Augusta Bagiennorum fu fondata in età romana do un'antica cittadella celtica. l'oppidum del dei Liguri Bagienni, alla fine del I sec. a.c. pressochè insieme all'Augusta Taurinorum (Torino) e ad Augusta Praetoria (Aosta), e, Regio IX dell’ordinamento augusteo, costituì insieme ai centri di Pollentia (Pollenzo) e di Alba Pompeia (Alba) i centri romani dell'organizzazionee e dello sfruttamento del territorio.
Il centro era diimportanza strategica per il controllo del transito tra la pianura padana, le valli degli affluenti del Po ed i valichi alpini, asse viario di collegamento tra la valle del Tanaro e Pedona (Borgo San Dalmazzo), sede della Quadragesima Galliarum, e quindi con il valico della Maddalena.
L’originaria Bene Vagienna, capitale dei liguri bagienni, divenne municipium romano e prese il nome di Julia Augusta Bagiennorum.
Il centro sorgeva su un pianoro, a nord del torrente Mondalavia e i suoi resti sono in parte visibili in frazione Roncaglia, con un foro cittadino, un teatro, un anfiteatro, un tempio, le terme e l'acquedotto. Era una delle più importanti città dell'Italia Nord-Occidentale, indicata dai Romani come Gallia Cisalpina.
I primi incontri con Roma avvennero nel III sec. a.c con battaglie e trattati ma solo verso la metà del II sec. a.c. vennero sottomessi dai Romani, anche se la guerra continuò a causa delle lotte tra Mario e Silla. Tarde e scarse notizie si hanno dell'epoca dell'Impero e delle età successive.
Caduta lall’epoca delle invasioni barbariche, Augusta venne seppellita dal tempo e nella memoria, e solo nel 901, si ritrova il primo documento della storia medievale di Bene, chiamata poi Bene Vagienna dal 1862.
Fu infatti in una pianura delimitata dalla Stura e dal Tanaro che Giuseppe Assandria e Giovanni Vacchetta, due studiosi locali, iniziarono le ricerche e con ripetuti scavi reperirono un primo rilievo della antica città sepolta sotto poco più di 50 cm. di terra. I due benemeriti riportarono alla luce Augusta tra il 1894 e il 1925, scoprendo un vasto sito capace di ospitare nelle varie epoche da 5.000 a 17.000 abitanti.
DESCRIZIONE
Citata da Plinio il Vecchio, la città non sembra, allo stato attuale delle indagini, essere stata fondata su un insediamento preromano. Augusta era edificata sul ciglio di una parete scoscesa scavata da un piccolo torrente, creando così da quel lato un'ottima difesa naturale. Non si conosce il modo ed il periodo della sua distruzione, se violenta o progressiva; è certo però che le massime distruzioni dei suoi resti avvennero a causa dell'asportazione del materiale laterizio.
Solo una ristretta parte di Augusta è oggi visitabile. La città ricopriva infatti una superficie di 21 ettari sulla Piana della Roncaglia, e la via che inizia dalla chiesa quattrocentesca di San Pietro, edificata sui resti dell’acquedotto romano, corrisponde per un tratto al decumano massimo traversando una necropoli con resti di monumenti funerari, fino alla porta decumana che si apre sul Foro.
La città era cinta di mura, delle quali sono state ritrovate due porte e quattro torri formanti gli angoli di un trapezio costituente il perimetro della città.
Il reticolato stradale mostra isolati non sempre uguali dei quali alcuni misurano m 100 x 80, quindi di dimensioni notevoli.
Il decumano massimo, di cui si conserva parte del basolato, traversava il centro della città passando per il foro e davanti al tempio principale. Il Foro si apre davanti al tempio ed è circondato da un largo marciapiede rialzato nonchè da un portico che si snoda sui due lati più lunghi.
Lo spazio forense, collocato nel settore centrale dell’impianto urbano, era articolato in tre parti, tempio-piazza-edificio civile, secondo lo schema classico romano, con una piazza rettangolare di m 115 x 36.
