comizio, presso l’angolo nord-ovest del Foro Romano, dove si riuniva l’antica assemblea delle curiae, si conservava il santuario di Vulcano, poi coperto di pietra nera (il lapis niger), dove Romolo sarebbe stato fatto a pezzi dai senatori. Secondo un'altra tradizione che risale a Varrone, la tomba di Romolo sarebbe prossima all'altare di Vulcano.
Molti studiosi propendono per il cenotafio di Romolo, cenotafio in quanto monumento sepolcrale privo dei resti mortali di Romolo che, come è noto da varie fonti storiche, fu ucciso e smembrato dai senatori proprio in questa zona del Foro.
Proprio qui è stata rinvenuta in scavi recenti una piccola cassa e un cilindro (un’ara?) in tufo grigio che sono stati interpretati come la tomba-santuario del primo re. A suo tempo l'archeologo Giacomo Boni, tra fine XIX e inizio XX secolo, dimostrò che il luogo dove si riunivano le curiae risaliva effettivamente all’epoca regia e annunciò:
“Sotto a questo ossario, a m. 3.60 dal nucleo della gradinata, trovasi una cassa o vasca rettangolare in tufo, lunga m. 1.40, larga m 0.70, alta m. 0.77, di fronte alla quale sorge un tronco di cilindro del diametro di m. 0,75. La cassa di tufo conteneva ciottoli, cocci di vasi grossolani, frammenti di vasellame campano, una certa quantità di valve di pectunculus e un pezzetto di intonaco colorito di rosso”.
“Sotto a questo ossario, a m. 3.60 dal nucleo della gradinata, trovasi una cassa o vasca rettangolare in tufo, lunga m. 1.40, larga m 0.70, alta m. 0.77, di fronte alla quale sorge un tronco di cilindro del diametro di m. 0,75. La cassa di tufo conteneva ciottoli, cocci di vasi grossolani, frammenti di vasellame campano, una certa quantità di valve di pectunculus e un pezzetto di intonaco colorito di rosso”.
All’inizio della Repubblica (inizio V secolo a.c.), il Comizio era stato trasformato in una piccola piazza triangolare, con la base verso il Foro e il vertice verso un’altura alla pendice del Campidoglio, sulla quale sorgeva la prima Curia (Hostilia). Ai tre lati avevano basse piattaforme con muri in blocchi di tufo.
Su una piattaforma il santuario di Vulcano, e vicino ai Rostra, gli speroni delle navi latine sconfitte nel 338 a.c. ad Anzio, doveVarrone poneva la tomba di Romolo. Sulla seconda (Graecostasis) prendevano posto gli ambasciatori stranieri presenti a Roma. Sulla terza il pretore amministrava la giustizia. La cassa con cilindro si trova all’interno della pedana del Tribunal.
Il sarcofago che molto probabilmente appartiene al primo re di Roma, dovrebbe risalire al al VI secolo a.c., misura circa 1,40 metri di lunghezza ed è realizzato con il tufo del Campidoglio. Ma non si sa ancora se cassa e cilindro siano pertinenti alla tomba di Romolo o a un altro monumento del Tribunal connesso dalle fonti all’augure Atto Navio.
Il sarcofago che molto probabilmente appartiene al primo re di Roma, dovrebbe risalire al al VI secolo a.c., misura circa 1,40 metri di lunghezza ed è realizzato con il tufo del Campidoglio. Ma non si sa ancora se cassa e cilindro siano pertinenti alla tomba di Romolo o a un altro monumento del Tribunal connesso dalle fonti all’augure Atto Navio.
Il sarcofago è stato scavato nel tufo del Campidoglio e dovrebbe pertanto risalire al VI sec. a.c. Il contesto al di sotto della scalinata di accesso alla Curia, realizzata negli anni ’30 del secolo scorso da Alfonso Bartoli, risulta preservato per il suo stesso significato simbolico dalla sovrastante Curia e coincide con quello che le fonti tramandano essere il punto post rostra (dietro i Rostra) dove si colloca la sepoltura di Romolo (secondo la lettura di un passo di Varrone da parte degli Scoliasti di Orazio, Epod. XVI).
Dice l'archeologa Russo:
“Con grande emozione lo scavo ha portato al rinvenimento del vano ipogeo così come l’aveva descritto Boni, intatto, dietro una tamponatura in mattoni risalente al restauro della Curia degli anni 30 del 1900 di Alfonso Bartoli.
Con nostra sorpresa, abbiamo constatato che lo stesso Bartoli aveva risparmiato il vano ipogeo costruendo dei pilastrini in mattoni e un solaio in travi di ferro e tavelloni forati. Tutto il vano e l’area del portico della Curia sono stati documentati attraverso un rilievo in Laser scanner in 3D. Sul fondo è visibile il sarcofago in tufo del Campidoglio, cava tra le più antiche di Roma.
Accanto un elemento circolare sempre in tufo del Campidoglio. Sui lati sud e ovest sono visibili blocchi di tufo grigio o cappellaccio.
Lo scavo archeologico riprenderà alla fine di aprile. Inoltre, grazie a Bartoli che ha lasciato una breve nota pubblicata nel volume postumo del 1963 e grazie a disegni di archivio sono state individuate due botole nella Curia, in asse con il vano ipogeo, che doveva essere più ampio di quello che oggi noi vediamo in quanto tagliato dalle fondazioni della Curia Iulia di età cesariana.
Nelle botole infatti sono visibili una serie di blocchi monumentali in tufo, forse appartenenti alla parete di chiusura del vano ipogeo. Allo stato attuale possiamo affermare che il sarcofago e l’elemento cilindrico collocati sul piano di calpestio del piano ipogeo sono in quota, e, dunque, probabilmente in fase con i Rostra della fine del VI secolo a.c.”.
Tuttavia altre tradizioni, tra cui Tito Livio e Plutarco, narrano dell'assunzione in cielo di Romolo. Si tratterebbe dunque di un monumento funerario realizzato, in un periodo successivo alla morte di Romolo, per celebrarne il culto e la memoria.
BIBLIO
- Plutarco - Vita di Romolo -
- Andrea Carandini - Cercando Quirino - Einaudi - 2007 -
- Massimo Pallottino - Origini e storia primitiva di Roma - Milano - Rusconi - 1993 -
- Livio - Ab Urbe condita libri -
- Plinio il Vecchio - Naturalis Historia -
- Theodor Mommsen - Storia di Roma antica - Firenze - Sansoni - 1972 -