LE PIU' ANTICHE CIVILTA' SUL SUOLO ITALICO
- I Camuni in val Camonica, (dal VIII-VI millennio a.c. al I millennio a.c.) con incisioni rupestri che vanno dal Neolitico all'età del Ferro, in oltre 180 località comprese in 24 comuni, il primo Patrimonio dell'umanità riconosciuto dell'UNESCO in Italia, che ha riconosciuto oltre 140 000 figure, anche se nuove scoperte ne hanno progressivamente aumentato il numero a quasi 300.000.- In Toscana fiorì la cultura Villanoviana (X - VIII secolo a.c.)
- Nel corso del VII sec. a.c. gli Interamnates Nahartium precorsero le altre popolazioni umbre, fondando la città di Interamna Nahars nel 672 a.c.. Si trattava della cultura degli Umbro-Naharti nella valle di Terni, con la necropoli delle Acciaierie di circa tremila tombe, scoperte a fine Ottocento piene di corpi umani, cavalli, armi e fibule.
- I Sicani abitavano nell'età del Ferro la parte centrale della Sicilia, gli Elimi abitavano la parte occidentale e i Siculi la parte orientale.
ROMA ALLE ORIGINI |
ROMA ALLE ORIGINI
Roma ebbe come primi abitanti contadini e pastori che conducevano una vita semplice e modesta, ma pure contrastata, perchè le tribù vicine tendevano a invadere i loro territori. In epoca protostorica si trovavano nella penisola italiana e nelle isole maggiori varie popolazioni, sia di lingua indoeuropea che pre-indoeuropea, che avevano raggiunto l'Italia in varie ondate migratorie prodottesi nel corso del III e del II millennio a.c..- RomanItaly) |
Infatti i Romani del periodo monarchico erano i cittadini di Roma, ma nel suolo italico più stirpi si lamentavano di difendere Roma con le armi, sin dalle guerre puniche, senza vedersi riconoscere i diritti della cittadinanza.
GLI ITALICI ROMANIZZATI
La Roma del II secolo a.c. infatti, dominante l'Italia intera e forte delle sue capacità di assimilazione culturale, si inventò diversi metodi di integrazione etnica e culturale, dalle scuole pubbliche ai maestri privati per l'insegnamento della lingua, dalle vesti ai divertimenti, alle terme e agli spettacoli, ai beni di importazione, diffondendo cultura, lingua e valori comuni, insomma il processo di romanizzazione.
La romanizzazione degli abitanti dell'Italia, si articolò in numerose colonie romane e latine in tutta Italia, diffondendo usi e costumi, e lo spostamento volontario o coatto di popolazioni nella Penisola: solo nel I secolo a.c., il 10% della popolazione libera fu spostata dai luoghi d'origine e ricollocata in altre zone d'Italia. C'era poi la colonizzazione veterana, con la distribuzione di terra in varie zone ai legionari pensionati.
Col procedere dell'espansione territoriale, la cittadinanza fu concessa anche ad una piccola parte di abitanti delle province romane, pertanto non italici, per esempio come ricompensa dopo un lungo servizio militare, si che circa il 20% della popolazione dell'Impero nel I secolo d.c. ottenne la cittadinanza romana. In molte colonie ed in molte città interagivano popolazioni diverse che per comunicare tra loro usavano il latino e gli stessi luoghi di commercio e intrattenimento adottando la vigente romanitas.
Poi nel 212 d.c., quando con la Constitutio Antoniniana fu estesa la cittadinanza a tutti gli abitanti dell'Impero, venne meno effettivamente la coincidenza etnica con quella giuridica di "romano", considerando giuridicamente "romani" anche gli abitanti della parte orientale sino al 1453, e questi effettivamente non furono romani.
L'EREDITA' DEI ROMANI AGLI ITALICI
Dei 60 milioni di italiani attuali, a parte gli immigrati degli ultimi decenni che hanno acquisito la cittadinanza, la netta maggioranza degli italiani ha origini genetiche negli antichi Romani (intesi come gli italici romanizzati) e le ha in misura maggiore degli abitanti di qualsiasi altro Stato al mondo.
