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CULTO DI POPULONIA

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MONETA DELLA DEA POPULONIA

Populonia fu un antico insediamento etrusco, di nome Fufluna (da Fufluns, Dio etrusco del vino e dell'ebbrezza) o Pupluna, l'unica città etrusca sorta lungo la costa. Il nome della città etrusca, è noto dalle sue monete ma è stato interpretato diversamente.

Secondo alcuni prende il nome da un Dio Fufluns, quindi significherebbe "la città di Fufluns". La parola fu scritta in epoca ellenistica con la lettera etrusca F, solo allora introdotta. Prima di allora Etruschi e Romani scrivevano una P che però si leggeva F. 

D'altronde Plinio riferisce di una statua di Zeus a Populonia scolpita da una vite, molto antica per avere un fusto che permetta una statua e qualcuno ha suggerito che la coltura vinicola fosse chiamata Fufluns. Ma c'è chi la pensa diversamente e non è uno qualsiasi.



IL CULTO DI GIUNONE POPULONIA IN TERRITORIO TEANESE

Il Bullettino Archeologico Napoletano n. LXI del 1 maggio 1846 riporta la lettera che Theodor Mommsen inviò all’editore del bollettino, cav. Francesco M. Avellino. È un’interpretazione tecnico-scientifica che, Mommsen, scrittore e archeologo acclarato, nonché storico, numismatico, giurista, epigrafista fa “intorno ad alcune iscrizioni dell’antica Teano Sidicina nelle quali si fa menzione di Giunone Populonia”. Ed ecco le iscrizioni:

GIUNONE ETRUSCA
Le prime tre lapidi sono sepolcrali, mentre la quarta, la più antica delle altre, è sacra. 

- La prima iscrizione, (alta palmi 6) copiata da lui stesso qualche giorno prima della lettera, in Teano, “dove serve di colonna sotto la casa de Santis” non si parla, come scrisse il Broccoli “de’ Vl viri di Tiano”, “ma, bensì di un alunno della defunta, detto Teanensis, che, a spese sue, secondo la disposizione testamentaria del padre della sacerdotessa, le fece il mausoleo”.

- La seconda iscrizione (alta palmi 5), quando il Mommsen la prese in esame, “era rovesciata sul fianco in maniera che alcune lettere restavano sotterra. Perciò non posso assicurare” la versione di Broccoli o di Hoar.
 
- La terza iscrizione (alta palmi 6 e 1/2) lo interessa solo a decifrare la parola indicata come ELESIAE o LIPSIAE dai suoi predecessori in FELSIAE. 

- La quarta “lapida” vede concentrarsi maggiormente la sua attenzione: “Essa è alquanto più antica delle altre, sta in grosso blocco di pietra per servirsene come pezzo di fabbrica”. 
In seguito ai vari usi e riusi che il blocco di marmo ha subito “l’interpretazione non è tanto facile, e non ardisco già di riconoscere un qualche nome nelle prime righe, quasi fosse
 
MESSii Filius STICH… Nepos?. NSOr ABAVOS PATRIS MEI;

ben è chiaro che hanno detto
ABAVOS. PATRIS. MEI. 
per evitare la parola piuttosto giuridica di atavo, e che si tratta nell’iscrizione della restituzione di un’ara dedicata alla Giunone Populona fatta dopo quattro generazioni, ciò che, atteso che il nostro marmo stesso forse appartiene al primo secolo, fa rimontare il culto della Giunone Populonia a tempi assai antichi e forse anteriori alla guerra sociale”.

(La guerra sociale detta anche guerra italica o marsica che si protrasse dal 91 all’88 a.c. e vide opposti Roma e i municipia dell’Italia fin allora alleati del popolo romano) Quanto sopra affermato dagli studi del Mommsen, sta a suffragare e a ricordare che, in territorio teanese, il culto alla Dea Giunone Populona si era già propagato nel I secolo a.c.. 

(Mariavittoria Riccio da Il Sidicino – Anno XI 2014 – n. 2 Febbraio)

NECROPOLI DI POPLULONIA


IUNO POPULONIA

Iuno Populonia era la Dea che faceva nascere i bambini, ma Populonia era la traduzione latina che riguardava sia il "pioppo" che il "popolo", ambedue chiamati "Populus" ed è difficile che a Iuno si associasse il culto di un Dio maschio, tanto è vero che la Dea Populonia era addetta alle nascite. 

Ma c'è di più, perchè a Giunone erano sacri i noviluni (calende), mentre a Giove erano sacri i pleniluni (idi), certamente un culto più arcaico in cui si manifestava il lato oscuro (neomenia) della Dea Luna. Giove è il giorno e tutto ciò che è visibile, giunone è la notte e tutto ciò che è invisibile.

Il lato buio della Dea riguardava gli Inferi e pertanto la morte, il lato luminoso era invece quello delle nascite di uomini, di animali e di vegetazione, allusione pertanto al culto di una Grande Madre che dà la vita, fa crescere e dà la morte.


BIBLIO

- F. Fedeli, A. Galiberti, A. Romualdi - Populonia e il suo territorio. Profilo storico-archeologico - Firenze - 1993 -
- A. Minto - Populonia - Firenze - 1943 -
- A. Semplici - Parco Archeologico di Baratti e Populonia. Percorsi di visita per conoscere un territorio - Firenze - 2000 -
- Oxford University Press - 1929 -- Renato Del Ponte - Dei e miti italici. Archetipi e forme della sacralità romano-italica - ECIG - Genova - 1985 -
- Laura Rangoni - La grande madre - Il culto del femminile nella storia - Milano - Xenia - 2005 -

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