VASO DI ATEIUS |
MEMBRI RICORDATI
- Gaio Ateio Capitone -
tribuno della plebe nel 55 a.c., famoso per aver annunciato terribili disgrazie a causa della partenza di Marco Licinio Crasso per la Siria.
- Gaio Ateio Capitone -
uno dei più distinti giuristi dell'età augustea, fu console suffectus nel 5 d.c..
- Lucio Ateio Pretestato -
detto il Filologo, noto grammatico del I secolo a.c.. Ateniese, fu condotto a Roma come prigioniero di guerra dopo la presa di Atene (86 a.c.) divenendo maestro di grammatica e di retorica. Amico di Sallustio e di Asinio Pollione, collaborò alle loro opere con lavori di tipo sussidiario e compendiario, dandosi il soprannome di Philologus.
Pretestato aiutò Sallustio nella preparazione delle sue opere storiche, a quanto riporta Svetonio, componendo un breviario di storia romana, il "Breviarium rerum romanarum", mentre per l'amico Pollione compose un manuale di retorica, "De ratione scribendi"; nessuna delle due opere ci è pervenuta.
Festo cita un libro di Ateio, il "Liber glossematorum", e Carisio ne menziona un'altra opera "An amaverit Didonem Aeneas", forse una declamazione.
- Cneus Ateius -
Fabbricante di vasi aretini. Quasi ignota, nonostante i tanti recuperi, è la sua produzione di ceramica aretina a rilievi, anche se di recente si è ritrovato materiale di scarico dell'officina ad Arezzo, ma il materiale non è ancora stato sistemato.
Di Ateius si erano recuperati fuori di Arezzo molti prodotti, ma con dubbi sulla provenienza aretina o meno dell'autore. Ora sappiamo che una fase della sua produzione si era svolta ad Arezzo, con pezzi anepigrafi o che portano per marchio solo il suo nome, mentre quelli coi nomi dei suoi liberti, sono di fabbriche non aretine, probabilmente nella Gallia meridionale e posteriori a quelli di Arezzo, di fattura e gusto più scadenti.
Ateius usò argilla e vernice particolari, diverse da quelle di Arezzo, simili ai vasi tigranei e protobargatiani (v. Perennius tigranus e Bargathes) della bottega di M. Perennius: così le danzatrici col kalathìskos, le figure alate musicanti, i gruppi erotici, le giocatrici di astragali, le piccole figure danzanti e le Nereidi con le armi di Achille.
Peculiari di Ateius la rappresentazione delle Horai, le cicogne, le grandi figure del tiaso dionisiaco e quelle di grandi dimensioni con le divinità di Eleusi, le scene di caccia, gli amorini su delfini, i combattimento con orientali e con legionarî; le piccole raffigurazioni di donne sedute accanto a candelabri o con Aiace e Cassandra, o le composizioni a girali di acanto con grandi teste di profilo, figurine umane e animali.
Ateio Santo invece è una forma scorretta di Tito Aio Santo, oratore ed insegnante dell'imperatore Commodo, quindi non della gens Ateia.
- Teodoro Amayden - Storia delle famiglie romane - Collegio Araldico di Roma - Vol. I -
- Andrea Frediani, Sara Prossomariti - Le Grandi Famiglie di Roma Antica - Roma - Newton Compton Editori - 2014 -
- Edward Gibbon - Nomina Gentesque Antiquae Italiae (1763-1764) -
- A. Oxé - Arretinische Reliefgefässe von Rhein - Francoforte sul Meno - 1933 -