Gli Italiani hanno ereditato dai Romani la capacità artistica tanto è vero che l'Italia è il paese con maggiori titoli di Patrimonio Unesco al mondo. E' dagli antichi romani che hanno appreso la pittura, la scultura e l'architettura, un patrimonio culturale che ha portato all'Umanesimo, al Rinascimento, al Manierismo e al Barocco, tutti stili prettamente italiani poi diffusi nel mondo.
Sempre tramite il processo di romanizzazione, in Italia si diffuse la lingua latina, che in Età imperiale sostituì definitivamente ogni linguaggio preromano, cosicchè il latino rimase indelebile nella popolazione romana d'Italia e del resto dell'Europa romanza, trasformandosi nei diversi secoli, nei vari volgari neolatini fra cui il futuro volgare toscano e quindi italiano, nonché i suoi vari dialetti.
Prova ne sia che né i Longobardi né i Franchi (germanofoni), né i Romano-orientali (ellenofoni) riuscirono mai ad imporre le proprie lingue alle popolazioni italiane: i Longobardi finirono con l'adottare il latino (che oltretutto era sempre stata l'unica lingua scritta del proprio regno).
Nella stessa Italia medioevale, si conservò l'eredità culturale giuridica romana, che ricordavano anche nei termini la Repubblica romana (repubblica, consoli, magistrati, senato, questore, candidati, magistrati etc).
- gli Etruschi dall'VIII secolo al I secolo a.c. da cui i Romani appresero la costruzione degli archi, il modello militare, come base di reclutamento e come tattiche (falange), a loro volta, appresa dagli antichi Greci.
- dagli antichi Greci della Magna Grecia dall'VIII secolo a.c. al 280 a.c., La civiltà greca classica e ancor più quella ellenistica ebbero profonda influenza sulla cultura romana rafforzata ulteriormente dalla successiva conquista romana della Grecia.
Però per la questione del DNA, la maggioranza degli storici ritengono che durante le invasioni barbariche, non più di 500.000 barbari, tra Eruli, Vandali, Ostrogoti e Longobardi, discesero nella penisola a fronte di una popolazione italica di circa 7 milioni di abitanti.
Nel 489 entrarono nella penisola gli Ostrogoti, stimati da cento a trecentomila persone che formarono un regno romano-barbarico che verrà poi distrutto dai Bizantini, ridotto poi a 30.000 soldati presenti nel 537 nell'esercito goto. Le stime sulla migrazione longobarda vanno dai cento e trecentocinquantamila fra guerrieri, donne, bambini e non combattenti, quindi da 2 all'8% dei Romani.
La seconda ondata di elementi stranieri si trova nella conquista degli Arabi della Sicilia e la calata dei Normanni, ma si parla sempre di decine di migliaia. Tutte le conquiste successive: Spagnoli, Francesi, Austriaci, non furono migrazioni di massa di intere popolazioni, in grado di stravolgere gli equilibri etnici della popolazione, ma occupazioni militari con stanziamenti di eserciti stranieri e delle rispettive élite politico-militari, un numero troppo esiguo per cambiare la composizione etnica.
Nel meridione d'Italia, il Regno di Sicilia ebbe il re Federico II di Svevia, sovrano tedesco-normanno ma italiano per nascita, lingua, e sentimenti che, a capo del Regno di Sicilia, costruì uno stato con una politica tutta "italiana", in conflitto con l'autorità papale e con la Lega Lombarda.
A partire dal XV secolo, l'Italia ebbe il fenomeno dell'Umanesimo che, grazie al recupero di antichi capolavori romani e greci, aveva riscoperto l'arte e la bellezza attraverso la ricerca e la letteratura dei classici. Ciò costituì la premessa culturale del Rinascimento, che si irradiò nell'Europa intera e segnò di fatto, sul piano culturale, artistico e sociale la chiusura dell'oscuro Medioevo e la nascita dell'età moderna.
Attorno alla metà del XVI secolo, il Rinascimento lasciò il posto al Manierismo, con artisti come Leonardo da Vinci, Michelangelo e Raffaello. Mezzo secolo più tardi, seguì la civiltà barocca, che, nata anch'essa in Italia, ebbe un riflesso internazionale (in Europa e nelle Americhe) non inferiore a quella rinascimentale.