Circondavano la piazza vari edifici pubblici, fonora poco esplorati, quali le terme a sud e la basilica posta sul lato corto orientale del foro, mentre sul lato breve occidentale, era l’area sacra dove si ergeva il complesso del Capitolium o Tempio Maggiore, dedicato alla triade capitolina. Ad est del Foro e della basilica sorgevano il teatro e altri edifici. Sono ono riconoscibili vari ambienti e sale aperte sul portico, con ricchi e vari decori, con intonaci dipinti a colori vivaci, con traccia di fregi ornamentali, probabilmente si trattava di botteghe.
ANFITEATRO
Augusta Bagiennorum aveva un anfiteatro per spettacoli vari, compresi i gladiatori. Dell’edificio che sorgeva all’esterno delle mura, lungo una delle vie di accesso alla città, è visibile il settore ovest su cui stanno operando gli archeologi.
Costruito su un terrapieno artificiale subito dopo la fondazione della colonia ed utilizzato per tutto il II secolo d.c.., aveva una cavea ellittica di m 105 x 77, divisa in due ordini di gradinate e delimitata da un muro perimetrale, conservato in elevato per circa due metri, cui si addossava all’esterno un prospetto ad archi, per accogliere pubblico e taberne.
IL MUSEO
In paese, il Museo Civico Archeologico, raro esempio di allestimento d’inizio ‘900, e situato nel centro storico, ne conserva i reperti. Al primo piano comprende la Sala Assandria, già allestita agli inizi del Novecento, per ospitare i reperti provenienti dagli scavi di Augusta Bagiennorum.
Vi sono murati gli stipiti in marmo di due delle tre porte che decoravano la scena del teatro, oltre a frammenti architettonici in marmo e stucco (cornici, capitelli, ecc.), antefisse in terracotta, epigrafi e laterizi con bollo provenienti da vari edifici della città antica.
Al centro, una grande vetrina conserva i corredi delle sepolture rinvenute nella necropoli meridionale (I secolo d.c.), ceramica fine (Terra sigillata) e di uso comune, vetri, lucerne, utensili ed oggetti di ornamento (fibule, anelli, appliques) in bronzo, monete, oltre ad alcune teste in marmo, tra cui un'ermetta di Sileno e statuette in bronzo di piccole dimensioni (Mercurio nell’iconografia sia stante sia seduto, una pantera e un pavone).
Al piano terreno, una manica con tre sale sarà dedicata al territorio ed alla città, vista attraverso i monumenti pubblici meglio conosciuti (teatro, anfiteatro, tempio) e i documenti della vita quotidiana (anfore, ceramica, suppellettile di vario genere).
Il centro era diimportanza strategica per il controllo del transito tra la pianura padana, le valli degli affluenti del Po ed i valichi alpini, asse viario di collegamento tra la valle del Tanaro e Pedona (Borgo San Dalmazzo), sede della Quadragesima Galliarum, e quindi con il valico della Maddalena.
AUGUSTA BAGIENNORUM |
Il centro sorgeva su un pianoro, a nord del torrente Mondalavia e i suoi resti sono in parte visibili in frazione Roncaglia, con un foro cittadino, un teatro, un anfiteatro, un tempio, le terme e l'acquedotto. Era una delle più importanti città dell'Italia Nord-Occidentale, indicata dai Romani come Gallia Cisalpina.
I primi incontri con Roma avvennero nel III sec. a.c con battaglie e trattati ma solo verso la metà del II sec. a.c. vennero sottomessi dai Romani, anche se la guerra continuò a causa delle lotte tra Mario e Silla. Tarde e scarse notizie si hanno dell'epoca dell'Impero e delle età successive.
RICOSTRUZIONE DEL FORO |
Fu infatti in una pianura delimitata dalla Stura e dal Tanaro che Giuseppe Assandria e Giovanni Vacchetta, due studiosi locali, iniziarono le ricerche e con ripetuti scavi reperirono un primo rilievo della antica città sepolta sotto poco più di 50 cm. di terra. I due benemeriti riportarono alla luce Augusta tra il 1894 e il 1925, scoprendo un vasto sito capace di ospitare nelle varie epoche da 5.000 a 17.000 abitanti.
DESCRIZIONE
Citata da Plinio il Vecchio, la città non sembra, allo stato attuale delle indagini, essere stata fondata su un insediamento preromano. Augusta era edificata sul ciglio di una parete scoscesa scavata da un piccolo torrente, creando così da quel lato un'ottima difesa naturale. Non si conosce il modo ed il periodo della sua distruzione, se violenta o progressiva; è certo però che le massime distruzioni dei suoi resti avvennero a causa dell'asportazione del materiale laterizio.
Solo una ristretta parte di Augusta è oggi visitabile. La città ricopriva infatti una superficie di 21 ettari sulla Piana della Roncaglia, e la via che inizia dalla chiesa quattrocentesca di San Pietro, edificata sui resti dell’acquedotto romano, corrisponde per un tratto al decumano massimo traversando una necropoli con resti di monumenti funerari, fino alla porta decumana che si apre sul Foro.
La città era cinta di mura, delle quali sono state ritrovate due porte e quattro torri formanti gli angoli di un trapezio costituente il perimetro della città.
Il reticolato stradale mostra isolati non sempre uguali dei quali alcuni misurano m 100 x 80, quindi di dimensioni notevoli.
Il decumano massimo, di cui si conserva parte del basolato, traversava il centro della città passando per il foro e davanti al tempio principale. Il Foro si apre davanti al tempio ed è circondato da un largo marciapiede rialzato nonchè da un portico che si snoda sui due lati più lunghi.
Lo spazio forense, collocato nel settore centrale dell’impianto urbano, era articolato in tre parti, tempio-piazza-edificio civile, secondo lo schema classico romano, con una piazza rettangolare di m 115 x 36.
Circondavano la piazza vari edifici pubblici, fonora poco esplorati, quali le terme a sud e la basilica posta sul lato corto orientale del foro, mentre sul lato breve occidentale, era l’area sacra dove si ergeva il complesso del Capitolium o Tempio Maggiore, dedicato alla triade capitolina. Ad est del Foro e della basilica sorgevano il teatro e altri edifici. Sono ono riconoscibili vari ambienti e sale aperte sul portico, con ricchi e vari decori, con intonaci dipinti a colori vivaci, con traccia di fregi ornamentali, probabilmente si trattava di botteghe.
ANFITEATRO
Augusta Bagiennorum aveva un anfiteatro per spettacoli vari, compresi i gladiatori. Dell’edificio che sorgeva all’esterno delle mura, lungo una delle vie di accesso alla città, è visibile il settore ovest su cui stanno operando gli archeologi.
Costruito su un terrapieno artificiale subito dopo la fondazione della colonia ed utilizzato per tutto il II secolo d.c.., aveva una cavea ellittica di m 105 x 77, divisa in due ordini di gradinate e delimitata da un muro perimetrale, conservato in elevato per circa due metri, cui si addossava all’esterno un prospetto ad archi, per accogliere pubblico e taberne.
IL MUSEO
BASILICA CRISTIANA VII VIII SEC. |
Vi sono murati gli stipiti in marmo di due delle tre porte che decoravano la scena del teatro, oltre a frammenti architettonici in marmo e stucco (cornici, capitelli, ecc.), antefisse in terracotta, epigrafi e laterizi con bollo provenienti da vari edifici della città antica.
Al centro, una grande vetrina conserva i corredi delle sepolture rinvenute nella necropoli meridionale (I secolo d.c.), ceramica fine (Terra sigillata) e di uso comune, vetri, lucerne, utensili ed oggetti di ornamento (fibule, anelli, appliques) in bronzo, monete, oltre ad alcune teste in marmo, tra cui un'ermetta di Sileno e statuette in bronzo di piccole dimensioni (Mercurio nell’iconografia sia stante sia seduto, una pantera e un pavone).
Al piano terreno, una manica con tre sale sarà dedicata al territorio ed alla città, vista attraverso i monumenti pubblici meglio conosciuti (teatro, anfiteatro, tempio) e i documenti della vita quotidiana (anfore, ceramica, suppellettile di vario genere).